Le Iene, top e flop: Maria De Filippi sbotta per uno scherzo ("Che cretini"), Il Volo diverte e incanta

Durante la puntata del 5 marzo assistiamo a momenti molto belli e altri decisamente da dimenticare, a partire dal modo in cui certe storie vengono affrontate

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Durante la nuova puntata de Le Iene, in onda su Italia1 martedì 5 marzo, tanti i servizi lanciati da Veronica Gentili, affiancata in studio da Max Angioni. A colpire è lo scherzo a Nunzia De Girolamo, conduttrice di Ciao Maschio, che vede tra i suoi protagonisti anche Maria De Filippi e Simona Ventura. Ospiti della serata sono invece Il Volo, i quali regalano al pubblico un momento di puro spettacolo. Prosegue inoltre l’inchiesta sul sistema degli arbitri in serie A, ma vediamo insieme i momenti migliori e peggiori della puntata di martedì 5 marzo de Le Iene.

Le Iene del 5 marzo: top

Grande entrata a effetto in studio per Il Volo che meritano il primo top della serata anche solo per il modo in cui si prendono il palco, cacciando le tre "spalle" del programma dal centro della scena: Max Angioni, Eleazaro Rossi e Nathan Kiboba. Anche per quanto riguarda la presenza scenica non deludono le aspettative, dimostrando di sapersi muovere bene davanti alle telecamere. Peccato solo che gli venga lasciato poco spazio, un po’ come è successo con Annalisa due settimane fa…

Il secondo top lo diamo allo scherzo de Le Iene a Nunzia De Girolamo. Come ogni settimana Sebastian Gazzarrini prende di mira un personaggio dello spettacolo – in questo caso la conduttrice di Ciao Maschio – e invia messaggi a tutti i contatti della "vittima" con la sua voce riprodotta attraverso l’intelligenza artificiale. Tra i numeri selezionati anche quello di Simona Ventura: "Devo farmi un lifting. Mi opererà il prof. Barone. Non è quello che ha operato anche te?" È quest’ultimo il contenuto mandato all’ex concorrente di Ballando con le Stelle dal giornalista. Lei risponde: "Non ho mai fatto lifting, capito? Vieni a Milano che ti ci porto io!" Colpisce la risposta educata di Simona, che poco dopo chiama la De Girolamo e scopre che si tratta solo di uno scherzo organizzato da Le Iene. Ma in quel momento accade qualcosa di esilarante, perché la Ventura, uscita con il suo fidanzato Giovanni Terzi per fare la spesa, si confonde e mette alcuni alimenti comprati nel carrello di un altro signore. A spiegare in diretta la gaffe è proprio il suo futuro marito. Non manca infine l’intervento di Maria De Filippi, la quale non cade nello scherzo di Gazzarrini, che tramite l’intelligenza artificiale le dice: "Ciao Maria, mi dicono che Tina Cipollari manda dei messaggi equivoci a mio marito". La regina della televisione la chiama subito: "Dimmi che non è vero", e poi, venendo a sapere che è tutta una presa in giro, aggiunge: "In effetti il messaggio era strano, un po’ metallico. Ma perché fanno questa cosa? È un gioco carino, anche se la voce va migliorata. Non ci sono cascata. Che cretini! Però è divertente". Quando l’inviato le dice che la prossima volta potrebbero provare a fare lo stesso con lei, la De Filippi chiude ogni porta a Gazzarrini: "No, ti ringrazio. Mi bastano già le mie cose".

Applausi infine per Marco D’Amore e il suo commovente e profondo monologo: "Il palcoscenico ha placato la mia turbolenza, mi ha insegnato a convogliare le mie energie, avere pazienza per orientarmi quando giro disperato intorno, senza trovare il mio posto nel mondo. Così tutte le volte che dicevano che ero sbagliato, ingrassato e avevo troppi capelli da ragazzo e adesso in testa non ho un caz*o, là sono tornato e mi sono rintanato, perché ho sentito più comprensione e amore tra i fantasmi nascosti nelle quinte, nel sottopalco, sul loggione che nella frenesia dell’esistenza e nella sua indifferenza. E quanta gente come me ho incontrato, immalinconita dalla vita, additata perché diversa, bandita. Ma se ha ragione d’essere il mio mestiere, se raccontare storie accende una luce è a loro che voglio dare voce, a quelli che non hanno alcun potere, che non sono eroi e si rialzano pur tornando a cadere. A quelli parlo e sono più vicino, anche se in realtà io sono nessuno".

Le Iene: flop

Ci aspettavamo di più dal servizio di Stefano Corti, anche visto che l’argomento delle truffe sugli affitti a Milano è attuale e rilevante, e invece vediamo un giornalista che mortifica e umilia un uomo truffato a sua volta da una persona poco raccomandabile la cui identità resta un mistero. In sostanza, il truffatore contatta chi ha una casa da affittare su Airban o piattaforme simili e prenota l’appartamento per una settimana, ma non per dormirci. L’obiettivo è entrare, fare le foto dell’abitazione e metterle online su altri portali per affittarla a lungo termine a un prezzo vantaggioso. Poi il truffatore convince gli interessati a lasciargli una caparra di tre mesi (più le spese) e sparisce nel nulla una volta incassati i soldi. All’interno della casa un uomo di 50 anni, Fabio, colui che si occupa di mostrare l’appartamento ma che dice di ignorare cosa c’è dietro a tutto questo. "Mi hanno detto di venire qua a dormire e far visitare la casa, ma non so altro. Sono venuto qui perché non so dove stare, non ho una casa mia. Non conosco questa persona, mi ha solo fatto il favore…" "Questa è una truffa!", dice il giornalista, al quale l’uomo risponde: "Hanno usato il mio nome… Il bonifico lo fanno a me, il conto è mio ma non sono io in possesso della carta. Stanno usando anche a me e non so se poi effettivamente mi pagheranno. Sono separato, ho due figli e ho perso il lavoro e la casa. Non so nulla, se ti dico certe cose poi finisco di campare…" Dopo aver chiamato il presunto truffatore davanti a Fabio, quest’ultimo il giorno dopo non si fa più trovare per paura delle conseguenze… Allora ci chiediamo se non ci fosse altro modo di affrontare tale situazione, senza metterlo in difficoltà di fronte alle telecamere, magari nascondendo il volto e la voce come spesso Le Iene fanno.

Bocciato anche il servizio di Giulio Golia su Salvatore Annacondia, un uomo collegato con tutte le organizzazioni criminali che ha ucciso almeno 200 persone prima di iniziare a collaborare con la giustizia. Il problema sta nel fatto che il diretto interessato non sembra affatto pentito delle azioni terrificanti che segnano il suo passato e per questo ci chiediamo a che pro dedicare spazio a una personalità che già di per sé non merita attenzione e che racconta di omicidi e realtà con una freddezza tale da incutere timore.

Un altro caso in cui domandarsi "perché dare visibilità a una determinata persona" viene spontaneo è quello dell’influencer che si toglie il perizoma davanti a una chiesa, senza rendersi conto che il suo gesto è irrispettoso nei confronti di chi crede in Dio e di tutti coloro che in quel luogo hanno pianto una persona cara. Non male invece il pezzo di Cizco in cui una giovane donna racconta di una serie di uomini dello spettacolo (non solo) che, tramite una sorta di intermediario, cercano incontri con donne di bella presenza. Queste ultime, dopo aver mandato una foto insieme al proprio profilo Instagram ufficiale a tali persone, vengono contattate per il loro ruolo di "ragazza immagine" e invece finiscono per essere trattate come escort a pagamento, chiedendo prestazioni sessuali inattese e arrabbiandosi nel momento in cui la donna rifiuta le attenzioni. È interessante ciò che vediamo, ma che Le iene non facciano i nomi di questi individui solo per proteggere imprenditori, registi, attori, cantanti, calciatori e tutte le altre personalità coinvolte è inaccettabile, soprattutto al giorno d’oggi.

Il quinto flop lo diamo al servizio di Luigi Pelazza che vede protagonista Manuel, un uomo caduto nel tunnel della droga dopo la morte del padre. La storia in sé è molto coinvolgente, perché viene mostrato a grandi linee cosa comporta questo tipo di dipendenza e come uscirne. Peccato che Manuel più che un tossico sembri un attore che ne interpreta uno: sul viso nessun segno che porti a pensare di essere di fronte a un uomo che deve curarsi, i comportamenti tipici di una persona in astinenza mancano (dopo 10 anni di cocaina e crack dovrebbero essere ben visibili)… Bella la storia e il modo in cui viene affrontata, ma di certo Manuel non è un vero tossicodipendente.

Lascia a desiderare anche l’ennesimo servizio inerente all’inchiesta sugli arbitri, in quanto tuttora non emerge nulla di nuovo. Questa volta al centro della scena c’è Gianpaolo Calvarese, ex arbitro ricordato per quel rigore sbagliato dato alla Juventus contro l’Inter che ha permesso alla squadra torinese di partecipare alla Champions League al posto del Napoli nel 2021. Dunque, si torna a parlare del momento in cui Nicola Rizzoli, l’allora valutatore degli arbitri di serie A, aveva richiesto l’avvicendamento di Calvarese per il "superamento dei limiti di permanenza nel ruolo". Lo stesso giorno in cui Rizzoli, con la sua relazione, chiede che l’arbitro venga lasciato a casa, il Comitato Nazionale mette a verbale che quest’ultimo avrebbe chiesto a voce di confermare Calvarese per un altro anno. Alla fine del campionato viene designato per quella partita decisiva ma non si dimette per l’errore, bensì per un altro motivo: viene indagato dall’ex procuratore degli arbitri Rosario D’Onofrio, arrestato poco dopo per narcotraffico, di aver falsificato dei biglietti ferroviari per seguire alcune partire. Quando Le Iene lo incalzano, l’uomo risponde: "Secondo lei un narcotrafficante è affidabile? Mi sono dimesso perché era cambiato il vento a livello politico: devi essere in linea con la governance del presidente e vicepresidente della commissione". E poi aggiunge: "La carriera degli arbitri dipende da dinamiche politiche che vanno al di là della meritocrazia. Sono stato vittima di una guerra politica". In tutto questo però l’ex arbitro non si prende la responsabilità dei biglietti Trenitalia falsificati e nessuno chiarisce la contraddizione riguardante quell’anno in più che ha visto Calvarese muoversi in mezzo al campo da calcio.


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