"Chi l'ha visto?", caso Garlasco: "L'amico suicida di Sempio frequentava il Santuario della Bozzola". La sconcertante verità emersa da una foto social
Cosa è successo nella puntata di mercoledì 4 giugno della storica trasmissione: dal caso Garlasco all'omicidio di Liliana Resinovich
Nuovo appuntamento con "Chi l’ha visto". Nella puntata di mercoledì 4 giugno sono stati tanti i casi che sono stati affrontati: scopriamo cosa è successo e quali storie sono state al centro dei servizi e dei dibattiti in studio.
"Chi l’ha visto", puntata 4 giugno 2025: cosa è successo. Le indagini sul delitto di Garlasco e il Santuario della Bozzola
La puntata di "Chi l’ha visto" di mercoledì 4 giugno si è aperta con gli aggiornamenti sul caso dell‘omicidio di Chiara Poggi. A rompere il silenzio davanti alle telecamere del programma sono stati i genitori della ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 che hanno deciso di rispondere alle insinuazioni fatte in questi giorni: "È disgustoso, nostra figlia era una ragazza pulita, semplice. Non aveva misteri, non aveva segreti, non aveva amanti". Gli inviati del programma sono tornati poi ad indagare sul Santuario della Bozzola. Il 26 luglio e il 1° agosto, alcuni giorni prima dell’omicidio, la ragazza aveva consultato e salvato in una pennetta usb dei documenti in cui si parlava di pedofilia e abusi sessuali. Proprio nel 2014 il processo che vide coinvolti alcuni religiosi del Santuario fece emergere una realtà conturbante fatta di festini a luci rosse. Nella puntata di questa sera è emerso che Michele Bertani, l’amico suicida di Andrea Sempio, frequentava il Santuario della Bozzola. Lo si è desunto da una foto che il giovane aveva postato sui social. A questo si aggiunga che alcuni giorni prima di uccidersi, Michele aveva condiviso un post con una frase che ha attirato l’attenzione di chi sta facendo le indagini: "La verità sta nelle cose che nessuno sa". Il nome di Michele Bertani era emerso nell’ambito dell’indagine legata al Santuario della Madonna della Bozzola. Stando alle affermazioni del latitante romeno Flavius Savu — già condannato per aver ricattato Don Gregorio Vitali in relazione a un presunto caso di scandalo sessuale che avrebbe coinvolto il sacerdote — il luogo di culto sarebbe stato frequentato da diversi giovani del posto. E tra questi ci sarebbe stato anche l’amico di infanzia di Andrea Sempio.
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Entra nel canale WhatsAppIntanto gli investigatori attendono il 17 giugno quando ci sarà finalmente l’incidente probatorio. In questa occasione non solo verrà analizzato il DNA ritrovato sulle unghie di Chiara Poggi ma verranno esaminati i paradesivi che all’epoca catturarono impronte digitali che però non furono mai analizzate e attribuite. Sarà importante stabilire se è possibile ricavare anche il DNA e individuare i soggetti al quale appartiene.
Nell’ambito della nuova inchiesta intanto sono stati acquisiti gli atti dell’inchiesta che riguardano il Santuario della Bozzola. Gli investigatori stanno cercando di capire se Chiara fosse a conoscenza di informazioni riservate o se avesse assistito a eventi che non avrebbe dovuto vedere. Per questo motivo, è probabile che abbiano acquisito la documentazione relativa a un processo conclusosi nel 2014, che aveva portato alla condanna di due cittadini romeni per estorsione ai danni di don Gregorio Vitali, rettore del santuario noto per celebrare ogni mercoledì notte la cosiddetta "messa di liberazione", una forma di esorcismo svolta pubblicamente.
Altro spazio è stato dedicato alla vicenda della scomparsa di Clara Rossignoli. Della donna anziana scomparsa nel nulla non si hanno ancora notizie. Negli ultimi giorni sono riprese le ricerche e i vigili del fuoco hanno perlustrato in particolare una zona vicino all’argine di un fiume. Importante in tal senso è stata la testimonianza di un uomo che ha raccontato di aver visto il nipote della donna, Mattia Nascimben, mentre tornava la sera della scomparsa della donna da quel posto in compagnia di un uomo. Mercoledì 28 maggio è stata ispezionata anche la canna fumaria della casa alla ricerca di eventuali oggetti della donna. Una traccia di sangue è stata rinvenuta nel frattempo nel furgone di un uomo che ben conosce Erica, la compagna di Mattia. L’uomo si è però giustificato: "E’ sangue mio, io lavoro con il ferro, mi sfregio almeno 20 volte al mese". In merito alla sera in cui Clara è scomparsa, l’uomo ha rivelato: "Hanno litigato verbalmente, poi la lite è finita. C’erano dei malumori ma io dopo la lite me ne sono andato visto che avevo un appuntamento".
Il caso Liliana Resinovich: il mistero dei 20mila euro
Un altro caso che tiene ancora banco sui media è quello di Liliana Resinovich. Un mistero ancora oggi irrisolto riguarda quello dei soldi. Sebastiano dichiara che in casa c’erano tanti soldi in contanti, 20.000 euro per l’esattezza. Soldi che l’uomo avrebbe voluto consegnare alla coppia di amici, Laura e Giuseppe, ma loro hanno rifiutato. Ad oggi i tanti soldi in contanti ritrovati in casa restano un mistero: sono il frutto del lavoro di Sebastiano come arrotino? Non ne è convinta l’amica di Liliana: "Secondo me lei lo copriva, c’è qualche segreto che non è ancora saltato fuori".
Altro punto oscuro riguarda il cordino di canapa intrecciato che è stato ritrovato attorno alle buste che coprivano il volto di Liliana quando è stata trovata morta nel parchetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Durante un sopralluogo, alcuni poliziotti chiesero a Sebastiano se aveva dei cordini simili ma lui rispose di no. Durante una diretta televisiva, magicamente apparvero tre matasse di cordini. Matasse che non erano state trovate dalla polizia. Com’è possibile che non fossero stati trovati durante il sopralluogo della polizia? Gli interrogativi su questa vicenda continuano ad essere tanti. Intanto, dei due cellulari della vittima è stata fatta coppia forense in modo che possa essere analizzato il contenuto nelle prossime settimane.