Concita la spara grossa: "La moglie di Soumahoro come la Ferragni"

La giornalista ha paragonato Liliane Murekatete alla regina delle influencer per l'amore per il lusso. Critiche piovono da ogni parte

Concita De Gregorio
Fonte: Ufficio Stampa Rai

Oltre alle vicende giudiziarie che hanno travolto Aboubakar Soumahoro, il sindacalista al centro di una vera e propria bufera mediatica e politica, a far discutere sono anche le abitudini della moglie, Liliane Murekatete, aspramente criticata per essere solita indossare abiti e borse di lusso e di aver posato mezza nuda per alcuni servizi fotografici. Tra le feroci accuse, si è alzata una voce in difesa di lady Soumahoro: quella di Concita De Gregorio.

Liliane Murekatete e Chiara Ferragni: un paragone senza senso

In un articolo pubblicato su Repubblica, la giornalista si è lanciata in una lunga disquisizione in difesa di Liliane Murekatete, arrivando addirittura a paragonarla a Chiara Ferragni. Entrambe, sostiene De Gregorio, sono giovani e bellissime donne che amano gli abiti firmati e le borse di lusso, e concedono qualche scatto senza veli. Dopo aver elencato tutti i grandi successi dell’influencer – dai 30 milioni di follower all’incontro con Liliana Segre, dal lancio del suo marchio a Sanremo – la giornalista afferma: "Non vedo perché una giovane donna arrivata in questo paese dal Ruanda non debba prendere appunti e provare a imitarla. Chiedo. Se il gioco è questo, è così che si fa".

Un paragone, quello tra Liliane Murekatete e Chiara Ferragni, decisamente azzardato, che ha sollevato non poche critiche nei confronti di Concita De Gregorio. Era davvero necessario prodigarsi in una lunga e complessa difesa di una donna da molto giudicata indifendibile? E, soprattutto, che senso ha mettere a confronto la moglie di un sindacalista, coinvolta in un’indagine sulle irregolarità contrattuali di una cooperativa, e l’influencer più famosa d’Italia? È ciò che si sono chiesti in molti. Soprattutto perché le due donne, sebbene libere di fare ciò che vogliono del proprio corpo (come sottolinea giustamente De Gregorio) sono mosse da due intenti decisamente diversi. Da un lato Chiara Ferragni, che degli abiti lussuosi ci ha fatto un mestiere. Dall’altro Liliane Murekatete, che nella nostra società ricopre un ruolo completamente diverso: gestire una cooperativa nata con l’intento di aiutare gli ultimi.

Francesco Bei riassume in modo perfetto questo concetto, nel suo articolo di risposta a Concita De Gregorio: "Se lasci al freddo dei ragazzini, li nutri a pane e acqua e non dai loro nemmeno quei pochi spiccioli che la carità di Stato prevede come argent de poche, sei su un piano morale diverso, diciamo così, da Ferragni. Che il personale alle sue dipendenze lo paga e immagino anche non poco, con i soldi che legittimamente guadagna. Non c’entra il colore della pelle.[…] C’entra invece la professione di Murekatete, il senso della sua missione, il fatto che abbia forse ingannato i migranti che le erano stati affidati affinché se ne prendesse cura, il fatto che abbia sfruttato, insieme alla madre, i lavoratori alle sue dipendenze lasciandoli senza stipendio per mesi".


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