Chiara Ferragni sempre più giù, anche Oreo nega: “La collaborazione non prevedeva alcuna beneficenza”

L’influencer ancora nella bufera per un accordo risalente al 2020: Codacons chiede i dettagli delle donazioni, altrimenti scatterà la denuncia

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

Content editor

Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Una bufera senza fine si continua ad abbattere sulla figura di Chiara Ferragni. L’influencer cremonese è ancora al centro di infinite polemiche, scattate come una sorta effetto domino dopo lo scandalo del Balocco-gate. L’ultima, in ordine di tempo, risalirebbe al 2020, quando Chiara Ferragni pubblicizzò la "Capsule collection limited edition Chiara Ferragni" dei biscotti Oreo. L’imprenditrice, in pieno periodo pandemico, avrebbe garantito che l’intero ricavato delle vendite sarebbe stato devoluto in beneficenza per iniziative per contrastare il Covid-19, ma la società Mondelēz Italia – titolare del marchio Oreo – ha fatto sapere che la collaborazione non prevedeva alcuna beneficenza. Chiara Ferragni avrebbe agito per conto proprio, ma dovrà rispondere delle sue azioni per evitare una denuncia da parte del Codacons. Scopriamo tutti i dettagli.

Chiara Ferragni e la collaborazione con Oreo

Con lo scoppio del pandoro-gate, come detto, Chiara Ferragni è finita nell’occhio del ciclone e tutte le sue collaborazioni e iniziative "benefiche" sono al momento sotto la lente d’ingrandimento, dalla vendita delle uova di Pasqua Balocco alle bambole Trudi. Sono settimane intense per il Codacons, al lavoro per indagare su tutte le attività benefico-commerciali sospette riconducibili all’influencer cremonese. Negli ultimi giorni, in particolare, sarebbe spuntata un’iniziativa risalente al 2020, quando Chiara Ferragni collaborò con Oreo per la realizzazione della "Capsule collection", con un packaging a edizione limitata dei famosi biscotti e una linea di vestiti dedicata. Come promesso dall’imprenditrice sui social, il ricavato delle vendite sarebbe stato destinato alla beneficenza, e in particolare a iniziative contro il Coronavirus.

La società Mondelēz Italia, titolare del marchio Oreo, si è però subito mobilitata e ha fatto sapere tramite un comunicato: "L’accordo di collaborazione tra Oreo e Chiara Ferragni comportava che la Sig.ra Chiara Ferragni disegnasse un packaging in limited edition di Oreo Double, in vendita da Marzo 2020 (…) e una capsule collection (linea di abbigliamento in edizione limitata ritraente il biscotto Oreo) a marchio Oreo by Chiara Ferragni (…) La collaborazione sopra descritta non prevedeva alcun accordo di beneficenza".

La denuncia

Come specificato dal comunicato emesso da Mondelēz Italia, però, Chiara Ferragni avrebbe poi effettivamente fatto una donazione, come iniziativa personale: "Ha deciso autonomamente, al di fuori dell’accordo commerciale in essere, di donare in beneficenza l’ammontare derivante dai proventi della vendita della parte della capsule collection nella sua disponibilità. Venuti a conoscenza della sua decisione di procedere in tal senso, anche Oreo ha deciso di effettuare una donazione allo stesso ente (Cesvi a favore dell’emergenza coronavirus)". Il Codacons vuole ora vederci chiaro e ha chiesto a Chiara Ferragni e al Ministero del lavoro l’entità e tutti i dettagli della donazione, prima che possa scattare la denuncia.


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