Non è l'Arena, Giletti fermato da Cairo: rischiava di mandare in fumo una mega-trattativa

Una nuova ipotesi sulla chiusura di Non è l'Arena: il conduttore sarebbe stato messo a tacere dall'editore, per non mandare a monte l'acquisto di Mediaset

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Urbano Cairo
Fonte: La7

Sono settimane concitate, queste, per la televisione italiana. Se da un lato la Rai deve fare i conti con le imminenti nuove nomine da parte del Governo e con le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes, dall’altra anche Mediaset sta attraversando un periodo non semplice. Le condizioni di salute di Silvio Berlusconi continuano infatti a preoccupare, e appare sempre più evidente che il Cavaliere non possa più occuparsi della sua azienda (così come del suo partito): pare, quindi, che la famiglia Berlusconi stia valutando una cessione di Fininvest.

Urbano Cairo rileva Mediaset?

A lanciare lo scoop, come sempre, è stato Dagospia. Secondo il blog, ci sarebbero diversi investitori disposti ad acquistare Mediaset, pur scontrandosi con le resistenze dell’amministratore delegato Piersilvio Berlusconi. Prima tra tutti Vivendi, società francese che è attualmente la seconda azionista di Mediaset, e che non ha mai smesso di mostrare il proprio interesse nell’acquisire l’azienda. Ma ora sembra che anche in Italia qualcosa si stia muovendo: secondo Dagospia, si sarebbe attivata un’alleanza formata da alcuni imprenditori del nostro Paese, con l’appoggio di un importante gruppo bancario (probabilmente Intesa) al cui vertice ci sarebbe Urbano Cairo. L’editore e patron di La7 avrebbe, dunque, in mente un piano ben preciso per Fininvest, che nelle sue mani subirebbe un deciso cambio di rotta con una linea editoriale decisamente più spostata a sinistra. Proprio per questo, se i figli minori di Berlusconi – Eleonora, Barbara e Luigi – si dicono d’accordo, Piersilvio esprime la sua totale contrarietà alla cessione della maggioranza delle azioni di Mediaset a Urbano Cairo.

Se, poi, quest’ultimo rilevasse Mediaset, si solleverebbe un altro problema: per legge, infatti, i privati non possono possedere più di tre reti televisive, ed essendo al momento a capo di La7, si ritroverebbe ad avere in mano quattro reti. La scelta più ovvia, per lui, sarebbe quindi quella di rinunciare a Rete 4, che è quella più spostata verso destra, cedendola ad altri investitori.

La nuova ipotesi su Massimo Giletti

Se questi sono i piani di Urbano Cairo, si potrebbe anche ipotizzare che l’improvvisa chiusura di Non è l’Arena e la cacciata di Massimo Giletti da La7 assuma un nuovo senso. Con l’annuncio di alcune puntate del suo programma dedicate alle indagini sul coinvolgimento di Silvio Berlusconi nelle stragi mafiose degli Anni ’90, Giletti avrebbe senza dubbio mandato a monte i piani del suo editore, che per questo potrebbe averlo messo a tacere togliendogli la trasmissione. Si tratta, tuttavia, di mere ipotesi. Soprattutto dopo che la famiglia Berlusconi ha fatto pervenire a Dagospia una nota, nella quale afferma: "Caro Dago, abbiamo letto il tuo scoop. Per quanto riguarda Fininvest e la famiglia Berlusconi, la notizia è del tutto priva di fondamento".


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