Mare Fuori conquista l’America: il New York Times arriva sul set

Il più famoso giornale d’oltreoceano dedica un lungo reportage alla serie italiana dei record

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Un successo travolgente e universale come quello di Mare Fuori di rado si ricorda nella produzione audiovisiva italiana, ma di questo abbiamo già tutti preso atto da tempo. Però Mare Fuori non smette di stupire né in Italia né altrove, tanto che il New York Times, il più famoso giornale degli Stati Uniti e forse del mondo, ha spedito un reporter sul set della base navale della Marina Militare a Napoli per cercare di raccontare questo fenomeno mediatico, prodotto dalla tv pubblica italiana, capace di frantumare ogni record, di superare non solo i confini dell’Italia ma anche quelli dell’Europa, tanto da piazzarsi al numero uno della classifica di contenuti più visti su Netflix che distribuisce in 190 paesi.

Insomma, anche l’America si è accorta del fenomeno Mare Fuori, o meglio Mare Fuori ha conquistato anche l’America. Il Nyt ha dedicato alla serie che racconta le vicende dei ragazzi del carcere minorile di Nisida l’apertura della sua edizione domenicale, con il racconto di un reporter che ha passato l’intera giornata con attori, produttori e maestranze sul set napoletano documentando non solo la lavorazione dei nuovi episodi, ma soprattutto l’entusiasmo dei fan, descritti come incontenibili al passaggio dei propri beniamini, capaci di attendere ore asserragliati dietro le transenne nella speranza di vederli passare.

L’articolo si è focalizzato sul romanticismo raccontato dalla serie, che è un aspetto universale che sicuramente molto c’entra con il grande coinvolgimento del pubblico nelle vicende dei ragazzi finiti ‘dentro’ ma che sono pur sempre ragazzi, con la vita che bussa forte alla loro porta. L’articolo snocciola poi i numeri del successo, compreso quello musicale della conosciutissima sigla cantata da Matteo Paolillo e ormai disco di platino. E poi, immancabile, il riferimento anche a tutto il ricercatissimo merchandising, comprese le immancabili statuette del presepe napoletano ispirate ai personaggi della fiction.

Insomma, un ampio spazio dedicato a una serie che ormai possiamo tranquillamente definire un fenomeno globale.


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