Il dramma di Ciro Esposito, caso simbolo della violenza ultras

Nella puntata di Un giorno in pretura in onda su Rai 3 il 6 agosto viene mostrato il processo a Daniele De Santis, responsabile della morte del giovane tifoso

Un giorno in pretura
Fonte: Ufficio Stampa Rai

Un caso che ha sconvolto l’intero mondo dello sport, e non solo: stiamo parlando della morte di Ciro Esposito, giovane tifoso della squadra di calcio del Napoli ucciso da un colpo di pistola sparato da un ultras romano, Daniele De Santis. Ed è proprio su di lui, e sul processo che l’ha coinvolto, si concentra la puntata di Un giorno in pretura in onda la sera del 6 agosto su Rai 3.

L’omicidio di Ciro Esposito a Un giorno in pretura

L’episodio risale al 3 maggio 2014, quando allo stadio Olimpico di Roma si stava per giocare la finale di Coppa Italia di calcio tra Fiorentina e Napoli. Come sempre accade, prima della partita iniziano a raccogliersi fuori dallo stadio gruppi di tifosi di entrambe le squadre, ma questi ultimi vengono improvvisamente travolti da alcuni ultras. Tra urla e lanci di sassi contro i pullman dei tifosi, nessuno si sarebbe aspettato di sentire anche degli spari: un colpo di pistola raggiunge Ciro Esposito, 31 anni, sostenitore sfegatato del Napoli arrivato nella Capitale per assistere alla partita della sua squadra del cuore. Rimane ferito gravemente, mentre le forze dell’ordine individuano il responsabile: Daniele De Santis, 48 anni, ex ultrà della Roma che nel frattempo viene coinvolto in una rissa. I disordini non si placano, ma si decide di dare comunque inizio alla partita dopo una trattativa con i capi ultras. Il giorno seguente, però, il ministro dell’Interno Angelino Alfano nega tutto: lo Stato non avrebbe mai trattato con gli ultras.

Il 6 maggio De Santis viene accusato di tentato omicidio, detenzione illegale di armi e rissa, e a causa del pestaggio subito viene ricoverato al Policlinico Gemelli, dove si trova anche Esposito. Quest’ultimo subisce numerosi interventi, ma il 25 giugno, dopo 53 giorni di agonia, muore. Gli inquirenti continuano ad indagare su quanto accaduto fuori dall’Olimpico, e confermano che l’unico responsabile della morte di Ciro Esposito e Daniele De Santis, che confessa: "Mi sono trovato nel mezzo di una rissa, ho avuto paura e ho sparato. Purtroppo un ragazzo è morto, ma io non volevo uccidere". Dopo un lungo processo, l’ex ultrà romanista viene condannato dalla terza Corte d’Assise di Roma a 26 anni di reclusione e ad un risarcimento di 140mila euro alla famiglia Esposito. Con lui vengono condannati anche due tifosi del Napoli, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito: otto mesi di reclusione per rissa aggravata e lesioni.


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