Lucarelli contro la Fagnani: "Interviste? Le sue sono imboscate"

La giudice di Ballando critica le Belve e la loro conduttrice: “Vuole vincere, con sottolineature feroci e faccette allusive. Ma sembra una leva obbligatoria"

In questi giorni non si fa altro che parlare di Selvaggia Lucarelli: dallo scontro con Iva Zanicchi, fino alla sua presenza a Ballando con le Stelle dopo il lutto per la perdita della madre, passando per l’eliminazione di Enrico Montesano e l’ultima querelle con Guillermo Mariotto.

Nella recente intervista che la giornalista ha rilasciato a Davide Maggio, salita alle cronache per la risposta agli attacchi ricevuti da Carolyn Smith, Lucarelli ha anche parlato del perché ha rifiutato di essere ospite da Francesca Fagnani a Belve.

In passato la giudice di Ballando aveva già espresso il suo pensiero, dichiarando che la conduttrice del programma cult "Vuole vincere, non conoscere l’intervistatore" e ora a Maggio spiega meglio il perché:

Vuole vincere nel senso che sono interviste che illuminano più lei che l’intervistato, tutto qui. Il perdere è non avere nulla da guadagnarci, nel mio caso. Io faccio la giornalista, non amo molto parlare attraverso gli altri, ho la possibilità di dire tutto quello che voglio con i miei strumenti diretti. E comunque mi sono giustificata più volte per non essere andata da lei che per non aver battezzato mio figlio, non ho ben capito perché!

E poi aggiunge: "Non ho voluto farmi intervistare anche dal bravo Cattelan e da molti altri, ma nessuno me ne chiede conto, comincio a pensare che Belve sia una specie di leva obbligatoria. Sono obiettore di coscienza!".

Davide Maggio poi sottolinea come andare a Belve sia visto come un atto di coraggio, quasi come se chi "Non vi partecipi abbia qualcosa da nascondere", e Lucarelli risponde:

Se dai potenziali intervistati è vissuto come un atto di coraggio è un problema, perché vuol dire che l’intervista è percepita -appunto- come un’imboscata. Un conto è la domanda scomoda, il mettere anche sotto torchio su un determinato tema, un conto è che questo diventi l’unica cifra di chi intervista, con sottolineature feroci dopo la risposta, lo sguardo sarcastico sulla cartellina e faccette allusive. È una cifra che funziona per chi intervista, meno per chi viene intervistato perché non c’è ascolto, ma provocazione. Può essere divertente eh, non fraintendermi, però ne devi avere voglia, non coraggio. Mi sono stata spiegata?


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