Massimo Giletti pronto al ritorno in Rai: la frase sibillina

Il conduttore di Non è l'arena riprende le dichiarazioni del ministro Sangiuliano da Fazio ("In Rai stalinisti col colbacco") e svela che la trattativa è aperta

Non smentisce, non conferma ma dimostra di essere ben attento a quello che si dice in quella che potrebbe tornare ad essere la sua "casa televisiva": Massimo Giletti, da giorni al centro delle cronache per le voci sul suo possibile, clamoroso rientro in Rai, dopo l’uscita e l’approdo a La7, temporeggia sornione ma ste con le orecchie ben alzate su quanto accade in viale Mazzini.

Nella puntata di ieri sera di Non è l’arena, il giornalista piemontese aveva ospite il direttore del Tg della TV di Cairo Enrico Mentana e con lui ha commentato le frasi pronunciate poco prima dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano a Che tempo che fa. Proprio nello spazio dove si dice che Giletti potrebbe approdare, se le trattative con la Rai andassero in porto e se Fabio Fazio traslocasse altrove, l’ex direttore del Tg2 aveva detto che al ministero si sente più libero che alla Rai e che sarebbe più facile trovare la vita su Marte che far uscire i partiti dalla TV di Stato, nei cui corridoi si aggirerebbe tutt’ora "qualche piccolo Stalin, qualcuno ancora con il colbacco".

Apprese le parole del ministro, Giletti ne ha parlato con Mentana, che ha commentato: "Il problema della Rai è che gli editori sono gli stessi partiti. Come è possibile liberarla dai partiti se i partiti sono gli editori? È inutile far finta di non saperlo. È come dire ‘Vogliamo fare Mediaset senza Berlusconi e La7 senza Cairo", è possibile? Io sono entrato al Tg1 nel 1980 e non ho mai visto un direttore in urto con Palazzo Chigi".

Ma Giletti, divertito, ha anche voluto fare un breve accenno ai rumor del momento: "Se resto fuori dalla Rai? Dipende, mai dire mai nel futuro". Non una smentita, non una conferma ma la dimostrazione che la partita è sicuramente aperta.


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