Il gran finale dell'Eurovision 2023: i top e flop da ricordare

Su Rai 1 la serata più importante della kermesse musicale, il meglio e il peggio: da Marco Mengoni, che non raggiunge il podio, a Loreen, vincitrice dello show

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

C’era grande attesa per la finalissima dell’Eurovision Song Contest 2023, tenutasi alla M&S Bank Arena di Liverpool sabato 13 maggio con la conduzione di Alesha Dixon, Hannah Waddingham, Julija Sanina e Graham Norton e trasmessa su Rai 1 con il commento italiano di Mara Maionchi e Gabriele Corsi.

Le sorprese non sono certo mancate, a partire dalla grande presenza scenica di Loreen, rappresentante della Svezia e vincitrice della kermesse musicale con il brano Tattoo. Marco Mengoni è arrivato quarto nella classifica finale, nonostante la sua Due Vite, canzone che lo ha visto trionfare all’ultimo Festival di Sanremo, abbia ottenuto diversi voti dalle Nazioni partecipanti. Per fortuna, non è tornato a casa a mani vuote: i compositori dei 26 pezzi in gara gli hanno assegnato il Composer Award, ovvero il premio della critica per la Miglior composizione. Ricordiamo che l’Italia rientra tra le Big Five dell’evento – i Paesi passati di diritto alla finale senza partecipare alle semifinali – insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Presente all’appuntamento conclusivo anche l’Ucraina, vincitrice dello scorso anno.

I top

Da citare tra i top della finalissima dell’Eurovision 2023 è la struggente esibizione di Loreen, non tanto perché ha vinto il concorso più longevo di sempre, ma perché ha davvero stupito tutti, conduttori e pubblico, con la forza espressiva della sua performance. Un aspetto che non riguarda tanto la potenza della voce ma il suo volto: il dolore della donna protagonista del testo di Tattoo emerge in ogni sua smorfia, sguardo e gesto sul palco. Tra l’altro, la sua vittoria segna un traguardo importante: è la prima donna (e la seconda artista) ad aver trionfato per ben due volte all’ESC.

A lasciare di stucco è soprattutto lo spettacolo dei Let 3, band che rappresenta la Croazia con il brano Mama ŠČ!, conclusasi con Prlja (cantante), Mrle (bassista), Bean (batterista), Baljak e Knki (chitarristi) in mutande bianche e maglietta al centro del palco, mentre suonano e cantano come se niente fosse. Una provocazione senza dubbio, ma anche un modo originale e divertente per far passare un messaggio potente contro la guerra e la dittatura.

Soffermarsi sul numero di Marco Mengoni è quasi d’obbligo – d’altronde rappresenta l’Italia intera – ma è soprattutto un piacere. Emozionato sul palco, il cantautore non delude le aspettative, anzi viene elogiato dal pubblico con un applauso lungo e decisamente meritato. Anche la Maionchi è entusiasta, tanto che ribadisce più volte quanto il suo linguaggio sia sempre chiaro mentre intona il brano Due Vite, la storia di un amore vibrante che l’uomo sa raccontare benissimo anche davanti a milioni di telespettatori.

Non solo il brano: Marco Mengoni incanta tutti sfilando a inizio serata con la bandiera tricolore in una mano e quella LGBT nell’altra, suscitando la reazione positiva del pubblico dell’Arena e degli utenti social.

Un altro momento da tenere stretto è Mahmood, presente come ospite internazionale, che canta Imagine di John Lennon stando immobile al centro del palco e tenendo lo sguardo fisso sul pubblico di fronte a sé, quasi perso nel vuoto, come se stesse immaginando il mondo delineato nell’iconico inno di pace. Tutto ciò ha portato a una versione personale delicata, intensa e pulita della celebre canzone del 1971.

Flop

Oltre ai top, esistono i flop. Tra questi, senza dubbio ci sono i commenti italiani di Mara Maionchi. Nessun litigio, nessuna dichiarazione fuori dalle righe. Insomma, ci aspettavamo di più dalla nostra Mara, che di solito peli sulla lingua non ne ha e invece in questa occasione si è trattenuta fin troppo. Le uniche uscite carine sono da attribuire a due performance: la prima è Blanka con "Solo" (Polonia), che cerca di essere sensuale ma non riesce molto nell’intento. "Poco erotica. Carina, sì, però l‘erotismo è una cosa seria", dice la Maionchi. Il secondo commento è dedicato ad Alessandra, in gara con "Queen of Kings" (Norvegia). "Lei sembra il fratello di Thor!", dichiara.

Uno dei momenti più noiosi e nonsense dell’Eurovision Song Contest 2023: le votazioni, la cui durata complessiva è di oltre un’ora. Un tempo lunghissimo se pensiamo che abbiamo ascoltato più di venti canzoni in sole due ore. Allora perché non usare quei minuti di troppo in altro modo, magari lasciando un po’ di respiro tra un’esibizione e l’altra?

Prima di concludere, vi ricordiamo la classifica finale di questa edizione (con punteggio): Svezia (583), Finlandia (526), Israele (362), Italia (350), Norvegia (268), Ucraina (243), Belgio (182), Estonia (168), Australia (151), Repubblica Ceca (129), Cipro (126), Lituania (126), Croazia (123), Armenia (122), Austria (120), Francia (104), Spagna (100), Moldavia (96), Polonia (93), Svizzera (92), Slovenia (78), Albania (76), Portogallo (59), Serbia (30), Regno Unito (24), e Germania (18).


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