Stasera in tv, una storia straziante tra dolore e vendetta: DiCaprio nel film che lo ha consacrato

Il doppio volto di Leonardo DiCaprio, un intrigo nella Francia dei moschettieri: scopri perché La maschera di ferro è ancora oggi un film da non perdere.

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Stasera alle 21:30 su Nove torna La maschera di ferro, uno di quei film che non passa mai di moda. Sarà per l’atmosfera, intrisa di mistero e nobiltà decadente, o anche per il fascino eterno dei moschettieri, che anche in versione invecchiata mantengono il loro magnetismo, ma il film funziona, anche e soprattutto grazie a Leonardo DiCaprio, che qui ancora giovanissimo "Ci mette la faccia due volte", diciamo.

La Maschera di Ferro: una storia da romanzo

La vicenda prende spunto da Il visconte di Bragelonne, terzo capitolo della celebre saga di Alexandre Dumas. Ma più che una trasposizione fedele, questa è una libera interpretazione. Al centro, un mistero che ha fatto fantasticare per secoli: chi era davvero l’uomo con la maschera di ferro? E se fosse stato il fratello gemello del re di Francia? Siamo nella Parigi del Seicento. Luigi XIV regna con crudeltà mentre il popolo soffre e i vecchi moschettieri si sono ritirati a vita privata. Ma il ritrovamento di un prigioniero dal volto coperto cambia tutto. Athos, Aramis e Porthos decidono di agire. Solo D’Artagnan resiste, legato da una lealtà che lo consuma. Ed è qui che il film mostra la sua carta più forte: l’uomo dietro la maschera è una figura molto vicina al Re, ma allo stesso tempo difficilmente avvicinabile.

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Il film che ha fatto crescere Leonardo DiCaprio

Quando uscì Titanic, DiCaprio era diventato l’idolo di milioni di adolescenti. Ma con La maschera di ferro, provò a fare un passo in più. Interpretare due personaggi opposti: il re vanitoso e spietato e il fratello fragile e silenzioso, gli permise di mostrare sfumature nuove, più adulte, più complesse. Non tutto fu accolto con entusiasmo: qualcuno lo criticò, altri lo premiarono. Ma resta sicuramente una performance iconica, che dimostra come DiCaprio stesse già cercando di scappare dai ruoli facili.

Un cast internazionale, da Jeremy Irons a Gérard Depardieu

Intorno a DiCaprio, un gruppo di attori che danno spessore al film: Jeremy Irons nei panni di Aramis, John Malkovich come Athos, Gérard Depardieu e Gabriel Byrne, un D’Artagnan combattuto e in crisi. Tutti insieme portano ognuno la propria lingua, il proprio stile e la propria storia. Un mix di volti non stona, ma anzi dona al film un respiro europeo e internazionale. Randall Wallace, già sceneggiatore di Braveheart, firma la regia con uno stile autentico e privo di orpelli.

La Maschera di Ferro: da odiato ad amato

All’epoca dell’uscita, nel 1998, il film fu accolto in modo tiepido. Qualcuno parlò di eccessi melodrammatici, altri storsero il naso per le libertà narrative rispetto al testo di Dumas. Ma il tempo, come spesso accade, ha cambiato tutto. Oggi La maschera di ferro è diventato un piccolo cult, da riscoprire con piacere. Che tu sia cresciuto con i romanzi d’avventura o che cerchi solo un buon film, La maschera di ferro rappresenta sempre un’ottima scelta, in onda stasera, alle 21:30, su Nove.


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