Selvaggia Lucarelli sui Ferragnez: “Erano tutti sotto incantesimo, chi osava criticare accusato di invidia”

Ospite a Da noi a ruota libera, la giornalista racconta Francesca Fialdini la sua inchiesta sulla coppia Chiara Ferragni- Fedez

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

"E’ mancato quello spazio tra la critica e la lode, in sostanza nessuno ha analizzato il fenomeno. I Ferragnez sono sempre stati trattati da gossip e quindi considerati innocui e qui è il problema: perché con 40milioni di follower sei anche un centro di potere, tanto è vero che li abbiamo visti entrare in ogni campo, dalla cultura alla politica".

Selvaggia Lucarelli, ospite di Francesca Fialdini nel salotto di Da noi a ruota libera, torna a parlare del suo lavoro sui Ferragnez, sintetizzato nel libro- inchiesta Il vaso di Pandoro. Nei giorni in cui la coppia è ormai naufragata e i loro guai sembrano moltiplicarsi, la giornalista, imbeccata dalla conduttrice analizza un fenomeno di "incantesimo collettivo", sottolineando che i meccanismi usati in modo eccellente e geniale dei Ferragnez sono usati da moltissimi altri influencer, e conoscerli ci può aiutare a comportarci un po’ meno "da polli", quando passiamo il nostro tempo sui social.

Selvaggia Lucarelli ricorda anche che fino alla loro caduta, parlare seriamente del fenomeno Ferragnez non è stato facile: "C’era questa adulazione collettiva, e quando chiunque moveva una minima critica veniva tacciato di essere invidioso o ossessionato da loro. Un’accusa che arrivava anche dai media che rilanciavano ogni minimo battito d’occhio della coppia, loro sì, ossessionati, però l’ossessionato era chi sollevava delle critiche su ciò che vedevamo".

Parlando del successo iniziale di Chiara Ferragni, nel 2009, la Lucarelli le riconosce l’aver intuito, anche grazie al compagno dell’epoca esperto di comunicazione, la rivoluzione che di lì a poco sarebbe esplosa con i social e di averla sfruttata prima degli altri: "Lei ha preso il famoso treno che ti passa davanti. C’è una componente di fortuna, tempistica e di un compagno che l’ha instradata." Però, sottolinea che,l’ aver parlato per anni di "imprenditrice digitale", non corrispondesse esattamente alla realtà delle cose: "Questo è stato davvero un grande abbaglio collettivo, e ci dimostra che sui social possiamo venderci come ciò che non siamo. Chiara Ferragni è finita sulle copertine di autorevoli riviste di economia, come Mario Draghi o Giorgio Armani, ma lei è rimasta sempre quella dell’inizio, a fare selfie, l’imprenditrice digitale non l’ha mai fatta, le decisioni le prendeva D’Amato, qualsiasi ruolo operativo non era suo. Anche nel caso del matrimonio è stata fatta un’operazione commerciale grandissima e geniale, non hanno venduto l’esclusiva a nessuno, ma l’hanno trasmesso in diretta sui loro canali Instagram, da quel momento il prodotto sono diventati loro e la loro vita, un’intuizione grandiosa e pericolosa. Tutti volevano Chiara Ferragni ed erano disposti ad accettare condizioni folli: chiede anche 150mila euro per una foto adv, ma non dava le insights alle aziende, non esisteva, eppure le aziende accettavano pur di averla".

Poi Francesca Fialdini, mostra un filmato con altre coppie famose e protagoniste del gossip: Al Bano e Romina, Celentano e Mori, fino a Blasi e Totti , e chiede a Selvaggia Lucarelli che differenza ci sia tra la coppia Ferragni-Fedez e queste altre. La risposta è pungente:

"Nella prima no, nelle altre c’era talento. I Ferragnez, come coppia, nel corso degli anni hanno venduto solo loro stessi, non c’era altro, nelle altre coppie il gossip ha avuto un ruolo, ma illuminava un prodotto che la coppia creava, Al Bano e Romina per esempio, facevano insieme musica. Nel caso dei Ferragnez il loro prodotto era la loro vita".

Se i Ferragnez sono la punta dell’iceberg il discorso, però è più generale, e riguarda tutti, utenti e content creator. "Il problema è che non si è capito che gli influencer non ci raccontano la loro vita perché gli siamo simpatici, ci stanno sempre vedendo qualcosa. E’ un meccanismo che subiamo anche noi che facciamo contenuti, a volte quasi senza rendercene conto, finiamo a inseguire gli algoritmi e i trends per fare più soldi. Ultimamente mi sono resa conto anch’io di essere stata vittima di questo. Volevo andare in Nepal in vacanza ma siccome c’ero andata l’hanno scorso ho pensato di non farlo perché avrei postato lo stesso contenuto. Anche io quindi sono dissociata, il rischio è che pensiamo solo alla parte instagrammabile di noi".


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