Verissimo: Diletta Leotta svela i retroscena sulla gravidanza

Nel salotto di Canale 5 Francesco Pannofino testimone della strage di Via Fani, il dolore di Elenoire Casalegno e Bianca Atzei e la bulimia di Natalia Mastrota

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Numerosi gli ospiti presenti nel salotto di Verissimo, il talk show condotto da Silvia Toffanin su Canale 5, nel pomeriggio del 6 maggio: da Diletta Leotta, pronta a diventare madre di una femminuccia, alla cantante Bianca Atzei e fino al doppiatore Francesco Pannofino, la voce di attori come Tom Hanks, George Clooney e Denzel Washington.

Diletta Leotta e la gravidanza

La prima a entrare in studio è Diletta Leotta, ora al sesto mese di gravidanza: "Sono in una bella fase: dormo bene, la pancia c’è e lei si sente. Ormai mi emoziono molto facilmente". La donna racconta il rapporto con il padre di sua figlia, il tedesco Loris Karius, senza tralasciare i dettagli sul loro primo incontro: un vero e proprio colpo di fulmine per la conduttrice. "Loris è arrivato all’improvviso ed è stato tutto molto veloce ma naturale tra noi", dice la Leotta prima di ricordare che la gravidanza è arrivata pochi mesi dopo il primo incontro. "È stato un colpo di fulmine: lui stava entrando in un ristorante, io l’ho visto e ho detto subito alle mie amiche: ‘Ragazze, questo è l’uomo della mia vita’. Mi sono innamorata di lui per l’emozione che ho provato. Mi sono detta: ‘Sì, secondo me è quello giusto’. È un ragazzo davvero speciale, e la gravidanza è arrivata dopo pochi mesi". Per quanto riguarda il giorno in cui scopre di essere in stato interessante, la conduttrice rivela: "All’inizio è stato uno shock, ma poi ho pensato: ‘Ma chi segue i piani?’, e penso che sia il dono più bello che potesse capitarmi. Era la vigilia di Natale e ho deciso di fare il test di maternità. Eravamo in videochiamata e mi ha vista guardare incredula il test appena fatto. C’erano due tacche e allora sono andata a controllare le istruzione per essere sicura dell’esito positivo. Lui era felicissimo, io invece ho passato una giornata intera senza parlare perché non me lo aspettavo".

Diletta Leotta confessa che sta attraversando "una delle fasi più belle, serene e piene di consapevolezza", per poi aggiungere: "Sono ottimista per il futuro. La piccola nascerà a Milano e dovrei partorire il giorno del mio compleanno". Per il nome della figlia bisogna aspettare ancora un po’, perché Loris vorrebbe dargliene uno straniero, mentre la madre uno italiano: "Dobbiamo trovare una via di mezzo. Sarà un bel match!". "Nei miei piani c’è anche il matrimonio, con i giusti tempi. Capito Loris? Questo messaggio è per te", conclude la Leotta prima di lasciare lo studio di Verissimo.

Bianca Atzei e Francesco Pannofino

Nel salotto di Silvia Toffanin anche Bianca Atzei e Stefano Corti, fidanzati e innamorati, anche se spesso litigano per motivi futili: "Litighiamo perché su Instagram tutti quanti pensano che Noa [il figlio] assomigli a me", dice l’uomo. La coppia racconta un brutto periodo legato alla gravidanza, perfetta fino all’ottavo mese e complicatasi al nono, quando una polmonite colpisce la cantante. Ricoverata per una settimana in ospedale, dopo oltre un mese di dolori, lo definisce "un momento molto difficile": "Il rischio era di partorire prima e poi fare le trasfusioni. Per fortuna, è andato tutto bene". In diretta Stefano dice di essere abbastanza maturo per allargare la famiglia, ma la Atzei storce il naso e così il fidanzato svela il motivo di tanta ironia:

"Dopo pochi mesi che Bianca e Iva Zanicchi lavoravano insieme, la cantante ha compiuto 80 anni e l’ha invitata alla sua festa di compleanno, dicendole di portare anche il fidanzato. C’erano un po’ di invitati, ma alle 3 di notte uscimmo da casa di Iva per tornare a casa. Entrai in macchina e andai in retromarcia. Il cancello era aperto, ma c’era tanta nebbia. Ho sbattuto con l’auto contro lo stipite del cancello ed è caduto insieme a tutta la cinta di mura, tipo domino. Sono scappato, ma poi siamo tornati indietro. Il giorno successivo ho portato suo padre, un muratore, da Iva e le ho detto: ‘A una donna di 80 anni cosa potevo regalare se non un cancello nuovo?’".

A Verissimo Francesco Pannofino racconta il suo primo incontro con la moglie Emanuela Rossi, anche lei doppiatrice, avvenuto nella sala di doppiaggio del film di Pedro Almodovar Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Dalla relazione nasce il figlio Andrea, che ha lo stesso nome del nonno paterno: "Se il nonno ha un bel nome, perché non chiamare il nipote col nome del nonno?", dice Pannofino poco prima di rivelare che inizialmente il primogenito non voleva seguire le sue orme. "Quando aveva 17 anni, dopo qualche esperienza fatta insieme, mi disse che non voleva fare l’attore. Ero sollevato, perché questo mestiere non è affatto facile e ne conosco i rischi. Poi ha cambiato idea e ha cominciato a frequentare delle scuole di teatro. Ora si sta facendo le ossa. All’inizio non ero sicuro che fosse adatto per questo lavoro, poi l’ho visto in azione e ho capito che può farcela, che è portato per fare l’attore. Mi piace come è cresciuto, possiamo parlare da uomo a uomo". Del matrimonio con la moglie, costellato di alti e bassi, dice: "Siamo un po’ litigarelli, ma ora di meno. Con il passare degli anni molte cose scivolano addosso".

L’attore è testimone della strage di Via Fani e racconta quanto accaduto la mattina del 16 marzo 1978. In quella occasione stava andando all’Università – era iscritto alla facoltà di matematica – con l’autobus perché la moto era guasta. All’incrocio, dove gli attentatori erano appostati, si è fermato in un’edicola per comprare il giornale e ha sentito le raffiche. Preso dalla paura, ha deciso di scappare nella direzione opposta, e vedendo la vicina di casa dirigersi verso la sparatoria, l’ha fermata per portarla con sé. Insieme si sono nascosti in una piccola via e una volta finiti gli spari il doppiatore è tornato indietro e ha visto la strage: "Ho lasciato l’Università anche per quello, c’era un’atmosfera brutta da vivere".

Natalia Mastrota si racconta tra passioni e bulimia

È la volta di Natalia Mastrota, figlia di Natalia Estrada e Giorgio Mastrota. Da quando ha 16 anni vive da sola a Bormio per seguire le sue passioni: il mondo dello sci e dell’arrampicata. Nel frattempo studia e torna a Milano per dare gli esami, mentre il padre la raggiunge in montagna nei weekend. "L’unico ricordo è quello di quando venivamo inseguiti dai paparazzi. Ora sono meno ingombranti, si dedicano allo sport, ma non ho mai sentito la loro mancanza. Avevo tre anni quando si sono separati, si erano organizzati bene: mi tenevano una settimana per uno. Non li ho mai visti insieme come coppia, solo ai compleanni e agli eventi importanti".

La giovane svela inoltre che la madre è la più organizzata della famiglia e di assomigliarle nel suo essere pignola, mentre il padre fa "le cose a modo suo": "È più pasticcione". A 18 anni la Mastrota inizia a fare delle diete fai da te che la portano nel vortice dei disturbi alimentari: "Ho sofferto di bulimia per circa 5 anni. All’inizio non ne parlavo, poi mi sono aperta con mia nonna che mi ha consigliato di parlarne con i genitori. Lo sport mi ha aiutato, ma il grosso lo ha fatto una clinica vicino a Londra. Mi ha dato gli strumenti per tornare più forte e guarire. Per due anni non ho avuto altri episodi negativi, poi è nato Marlo. Queste cose vanno controllate: so che quando sono un po’ giù di morale devo stare allerta, ma non mi è più capitato di stare male". Poi è nato Sasha, il secondogenito.

Beppe Carletti è ospite di Silvia Toffanin per festeggiare i 60 anni di carriera de I Nomadi e presentare il singolo Cartoline da qui. L’uomo si commuove per i messaggi di affetto di Luciano Ligabue, Ivana Spagna e Gianluca Grignani. Ligabue – svela l’artista – ha scritto una nuova canzone per l’ultimo album del gruppo musicale, uscito il 5 maggio e dal titolo Cartoline da qui. Dopodiché manda un abbraccio a tutti gli emiliani come gesto di solidarietà verso le persone colpite dal recente nubifragio: "Ci aspettavamo un po’ di pioggia, ma non così tanta". "I miei compagni sono tutti emiliani e reggiani. Il paese è molto bello. Ci hanno chiesto più volte di raggiungere le grandi città come Milano, ma quando sei lì ti senti solo e invece in paese non succede", dice per spiegare il forte legame con la sua terra Natale. Nel nuovo album de I Nomadi anche un testo del compianto Giorgio Faletti, I ragazzi del ponte.

La Casalegno: "Ho rischiato di perdere mia figlia"

Elenoire Casalegno afferma che nella sua vita c’è un nuovo uomo, ma non ne rivela l’identità: "Crescendo preservi la tua parte più intima, i tuoi affetti", dice. Crede che l’amore cambi nel tempo. Ciò non significa che ci sia meno passione o che il sentimento sia più fragile: "Cambia perché cambiamo noi. Voglio al fianco una persona che mi voglia nel bene e nel male. Io cerco di migliorarmi, però del proprio partner bisogna amare tutto. Sono una donna forte, sì, e questo non vuol dire che io sia immune alla sofferenza, ma solo che ho la forza di andare avanti. Nella vita ho tanto gioito quanto sofferto".

La conduttrice televisiva parla di quando ha rischiato di perdere mia figlia Swami, il cui nome, di origine indiana, significa "amore", e di come è stato prenderla in braccio per la prima volta. "Stavo bene, ho avuto una gravidanza serena. Una mattina – ero all’ottavo mese – mi svegliai senza dolori ma ebbi una strana sensazione. Ringo mi convinse a chiamare la dottoressa, e lei mi disse che era normale un po’ di stress dato che mancava poco al parto. Poi mi richiamò per dirmi di andare da lei la sera stessa, così da fare i dovuti accertamenti. Mettendomi di fianco il battito del pargolo spariva e così ho dovuto fare un cesareo d’emergenza. La situazione era critica: mia figlia è nata 24 minuti dopo. Per fortuna, si è risolto tutto nel migliore dei modi. Quando me la diedero la mattina dopo – forse perché c’era stato quel problema e avevo catetere e flebo – mi alzai in piedi in pochi secondi per prenderla in braccio, nonostante le mie condizioni di salute. Non so come ho fatto, avevo ancora i postumi dell’anestesia. Mi sono chiesta: "Ma come ho fatto a fare una bimba così bella? La sua nascita è stata un miracolo e deve rimanere tale".


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