Vera Gemma in attesa degli Oscar svela: "Finita l'eredità ho fatto la spogliarellista"

In attesa di sapere se il film che la vede protagonista sarà in lista per la prestigiosa statuetta, la figlia d'arte si racconta tra eccessi e i ricordi del padre.

Mara Fratus

Mara Fratus

Giornalista

Nella mia vita non possono mancare, il silenzio, il mare e Il Libro dell'inquietudine sul comodino, insieme a un romanzo di Zafon.

Vera Gemma
Fonte: iPa

Nella notte a cavallo tra il 20 e il 21 dicembre, Vera Gemma saprà se la pellicola Vera‘ sarà candidato agli Oscar come Miglior film straniero. Ma l’attrice, figlia della star degli Spaghetti Western Giuliano Gemma, con il suo lavoro non è il lizza per il Bel Paese dove è nata e cresciuta, bensì per l’Austria, cosa che commenta non senza qualche critica: "In Italia nessuno mi fila", racconta al Corriere della Sera. Nell’intervista a Candida Morvillo la figlia d’arte spiega come è nato il film in lizza per la prestigiosa statuetta americana, e snocciola aneddoti sulla sua vita privata e professionale. "Ho ereditato e mi sono mangiata i soldi in pochissimo tempo", svela dicendo di aver fatto anche la spogliarellista a Los Angeles per poter avere lo stesso tenore di vita a cui era abituata.

‘Vera’ il film su Vera Gemma corre per gli Oscar: come è nato

Dopo aver vinto al Festival di Venezia i premi Miglior regia e Miglior Attrice, nella sezione Orizzonti, ora Vera Gemma è in attesa di sapere se il film che vede protagonista la sua vita (Vera) può vincere l’Oscar per l’Austria come Miglior film straniero. "Hanno riso tantissimo. Quanto ridono questi americani…", racconta l’attrice e Candida Morvillo sulle pagine del Corriere, ricordando la proiezione del lungometraggio per i membri dell’Accademy. Un lavoro nato quasi per caso, quando "I registi, intellettuali, snobbissimi, Tizza Covi e Rainer Frimmel, stavano girando un corto sul circo e sono capitati in quello in cui facevo la domatrice di tigri e leoni", racconta:

All’inizio, mi hanno guardato prevenuti, forse per come ero vestita, eccessiva, truccatissima. Poi, Tizza ha iniziato a venire spesso a Roma per chiacchierare, era curiosa della mia vita, finché ha detto che voleva raccontare tutto di me: i fidanzati sbagliati, come ho finito i miei soldi, il mio non sentirmi all’altezza di mio padre.

Gli eccessi di Vera Gemma: da domatrice di tigri e leoni a spogliarellista

Nel film Vera ci sono tutti gli eccessi della vita di Vera Gemma, ma anche i momenti bui, le esperienze di vita e professionali che l’hanno resa la donna di oggi. E se il film nasce dopo che la regista ha visto l’attrice alle prese con tigri e leoni, ecco che lei spiega come è capitata a fare la circense:

Nei circhi ci sono cresciuta, papà ha imparato lì a fare lo stunt man. Quando nel 2013 è morto, ho sentito il bisogno di ritrovarlo in un ambiente in cui lo amavano, ho iniziato a passare le giornate nei circhi, ho girato un documentario su quel mondo. Diventare domatrice è venuto naturale.

E poi il grande schermo in Italia, e quei ruoli che le sono sempre stati stretti:

Al cinema, erano stati piccoli ruoli e ho smesso quando ho capito che in Italia non mi avrebbero mai preso come protagonista: non sono abbastanza bella per fare la bella, non sono la bruttina che fa ridere; il mio viso fa pensare a cose estreme, ma da noi, non esistono protagoniste dai caratteri estremi. Al che, ho scritto libri, fatto il circo, la spogliarellista: ho rinunciato a essere attrice ma non artista.

E sul come sia finita a fare la spogliarellista Vera Gemma si sofferma spiegando che fu quasi per necessità, dopo aver sperperato la sua parte di eredità alla morte della madre: "Papà mi ha detto che non mi dava una lira. Decido di andare a Los Angeles, provo a propormi come cameriera, niente. A un certo punto, scopro un locale di strip tease, The Body Shop". Lì, la figlia d’arte fa un provino e viene assunta immediatamente: "Guadagno subito 1.200 euro. In un giorno, sono tornata al tenore di vita che avevo sempre avuto".

E poi i racconti della sua famiglia, il continuo confronto con la grandezza del padre, i suoi amori: "A livello di uomini, ho cercato proprio fra i criminali, mi piacevano quelli usciti dal carcere, sentivo la loro rabbia, volevo aiutarli". E infine, il rapporto con Quentin Tarantino e Vasco Rossi, che non fu un corteggiamento: "Si tratta d’altro: adorano la mia testa, mi dicono che sono favolosa, fantastica. Io sono criticata dai mediocri ma non ho mai problemi coi geni".


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