Le Iene, top e flop: Golia coraggioso (o pazzo), Bandecchi offende

Il 30 gennaio su Italia1 tanti servizi sorprendono in peggio, ma per fortuna ci sono anche momenti toccanti che lasciano il segno: cosa è successo in puntata

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Durante la puntata de Le Iene, in onda su Italia1 martedì 30 gennaio, Veronica Gentili e Max Angioni presentano tutta una serie di servizi i cui protagonisti fanno molto parlare di sé, alcuni in meglio e altri in peggio. I flop sono tanti, i top davvero pochi, ma vediamo insieme cosa è accaduto questa sera nel corso delle tre ore di diretta che hanno visto come ospite Elettra Lamborghini, protagonista di un balletto imbarazzante e dell’unico monologo della serata, incentrato sulle difficoltà di adottare i bambini al giorno d’oggi.

I top

Il primo top riguarda il servizio di Nicola Barraco e più precisamente Beniamino Zuncheddu. Dopo la condanna all’ergastolo e 33 anni di carcere da innocente – aveva un alibi di ferro – a causa di un clamoroso errore giudiziario nel caso della strage di Sinnai (aveva 26 anni), l’uomo ha il sorriso stampato sul volto e fa dell’umorismo la sua arma vincente. Tante le battute, ma a emergere è soprattutto il fatto che non prova rancore verso chi l’ha accusato in precedenza, pur avendo passato più anni dentro che al di fuori del carcere.

Il secondo top lo diamo a Giulio Golia per il servizio sui "Mostri di Ponticelli", un caso che risale a ben 41 anni fa nella periferia di Napoli. Il giornalista si concentra su Mario incarnato, un pentito di camorra che avrebbe "aiutato" l’unico testimone a fare i nomi di tre uomini – Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo – per entrare nel programma di protezione testimoni. Da ciò che è emerso, gli inquirenti avrebbero forzato la risoluzione del caso e i tre malcapitati sarebbero stati "messi in mezzo per coprire altri interessi". Golia allora prova a saperne di più, chiamando direttamente al telefono Mario Incarnato, ora nascosto in quanto collaboratore di giustizia. È qui che il giornalista dimostra un grande coraggio (o forse una buona dose di pazzia) pur di capire cosa fosse effettivamente accaduto dentro la caserma Pastrengo, dove più di una volta ai tempi l’ex camorrista e il testimone Carmine Mastrillo si trovarono nella stessa stanza. "Non ti posso accontentare. Per me i ragazzi sono colpevoli. Tu hai infangato mio fratello, che è morto per causa mia, per le scelte che ho fatto io. Sto andando a denunciarti", gli dice al telefono riferendosi a un servizio precedente in cui aveva detto che il controllo della piazza di Ponticelli era passato a Gennaro Incarnato dopo il suo pentimento. L’uomo è davvero adirato con il giornalista, eppure quest’ultimo non si arrende e chiede di poterlo addirittura vedere di persona per saperne di più su quanto accaduto a Ponticelli. Da ricordare è però una frase di Golia, detta in un momento in cui si sente attaccato da Incarnato: "Lei ha ucciso persone. Di cosa stiamo parlando?", gli ricorda quando lo accusa di non essersi mai scusato per il servizio ne Le Iene Inside.

Il terzo top lo diamo a Gigliola, una delle sopravvissute della RSA abusiva in cui Maricetta Tirrito e Silvana Loconte trattavano gli ospiti come bestie. La donna si era fidata del consiglio di un sacerdote, ignaro di ciò che accadeva nella struttura. La donna è distrutta dal dolore per la perdita della sorella, morta lì a causa della mancanza di medicinali appositi, ma vede ancora speranza nel futuro, il che non è certo cosa da poco di questi tempi, anche visto che aveva rischiato di perdere la vita nella RSA a causa di una brutta caduta e di una successiva infezione. Ma il momento più commovente è quello in cui la donna chiama la sua farmacista, preoccupata per non averla più vista nella sua farmacia, e si rende conto di essere ben voluta e importante per qualcuno. Le due infatti si riconoscono subito, ascoltandosi per telefono, e Gigliola si trova talmente a suo agio da raccontarle la devastante esperienza vissuta in quella struttura.

I flop

Il primo flop lo diamo allo stalker che si crede il fidanzato di Maria nel servizio di Veronica Ruggeri, un caso tanto inquietante quanto complesso. Un uomo incontra per caso in un bar una donna – fidanzata – che si mostra gentile con lui e da lì parte un corteggiamento che va oltre ogni limite: le scrive messaggi a sfondo sessuale, parla di matrimonio, si fa trovare nei luoghi dove lei è solita andare e arriva a minacciarla. La cosa peggiore è che Veronica Gentili in diretta liquida il dramma con queste parole: "Vabbè dai, Veronica ci ha provato, poi vedremo cosa succederà", lasciando Maria in balia di un pazzo che la perseguita e ora è pure furioso con lei per aver chiamato i carabinieri e averlo fatto allontanare: "La ragazza la pagherà, con gli astri", dice davanti alle forze dell’ordine. La Ruggeri prova a farlo ragionare, ma inutilmente (c’è da dire che il giovane ha già una denuncia a suo carico per questo tipo di atteggiamenti, quindi provare a fargli cambiare idea con due paroline era una ardua impresa). "Maria non la passerà liscia", è l’ultima parola dello stalker.

Il secondo flop lo diamo all’arbitro di Serie A, presentatosi ancora una volta di spalle, al buio e con la voce camuffata nel servizio di Filippo Roma, il che rende tutto meno credibile. Il terzo flop è per Maricetta Tirrito e Silvana Loconte, protagoniste del pezzo di Nina Palmieri e ora agli arresti domiciliari. Le due donne – la prima tra l’altra era una paladina antimafia – sono accusate di omicidio e circonvenzione di incapace. Nella RSA abusiva da loro aperta – situata in uno squallido sotterraneo – trattavano gli ospiti senza cura, negandogli il riscaldamento, dandogli il cibo a piccolissime dosi, non permettendogli di chiamare i parenti e comprare le medicine necessarie e rubandogli addirittura i soldi dai conti, perché tutte le carte erano nelle loro mani. Gli unici giorni in cui tutto sembrava funzionare per il meglio erano quelli in cui erano previste le visite dei famigliari o feste (di Natale, per esempio), eventi sempre meno frequenti. 22 sono le persone morte in quella struttura, tra le quali la sorella di Gigliola, un decesso evitabile come tanti altri. Se Maricetta Tirrito prova a rigirare costantemente la frittata ribadendo la sua innocenza, Silvana Loconte si rifiuta di parlare con la Palmieri. E forse tra le due reazioni è meglio la seconda, visto il risultato… Ché poi le prove ci sono tutte, è anche inutile ad un certo punto continuare ad arrampicarsi sugli specchi.

Il quarto flop lo diamo al sindaco di Terni Stefano Bandecchi, il quale nel servizio di Filippo Roma afferma che "gli italiani sono un po’ co*lioni", parole che potrebbero offendere gli italiani e dette solo perché non tutte le persone fanno i furbetti come lui: "Se qui ti costa il triplo, la tieni in Europa, da un’altra parte", dice parlando di una nuova imbarcazione che sta costruendo. Generalizzare, in ogni caso, non è mai una cosa buona, né tantomeno giusta. Non solo: ammette di aver rubato un’enciclopedia a un editore e di averla inserita in un CD-ROM. Grazie alla grande quantità di vendite dei dischi è poi diventato ricco (e chi se ne importa del copyright…). Inoltre, la Guardia di Finanza gli contesta ben 20 milioni e se la prende con loro ("Dicono: ‘Siccome gestendo questo lavoro ha evidentemente una marginalità importante allora non va bene’") e scopriamo che mentre fuori litiga, discrimina, utilizza parole volgari e alza le mani, in casa sua comanda la moglie: "L’italiano medio è fatto così: dentro casa non sono una minc*ia e fuori mi devo sfogare", conclude Bandecchi. Per fortuna non siamo tutti "italiani medi", due termini usati fin troppo spesso durante le 48 ore in compagnia delle Iene.

Il quinto flop lo diamo al Colonnello dell’esercito del servizio di Roberta Rei. Il motivo è semplice: nessuno può permettersi di trattare un sottoposto come un oggetto sessuale da commentare, tantomeno un uomo che fa pulire le "pal*e" ai cavalli 10 volte al giorno, mandando poi le foto dei sederi delle donne dell’arma ai colleghi, scattate nel momento in cui si abbassano per obbedire al suo ordine diretto. Tra l’altro, tutti lo sanno ma nessuno parla, un po’ come il prete nel caso di Fleximan di stasera. D’altronde anche il cappellano dell’esercito se ne lava le mani: "Si sa, lo sanno anche i vertici", è la risposta alla denuncia della donna coinvolta in tale dinamica. Il sesto flop lo diamo alla politica e in particolare a Matteo Salvini, pronto a spendere ben 118 milioni di soldi pubblici per realizzare una pista da bob che verrà usata solo 15 giorni nel 2026, durante i Giochi olimpici invernali Milano-Cortina, per poi rimanere inutilizzata e costare 1 milione di euro all’anno di manutenzione. Tutto questo perché le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono in Italia e quindi "tutte le gare si devono fare in Italia", quando l’Austria era disposta a cedere una sua pista per un costo complessivo di 12,5 milioni di euro.


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