Rinviata la fiction su Dalla Chiesa: era davvero necessario?

In seguito alla candidatura di Rita Dalla Chiesa, la Rai ha rimandato Il nostro generale: celebrare una figura così importante significa favorire la figlia?

Il nostro generale
Fonte: Ufficio Stampa Rai

La stagione televisiva 2022/2023 avrebbe dovuto aprirsi, per quanto riguarda Rai 1, con una delle fiction più attese dell’anno: Il nostro generale. Una miniserie in quattro puntate dedicata alla figura del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (interpretato da Sergio Castellitto), ucciso nel 1982 a Palermo, per mano di Cosa Nostra. La fiction avrebbe dovuto fare il suo debutto nella prima serata dell’11 settembre, ma la notizia della candidatura di Rita Dalla Chiesa, figlia del Generale, alle elezioni politiche ha cambiato le carte in tavola.

La Rai rimanda Il nostro generale: è polemica

Fin da quando i primi rumors riguardo all’ingresso in politica della conduttrice di Forum hanno iniziato a circolare, in molti si sono chiesti come si sarebbero comportati i vertici Rai: visto il clima di par condicio, la messa in onda de Il nostro generale era a rischio. E oggi tale rischio si è trasformato in realtà: la fiction è stata rinviata. La notizia è stata diffusa da Davide Maggio, che ne ha dato l’ufficialità (è anche atteso un comunicato da parte della stessa Rai), e non ha certo lasciato indifferenti. Nel 2022, infatti, si celebra il 40esimo anniversario dalla morte del Generale Dalla Chiesa, universalmente riconosciuto come martire dello Stato, che ha dato la sua vita per contrastare la mafia. Un evento che non può essere oscurato dalla decisione della figlia, volto noto della tv, di scendere in politica. Può davvero la messa in onda di una fiction dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa influenzare gli elettori e favorire la figlia? Probabilmente no. A questo punto viene da chiedersi se fosse davvero necessario rimandare. O se, in caso contrario, la Rai si sarebbe sentita in dovere di compensare (essendo in periodo di par condicio) con un contraddittorio.

Non sappiamo se una fiction che celebra la storia di uno degli uomini che ha maggiormente segnato la storia italiana, e in particolare quella della lotta alla mafia, avrebbe potuto favorire la scalata politica della figlia (e non lo sapremo mai, dato che la serie inizierà dopo il voto), candidata nelle file di Forza Italia alle elezioni del 25 agosto. Certo è, invece, che la stessa Rita Dalla Chiesa ha definito "molto forzata" l’ipotesi che la Rai potesse rimandare la messa in onda della serie (in risposta, su Twitter, al giornalista Massimo Falcioni, il primo ad averla esposta). Ipotesi che, nei giorni successivi al post, si è rivelata reale, nonostante anche la diretta interessata avesse delle perplessità a riguardo. Altrettanto certo, poi, è che l’ingresso in politica della conduttrice potrebbe essere influenzato, piuttosto che da una fiction nata esclusivamente per celebrare suo padre, dal fatto che della famiglia Dalla Chiesa faccia parte anche Nando, suo fratello. Deputato dal 1992 ed ex Sottosegretario al Ministero dell’Università e della ricerca, è sempre stato schierato a sinistra, con posizioni decisamente opposte a quelle di Forza Italia.


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