Vita segreta di Maria Capasso, il film noir di Netflix con Luisa Ranieri che ha rapito tutti

Da estetista a narcotrafficante, il declino criminale di una vedova ambientato in una Napoli a due facce, al tempo stesso speranza e ombra

Roberto Ciucci

Roberto Ciucci

Giornalista

Appassionato di sport, avido consumatore di manga e film, cultore di tutto ciò che è stato girato da Quentin Tarantino e musicista nel tempo libero.

È comparso nel catalogo di Netflix il 15 luglio e in due giorni Vita segreta di Maria Capasso ha scalato le classifiche, diventando il secondo film più visto in Italia sul portale di streaming. Non è un caso, poiché il noir napoletano diretto da Salvatore Piscicelli si poggia su due elementi fondanti di assoluto rilievo: un’ottima scrittura e l’interpretazione di spessore offerta dalla protagonista Luisa Ranieri. Uscito nel 2019, il film unisce in maniera efficace realismo e tensione, regalando uno sguardo del tutto nuovo sulla resilienza delle donne. Accanto a Ranieri troviamo nel cast di Vita segreta di Maria Capasso Daniele Russo, Luca Saccoia, Antonio De Matteo, Nello Mascia e Marcella Spina

Di cosa parla la trama di Vita segreta di Maria Capasso?

Maria (Ranieri), è un’estetista part-time e madre di tre figli che vive la propria vita nella periferia di Napoli. La già non facile vita della donna, però, viene improvvisamente e del tutto gettata nel baratro economico e personale per la prematura morte del marito. L’affascinante Gennaro (Russo) le offre il proprio aiuto, diventando in fretta amante e benefattore. Maria si trova quindi catapultata, suo malgrado, dalla dimensione di modesta estetista a quella di narcotrafficante nel giro della cocaina diretta in Svizzera. L’escalation verso il crimine è implacabile e segna un deciso punto di rottura nella sua vita, che si allontana sempre di più dalla morale comune.

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Vita segreta di Maria Capasso è basato su una storia vera?

Il film non si basa su fatti reali, come qualcuno potrebbe pensare, bensì è tratto dal romanzo omonimo, scritto dallo stesso Piscicelli nel 2013 basandosi su un immaginario personale e ambientato in una Napoli di finzione realistica. "Mi interessava riflettere su quella sorta di zona grigia dove la criminalità organizzata intreccia rapporti con settori della più insospettabile società civile, e mi interessava farlo attraverso un personaggio femminile come cartina al tornasole per capire certe trasformazioni che sono intervenute negli ultimi anni, a Napoli e non solo" ha affermato il regista nell’ambito di un tour promozionale del film.


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