Enzo Paolo Turchi velenoso su Carmen Russo a La volta buona: "Metto i tappi nelle orecchie e fingo di ascoltarla"

Una coppia da record, tra ironia e malinconie Enzo Paolo e Carmen Russo si raccontano senza filtri, regalando al pubblico verità pungenti e molto di più.

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

A La volta buona, ospiti di Caterina Balivo, sono tornati Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo. Una coppia che il pubblico conosce e ama da anni, ma che ancora riesce a sorprendere con la sua spontaneità e irriverenza. Accolti in studio hanno subito parlato della loro vita, ormai un mix tra vita quotidiana e spettacolo, ma non per questo prima di spontaneità.

Enzo Paolo e Carmen Russo: i loro segreti da Caterina Balivo

"Ha già una lamentela", scherza per iniziare la Balivo riferendosi a Enzo Paolo, riguardo il camerino condiviso con Carmen. "Lei prende tutto lo spazio, io sto in un angolino. A casa almeno un pezzetto di tavolo lo rivendico, qui niente", ride Enzo Paolo. I due confessano che non è facile vivere insieme per quattro decenni, così come parlarne con leggerezza. Ma Enzo Paolo ci prova: "Se a casa si fosse comportata come faceva al Drive In, sarebbe stata una tragedia", ammette ridendo. Perché Carmen, in privato, pare sia quasi maniacale: "Le cose vanno fatte in un certo modo, il suo", dice lui. Poi la perla che fa scoppiare lo studio in una risata: "Io metto i tappi nelle orecchie e lei è convinta che io l’ascolti. I mariti fanno così, si chiudono in un angolo col tempo e fingono di ascoltare. Ecco perché dura". Carmen finge di offendersi, ma lo guarda con tenerezza. Lui la stringe forte e aggiunge: "Mi ha salvato? Sì, è vero. Ora però mi sta distruggendo".

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La volta Buona: la figlia e l’infanzia difficile di Enzo Paolo

Tra un sorriso e l’altro, emergono anche verità profonde. Enzo Paolo parla della loro figlia Maria, e lo fa con gli occhi di un padre che ha attraversato molte tempeste. "Voglio darle tutto quello che non ho avuto. Non parlo di vestiti, ma di affetto, di presenza". Poi l’uomo passa alla storia della sua infanzia: "Mia madre spariva per giorni. Dopo aver perso due figlie nella guerra – falciate via da un carro armato – è uscita un po’ di testa. In casa non c’era luce, né riscaldamento, non avevamo niente", racconta con sincerità: "A otto anni già lavoravo. Facevo le pulizie in una bisca. Quelle 20 lire servivano per mangiare, per un panino". Poi un’intuizione cambiò tutto: "Mamma vide il bando per la scuola di danza del San Carlo di Napoli e mi iscrisse. Lì ci curavano, ci davano le scarpine usate. L’amore per la danza venne dopo. Noi eravamo poveri, ma felici". Con il primo stipendio da primo ballerino, riuscì a comprare una casa per la madre, "Con quello che restava prendevo un panino con gli amici. Bastava quello per sentirsi ricchi" aggiunge lui.


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