Al Bano in polemica con Amadeus: "Volevo fare il mio ultimo Sanremo, ma lui ha detto no”

Il cantante si è lasciato andare a uno sfogo pesante contro il direttore artistico del Festival: "Credo credo non abbia neppure ascoltato il mio brano" Ecco i dettagli.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Al Bano parla chiaro. Avrebbe voluto esserci, in gara a Sanremo quest’anno, per dare spettacolo un’ultima volta. Ma Amadeus ha deciso diversamente, e il talento di Cellino San Marco si è visto costretto a scaricare tutta la sua frustrazione in una lunga intervista concessa a Hoara Borselli di Libero. Tra i temi toccati, anche la politica e il futuro della musica, sempre più minacciata dall’avvento della trap e dell’intelligenza artificiale. Vediamo di seguito tutti i dettagli.

Al Bano e la polemica su Sanremo 2024

"Sarebbe stato il mio ultimo Sanremo. L’avevo scritto ad Amadeus. Fammi fare questo e chiudo". E invece no. Il direttore artistico del Festival ha negato ad Al Bano quest’ultimo favore, ed è proprio da qui che prende il via lo sfogo del cantante a Libero. "Ho scritto ad Amadeus dicendogli che era mia intenzione partecipare al Festival", ha esordito il cantautore, ma "dopo il botto dello scorso anno con Morandi e Ranieri gli sembrava un’assurdità che dovessi partecipare come concorrente in gara". Eppure, prosegue, "quello che per lui era assurdo per me non lo era, e quindi gli ho mandato il brano che credo non abbia neppure ascoltato".

Il desiderio di partecipare a questa edizione del Festival partiva da lontano. Da una promessa. "Dobbiamo tornare indietro allo scorso Festival", spiega Al Bano, "proposi la mia canzone ad Amadeus, e lui prima di ascoltarla mi disse che aveva un’offerta da farmi…aveva in mente di portare sul palco il trio Morandi-Ranieri-Albano. Mi chiese se mi andava, dicendo che il resto lo avrei fatto dopo, e io ho accettato". Il "dopo", però, non è mai arrivato. Al Bano mastica amaro, e per non insistere troppo su questo punto doloroso, la giornalista di Libero passa a interrogarlo su altri temi di più stretta attualità.

"Da Sanremo alla Scala di Milano. Cosa pensi del grido "Viva l’Italia antifascista?", domanda Borselli al cantante. "A me fanno semplicemente ridere quando si parla ancora di fascismo", sentenzia Carrisi, "l’arte sembra che non riesca ad essere indipendente dalla politica. Bisogna scindere l’arte dalla politica, altrimenti sarà la politica ad appropriarsi dell’arte". E per concludere, ecco un pensiero sulla musica di oggi, e in particolare sul fenomeno della trap. "Oggi è demonizzata da molti perché veicolo di messaggi pericolosissimi per i nostri giovani", dice Al Bano. "Si diceva la stessa cosa agli inizi di Celentano. Mi ricordo l’epoca degli urlatori. La musica è da sempre l’espressione di un momento storico dell’essere umano. La musica non si scrive più. I testi te li scrive un computer. Potremmo dire che ci troviamo di fronte alla morte della musica ma è lo specchio di questo tempo".


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