Giorgia Meloni attacca Rocco Schiavone: "Basta promuovere le droghe in tv"

La premier ha condannato duramente tutte le produzioni televisive nelle quali i protagonisti fanno uso di sostanze stupefacenti.

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Ieri – lunedì 26 giugno – è stata la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Sul tema è intervenuta la premier Giorgia Meloni, che ha tenuto un discorso alla Camera del Deputati, schierandosi apertamente contro l’utilizzo di ogni tipo di sostanza stupefacente. Con le sue parole, oltre a lasciar intendere di non aver alcuna intenzione di procedere con la legalizzazione della cannabis, e ha anche attaccato duramente tutte quelle produzioni televisive nelle quali i protagonisti fanno un costante uso (o spaccio) di droghe, e che recentemente sono diventati dei veri e propri fenomeni mediatici.

Giorgia Meloni contro le droghe in tv

"Tutta la narrazione va in una direzione: film, serie televisive. Il messaggio è che la droga è anticonformista, non fa male, fa bene", ha detto Giorgia Meloni durante il suo discorso, additando come esempi negativi tutte quelle serie tv, fiction, documentari e quant’altro in cui le sostanze stupefacenti sono molto presenti. Non è difficile pensare ai titoli che la premier ha voluto condannare, che si tratti di produzioni italiane o internazionali. Tra le prime ricordiamo, per esempio, una delle fiction di maggior successo degli ultimi anni, prodotta proprio dalla Rai: Rocco Schiavone. Il vicequestore di Aosta, interpretato da Marco Giallini, è un poliziotto fuori dagli schemi che, oltre ad essere immischiato in loschi affari, fa anche regolarmente uso di cannabis di nascosto dai colleghi, decantandole le proprietà rilassanti.

Ma non solo serie italiane: "Ci sono serie che raccontano le gesta di uno spacciatore sulle stesse piattaforme che facevano i documentari contro Vincenzo Muccioli", ha proseguito la premier nel suo discorso. E immediatamente viene da pensare ad un riferimento alle grandi piattaforme streaming come Netflix, dove tra i titoli più visti di sempre ci sono serie tv quali Narcos, che racconta le vicende del famoso narcotrafficante Pablo Escobar. Ma anche Breaking Bad, considerata una delle migliori serie tv mai prodotte al mondo, che ha come protagonista un professore di chimica che, per affrontare i suoi problemi economici e famigliari, inizia a sfruttare le proprie conoscenze in campo scientifico per produrre metanfetamina. Come dimenticare, poi, la serie fenomeno dello scorso anno, Euphoria, in cui Zendaya interpreta Rue, un’adolescente alle prese con la dipendenza dalle droghe. Sarebbero innumerevoli le produzioni che si potrebbero citare, e che Giorgia Meloni ha duramente condannato: "Non vuole esser un approccio paternalistico, lo stato etico non c’entra niente. C’entra la responsabilità delle istituzioni, c’entra la solidarietà, la responsabilità di fare cose difficili se sono giuste, di andare contro corrente. Se non cambiamo l’approccio, tutte le leggi e i fondi non basteranno, serve un’altra narrazione sul piano educativo e culturale. È finita la stagione dell’indifferenza, del massimo, del disinteresse sulle droga".


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