Mannoni torna sull’addio alla Rai: “Stanno scomparendo tutti, c’è un disegno dall’alto”

Il conduttore di Linea Notte lascia con amarezza l’appuntamento notturno del Tg3 dopo 15 anni: “Non hanno fatto i salti mortali per trattenermi”

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

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Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

È ufficiale anche l’addio di Maurizio Mannoni alla Rai. Il conduttore di Linea Notte si era congedato per la pausa estiva lo scorso luglio, lasciando intendere come la sua conferma fosse quantomeno in dubbio. A inizio settimana, lo scorso 1° agosto, è arrivata l’ufficialità: Mannoni, attraverso un tweet, ha ufficializzato la sua separazione da viale Mazzini, spiegando che non tornerà alla guida dell’appuntamento notturno del Tg3 nella prossima stagione televisiva. Ieri il giornalista è tornato a parlare del suo addio: intervistato da Open, Maurizio Mannoni ha raccontato nel dettaglio i retroscena della sua mancata conferma nella "nuova Rai", non nascondendo una certa amarezza. Scopriamo cosa ha detto.

Maurizio Mannoni spiega il suo addio alla Rai

Maurizio Mannoni è solo l’ultimo di una lunga lista di nomi storici della Rai "saltati" con l’avvento della nuova tv di Stato impostata dalla linea politica del governo della destra sovranista. Dopo Fabio Fazio (40 anni in Rai), Lucia Annunziata (28) e Bianca Berlinguer (34), il giornalista saluta la Rai dopo ben 15 anni di collaborazione, nell’ambito del valzer di conduttori, opinionisti, programmi ed epurazioni varie in corso in viale Mazzini. Come ufficializzato su Twitter da Mannoni, il suo addio sarà definitivo; l’ormai ex conduttore di Linea Notte ha infatti spiegato nel corso di un’intervista a Open: "Ho accumulato circa 200 giorni di ferie arretrate e, a maggio del prossimo anno, andrò in pensione. Quindi dovrò iniziare tra pochissimo a smaltire le ferie, mi resta più o meno un mese di lavoro in Rai".

Maurizio Mannoni ha commentato con amarezza questa decisione della tv di Stato: "Diciamo così: non hanno fatto i salti mortali per trattenermi". Pur non additando colpe nei confronti di Roberto Sergio ("Il nuovo ad è stato molto gentile con me" né delle dinamiche extra-televisive ("Non credo di rivestire tutta questa importanza"- "Non sono in cima ai pensieri della maggioranza di governo, però è un peccato per il pubblico"), il giornalista si è detto dispiaciuto per la nuova linea politica intrapresa da Rai 3, che rischia di perdere la sua identità: "Evidentemente, visto che da Rai 3 stanno scomparendo tutti, forse l’obiettivo era quello di togliere riconoscibilità alla rete. (…) Mi appare evidente che ci sia un disegno calato dall’alto su Rai 3, una scelta esplicita di togliere riconoscibilità a una rete che, negli anni, non è stata di certo simpatica alle forze di maggioranza".


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