Caso Ferragni, Selvaggia Lucarelli mette in luce altri casi di beneficenza sospetta

Dopo l’indagine per truffa in relazione all’inchiesta sul pandoro Balocco, emergono ora altre circostanze ritenute simili che potrebbero essere vagliate.

Debora Manzoli

Debora Manzoli

Scrittrice ed editor

Scrittrice, copywriter, editor e pubblicista mantovana, laureata in Lettere, Cinema e Tv. Ha due libri all’attivo e ama la scrittura alla follia.

Per Chiara Ferragni ultimamene non c’è proprio pace, e pare che la situazione si stia addirittura complicando ora dopo ora. Ieri è arrivata la notizia ufficiale: Chiara è indagata per truffa aggravata in relazione all’inchiesta sul pandoro Balocco e la presunta beneficenza. Di recente, però, oltre al caso del pandoro, sono emersi ulteriori circostanze in cui l’imprenditrice digitale avrebbe attivato operazioni di marketing legate alla beneficenza simili a quest’ultimo. È proprio la giornalista Selvaggia Lucarelli a mettere in luce, tra le pagine del Fatto Quotidiano, altri casi di beneficenza potenzialmente sospetta: ecco quali sono.

Selvaggia Lucarelli e i casi di beneficenza "sospetta" di Chiara Ferragni

Dopo il pandoro Balocco, le uova di pasqua emergono ora altre circostanze in cui Chiara Ferragni avrebbe attuato operazioni di marketing legate a una "sospetta" beneficenza. La fonte dei sospetti, in questo caso, è la giornalista Selvaggia Lucarelli che, tra le pagine del Fatto Quotidiano, ha messo in luce altri casi che potrebbero essere ritenuti simili.

Si tratta ovviamente di sospetti che, al momento, non hanno alcun fondamento o conferma poiché ogni accusa dovrà essere vagliata da un giudice ed eventualmente dimostrata nelle sedi opportune.

A proposito di tali accuse, però, emergono in particolare altri tre casi "sospetti". Il primo riguarda la vendita della bambola Trudi di Chiara Ferragni, nel cui comunicato, secondo il Fatto Quotidiano, non sarebbe stato chiarito né il donatore né l’entità della donazione. In più, mentre il sito della Ferragni sottolineava come l’accordo riguardasse esclusivamente le vendite online dirette, Chiara avrebbe erroneamente pubblicato un video in cui affermava che l’intero ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficenza.

Dai biscotti Oreo all’incubatrice: per la Ferragni non c’è pace

E ancora non è tutto, perché tra gli altri potenziali casi sospetti emerge anche quello dei biscotti Oreo sponsorizzati da Chiara nel 2020, legati a loro volta a una vendita di vestiti usati per beneficenza. Anche in questo caso sembrerebbe che la beneficenza sia stata erroneamente mescolata a contenuti pubblicitari pagati.

A questo si aggiunge, infine, l’annuncio di Chiara di una vendita di vestiti usati su Wallapop il cui ricavato sarebbe stato poi utilizzato per regalare una nuova incubatrice all’ospedale Buzzi, dove la piccola Vittoria (figlia della Ferragni) era stata ricoverata per un Virus. I potenziali dubbi deriverebbero dal fatto che la piattaforma Wallapop sponsorizza la stessa Chiara per pubblicare storie in cui racconta proprio il meccanismo della piattaforma stessa. Anche in questo caso sembrerebbero quindi confondersi finalità di marketing e beneficenza.

Insomma, Chiara Ferragni avrà sicuramente molto da fare nei prossimi tempi per dimostrare la propria buona fede. Lei stessa si è comunque detta molto serena e pronta a far emergere tutta la verità. Per ora tutte queste rimangono solo supposizioni non dimostrate che verranno sicuramente trattate nei luoghi opportuni.


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