Achille Costacurta senza filtri: "Le droghe e il tentato suicidio, ora voglio aiutare i ragazzi down"

Il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta parla per la prima volta del suo passato difficile ora che, dice, finalmente: "Non tocco droghe, sto bene"

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Un’intervista a cuore aperto, anzi spalancato, quella che il giovane Achille Costacurta ha rilasciato a Repubblica e in cui, per la prima volta, ha raccontato il suo passato doloroso e sgretolato, di ragazzo immerso nel disagio. Non ha censurato niente sui suoi anni turbolenti: ha raccontato l’abuso di droghe, i guai con la giustizia, i mesi in istituto e anche un tentato suicidio. Poi però, anche per lui e per la sua famiglia, la mamma Martina Colombari e il papà Alessandro Billy Costacurta, la serenità pare sia tornata.

Achille ha trovato la sua pace lontano da Milano, sotto il sole di Palermo, dove dice di essere rinato e cova un bellissimo sogno per il suo futuro.

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"Ho provato a togliermi la vita con sette boccette di metadone, l’equivalente di 40 grammi di eroina. Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo. Avevo 17 anni, ero rinchiuso in un centro penale minorile a Parma e dopo un anno e sette mesi non ce la facevo più". È probabilmente questo, il momento in cui Achille Costacurta ha toccato il fondo. Quel fondo che, a volte va raggiunto per renderai conto di avere un’unica possibilità: provare a risalire.

Achille Costacurta: dal tentato suicidio alla rinascita

A scalare la sua montagna verso la serenità, Achille Costacurta, oggi pare ce l’abbia fatta. E proprio per questo non ha paura di guardarsi indietro e ripercorrere un passato di eccessi e dolore che oggi si sente di essersi messo alle spalle.

Nell’istituto penale di Parma, il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta ci è finito dopo che erano stati trovati alcuni coltelli nel suo armadietto di scuola, così è finito nell’istituto di Parma in cui ha passato quasi due anni: "È stata durissima, sono entrato che avevo 15 anni. Una volta un agente mi ha detto che mi doveva parlare. Stavo fumando e gli ho chiesto di aspettare che finissi. Mi ha spezzato la sigaretta davanti al viso, gli ho sputato e mi hanno preso a schiaffi in una stanza. Ero solo un ragazzino". Poi, con altrettanta crudezza, racconta l’incontro con la droga, a 18 anni: mescalina, un allucinogeno che, dice: "Quando sei sotto, ti senti Dio e io pensavo di poter aiutare il mondo intero. Ma in realtà mi stavo distruggendo. Le droghe sono il demonio. E il demonio ti prende e ti porta via".

Il rapporto con i genitori Martina Colombari e Billy Costacurta

La rinascita l’ha sperimentata quando ha deciso di lasciare Milano per Palermo, lontano dalle persone che lo conoscevano e anche da un certo clamore che lo ha inevitabilmente circondato in tutti questi anni, Achille dice di aver riscoperto una vita semplice ma molto piena di significato, e di essersi sentito accolto. Oggi dice di non toccare droghe, di sentirsi finalmente bene e anche di aver recuperato il rapporto con i suoi genitori: "Prima litigavamo ogni giorno, ora siamo uniti. Se torno tardi, li chiamo". I suoi progetti per il futuro? "Aprire un centro per ragazzi con sindrome di Down. Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco".


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