Non è l’Arena: in TV il caro bollette, anticipazioni 6 novembre

Una puntata ricca di ospiti, temi caldi, e tanta voglia di analizzare l'attuale situazione socio-economica in Italia, dopo le recenti elezioni

Non è l'Arena
Fonte: La7

Una puntata infuocata quella di stasera domenica 6 novembre a Non è l’Arena, il talk condotto da Massimo Giletti in onda su La7. Previsto un lungo confronto sulla politica interna. Dalle polemiche tra maggioranza e opposizione, ai problemi del caro bollette, passando per le nuove posizioni sulla guerra in Ucraina, fino al tanto discusso decreto legge sui rave party.

Cosa aspettarsi dalla puntata

Il tema principale riguarda, in particolare, il decreto per rendere illegali i rave party. Dopo i fatti di Modena, nel primo Consiglio dei Ministri si è optato per l’introduzione di una nuova fattispecie di reato. Quest’ultimo, secondo le opposizioni, potrebbe però essere al contrario liberticida, essendo utilizzabile anche per sgomberare i presidi di protesta contro il governo. Rendendolo quindi di fatto uno strumento pretestuoso. Nel talk si riprende a parlare di guerra in Ucraina. Nonostante le dichiarazioni rilasciate sette giorni fa dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, le polemiche riguardanti l’invio delle armi in Ucraina non accennano a diminuire. Crosetto nelle ultime ore ha avuto un duro botta e risposta con il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che potrebbe divenire argomento di dibattito nella puntata di stasera. Inoltre tema molto atteso sarà anche l’aumento spropositato delle bollette delle case degli italiani. Il paese attraversa uno dei momenti più difficili del Dopoguerra e il governo di Giorgia Meloni, che si è appena insediato, è chiamato a dare finalmente risposte concrete. Sul caro bollette nei giorni scorsi l’Esecutivo ha annunciato l’impiego di trenta miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese. Parlando invece di diritti civili i temi potrebbero spostarsi poi sulle polemiche riguardanti le Ong. Il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha tenuto a ribadire che i porti italiani sono chiusi per le navi delle Ong non provenienti dall’Italia. Nonostante questo, al largo della Sicilia sono ancora presenti diverse imbarcazioni cariche di migranti in situazioni difficoltose che chiedono di poter attraccare, rendendo più difficili i soccorsi per queste persone.


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