Uscito il libro di Ilary Blasi su Totti, con tante frecciatine: "Il primo passo lo faccio io"

Ilary ripercorre tutta la separazione dall'ex marito, raccontando fatti inediti sulla scoperta del tradimento e sull'atteggiamento offensivo di Totti

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Sembra proprio che Ilary Blasi non possa essere messa a tacere. Dopo due interviste a Verissimo, un docufilm Netflix, una copertina su Sette, arriva anche il nuovissimo libro scritto dalla showgirl: parliamo di "Che stupida": 228 pagine in cui la conduttrice ripercorre la fine della sua relazione, vista ovviamente dal suo punto di vista, e raccontando per dettaglio alcune dinamiche e alcuni eventi che erano stati solo accennati in passato, più alcune novità: ripercorriamo tutto insieme.

L’amore di Roma per Totti e il messaggio inedito

Ilary comincia sviscerando perché nella capitale Totti sia così tanto amato, dicendo di averlo capito dopo 20 anni: "Provate a pensare: in una città cinica, disincantata, che combatte la propria decadenza con la voglia di far festa e mangiare bene, arriva questo ragazzino, uno dei più forti al mondo, che da Roma si rifiuta di andarsene. Non c’è ingaggio che lo convinca: a Roma ha iniziato e a Roma decide di finire. È una favola di riscatto e speranza, una cosa che nella nostra città è rara come l’acqua sulla Luna, e per questo tanto preziosa. Ecco perché a Roma tutti amano Totti". Poi entra nel dettaglio, specificando che la prima intervista fatta a Verissimo era per lei la pura verità, e poi le è arrivata la doccia fredda del messaggio di Francesco: "Amici e parenti mi inviavano il link a un nuovo articolo di Dagospia, intitolato "Raccontacene un’altra, Ilary! La Blasi si fa ospitare dall’amichetta Silvia Toffanin a "Verissimo" per rompere il silenzio sulla crisi con Totti e dare la sua versione mejo di un film fantasy". Insistevano. Secondo loro era tutto vero: Noemi Bocchi era l’amante di Francesco. E io avrei mentito su tutta la linea. Inoltrai il link a Francesco, commentando "Dagospia rosica. Ha fatto un nuovo articolo con foto vecchie e dice: ‘Ilary raccontacene un’altra’". La sua risposta mi lasciò interdetta: mi scrisse che, se così mi invitavano a fare, avrei dovuto raccontarne un’altra. Che?! Un’altra cosa? Esiste un’altra versione della storia? Ma la verità non ha versioni: o hai l’amante o non ce l’hai. Era possibile che fosse tutto vero? Francesco, il mio Francesco, quello che mi aveva sostenuto sempre, che si era sciroppato dietro le quinte tutte le puntate del "GF VIP" perché sapeva quanto ci tenevo e voleva esserci mentre realizzavo il sogno di condurre un reality, mi avrebbe mandato a schiantarmi in quel modo? Dovevo aver capito male. Con i messaggi succede, no? Secondo mio marito non dovevo preoccuparmi".

Il compleanno di Ilary e la presa di coscienza del tradimento

La conduttrice racconta poi dell’intercessione del figlio durante il suo compleanno: "Francesco decise che al pranzo non avrebbe partecipato, ma Cristian si impuntò: "No, papà, devi venire". Che tenerezza questo mio figlio quasi adulto, alto una spanna più di me, un accenno di barba sulla mandibola squadrata come quella del padre, che si prendeva cura della mamma mentre io, fingendo di stare bene, tentavo di proteggere lui. Alla fine, Francesco al ristorante si presentò. Era sfuggente, alle tre e mezzo si alzò da tavola dicendo che doveva partire per lavoro, ma quanto meno era stato con noi. Con me. Quindi ci sperai, in una sorpresa. "Magari sta fingendo di dover andare a lavorare e poi me lo ritrovo a casa con un mazzo di fiori" pensai. Invece no. Più della solitudine, poté la delusione". Poi racconta il momento in cui capì che Totti aveva un’amante: "Il tradimento non era nei patti. Mi venne un attacco di nausea. Corsi in bagno. Vomitai quel niente che avevo nello stomaco e rimasi lì, sudando freddo, una mano a tenere i capelli raccolti, osservando il disgustoso rivolo di acidità che colava nel water insieme alle mie lacrime. Nemmeno me n’ero accorta, di aver cominciato a piangere. Quanto sarò rimasta lì dentro? Mezz’ora? Un’ora? Tenendomi la pancia, le gambe abbandonate per terra, guardavo imbambolata il riflesso sulla parete, rivestita da strisce orizzontali di marmo bianche e nere. Mia madre era sotto shock. L’aveva visto crescere, lo considerava un quarto figlio. Ogni sera mi invitava a chiudermi a chiave in camera da letto: la capivo, a mia figlia avrei detto la stessa cosa, però non avevo paura; ero certa che Francesco non volesse farmi del male, ma solo farmi sloggiare. Lei, però, la pensava diversamente. "La gente può divorziare, sentire dolore, ma a cosa serve tutto questo?" mi ripeteva. Non sapevo risponderle. Una parte di me faceva resistenza ad accettare quella realtà".


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