Piero Chiambretti su Fabio Fazio: "Nessuna censura, ha uno spazio confortevole"

Il conduttore de La tv dei 100 e uno ha criticato coloro che stanno lasciando la Rai per motivi politici: "Nessuno è stato cacciato, è una loro scelta"

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Non si placano le polemiche sui numerosi personaggi televisivi che stanno dicendo addio alla Rai in seguito alla rivoluzione portata al servizio pubblico dal Governo in carica. Primo su tutti Fabio Fazio: se da un lato viene considerato vittima di quella destra che vuole negare la libertà di pensiero, dall’altro c’è chi respinge ogni accusa sostenendo che si sia trattato semplicemente di una sua scelta (dovuta soprattutto ai soldi). Tra questi ultimi c’è anche Piero Chiambretti, attualmente volto di Mediaset ma con un lungo passato in Rai.

Piero Chiambretti sulla nuova Rai e l’addio di Fazio

Il conduttore ha rilasciato un’intervista a La Stampa, nella quale ha commentato il nuovo volto che la Rai sta assumendo e le innumerevoli polemiche legate all’esodo dei conduttori di sinistra che, uno per uno, stanno lasciando la tv di Stato per approdare in altri lidi. Parlando in generale, Chiambretti ha risposto ad una domanda che in molti, al momento, si stanno ponendo: "Con una tessera in tasca si lavora meglio in tv?". Questa la sua risposta: "Se ce l’hai fatichi meno a lavorare, direi. Ma direi anche che se non ce l’hai, se sei un cane sciolto, hai il vantaggio che magari lavori anche quando cambiano i governi". Una frecciatina, questa, a tutti quei volti noti della Rai che, con il cambio di Governo, hanno deciso di fare i bagagli: "Diciamo che la tv e la politica vanno a braccetto da sempre e che non c’è nulla di nuovo sul fronte occidentale, anche se oggi molti scappano dando l’impressione di farne una questione di principio". Anche se, a dirla tutta, secondo Chiambretti non è solo la politica a spingerli a cambiare: "Non vanno sulle montagne in Sardegna, si spostano più semplicemente dove hanno mercato per continuare a fare il proprio lavoro".

Queste ultime parole sono riferite, tra gli altri, anche a Fabio Fazio, da molti tacciato di vittimismo quando, a ben vedere, la scelta di trasferirsi su Nove è derivata anche dall’offerta di un contratto multimilionario, e non solo dall’arrivo della destra ai vertici della Rai: "Tutto può essere. Ma, da quello che leggo, chi se n’è andato lo ha fatto per scelta. Non è stato cacciato nessuno. E nessuno è rimasto disoccupato. Mi sembra difficile parlare di censure". Anche Piero Chiambretti, dunque, si schiera dalla parte di coloro che negano l’ormai chiacchieratissima "epurazione" da parte del Governo di Giorgia Meloni in Rai. "Vedo che in giro ci sono agenti molto efficienti che riescono a garantire spazi confortevoli ai propri assistiti. Io, quando fui fatto fuori dalla Rai, rimasi fermo due anni. Nessuno si indignò o scese in piazza, ma non è che mi sentissi un martire. Piuttosto noto con dispiacere che in Italia gli ideali sono meno importanti degli interessi". Dura, però, la sua critica nei confronti di Matteo Salvini, che ha commentato l’addio di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto con "Belli ciao": "È di cattivo gusto usare Bella Ciao in questo modo. Rende omaggio a quei partigiani che morivano davvero per la nostra libertà. Mi pare una mancanza di rispetto nei loro confronti usarla così superficialmente".


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