Gabriele Corsi: “Sono il Pippo Baudo dell’Eurovision. Amadeus al Nove? Felice per la squadra che cresce”

Il conduttore di Esc 2024 svela a Libero Magazine le emozioni della vigilia, gli avversari più temibili di Angelina Mango, ma anche i suoi piani presenti e futuri.

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

"Sono felicissimo di essere qua, io voglio diventare il Pippo Baudo dell’Eurovision, voglio esserci sempre!"

L’entusiasmo di Gabriele Corsi per l’Eurovision Song Contest non si spegne nemmeno dopo anni in cui è stato la voce italiana della kermesse della musica europea. Anche nel 2024 saranno i suoi commenti sagaci ad accompagnare il pubblico italiano durante le due semifinali e la finale della gara canora più seguita del mondo. Al suo fianco ci sarà Mara Maionchi ed entrambi tiferanno, come tutta Italia, per Angelina Mango. E anzi, dice Corsi, se la cantante italiana dovesse vincere, lui è pronto a invadere il palco vestito da Abba. Anche perché, una delle edizioni che gli è rimasta più nel cuore è quella in cui uscirono vincitori i Maneskin, che però non si è goduto fino in fondo: "Eravamo in studio io e Malgioglio, soli negli studi Fabrizio Frizzi, non avevamo nemmeno nulla per festeggiare".

Si spera quindi di stappare uno spumantino l’11 maggio per festeggiare la vittoria italiana, ma intanto, Gabriele Corsi si prepara all’evento e guarda anche al futuro, come racconta in questa intervista a Libero Magazine.

Cosa scrivi nel taccuino che ti porti sempre appresso? Appunti per l’Eurovision?

"Io mi segno tutto quanto, perché sono un secchione, sono un nerd, prendo appunti in continuazione. Ora per esempio ce l’ho in mano perché avevo preso degli appunti per la conferenza stampa dell’Eurovision, ma c’è anche altro su questo quadernino. Per esempio, uscirà un libro a settembre che ho scritto sulla esperienza che ho fatto con il servizio civile in manicomio, e stamattina mi sono segnato una frase che mi piaceva per iniziare che è: "i matti mi hanno sempre fatto impazzire".

L’Eurovision è uno spettacolo non solo molto seguito in tv, ma soprattutto molto social, amato dai giovanissimi che quest’anno potranno seguire una loro coetanea sul palco, hai questa impressione?

"Si, lo confermo, avendo due figli di quell’età. Mia figlia ha 21 anni e ci ha tenuto che dicessi ad Angelina Mango che è una grande artista. Tra l’altro anche lei è una cantante, studia canto jazz a New York, alla New School. Ha vinto una borsa di studio, io sono orgogliosissimo, anche se mi manca tantissimo. Quando l’abbiamo accompagnata a New York, sull’aereo di ritorno mi si è avvicinata un hostess che mi ha detto: ‘le devo chiedere di piangere più piano’, perché vedevo sotto l’aereo l’oceano e pensavo guarda quanta acqua c’è ora tra noi! Ma dell’Eurovision è sempre stata super fan la mia nipote acquisita, Martina, la figlia di Furio del Trio Medusa. Ha costretto il padre a portarla in vacanza in Israele perché qualche anno fa aveva visto lo spot durante l’Eurovision, che è anche un modo in cui i paesi partecipanti si fanno conoscere. Mio figlio invece, che ha 18 anni, ha già detto che farà un gruppo di ascolto con gli amici per seguire semifinali e finale, quindi sì, mi rendo conto di quanto i giovani seguano questo show".

Tu che hai già ascoltato i brani in gara, pensi che Angelina Mango abbia rivali temibili?

"Purtroppo sì, qualcuno può darci del filo da torcere. Un pezzo bello e una bella performance è quella dell’Ucraina, ma secondo me quelli che dobbiamo più temere per la vittoria finale sono i brani della Croazia, con Baby Lasagna, e quello della Svizzera con Nemo The Code, un pezzo bellissimo anche se un po’ più complesso musicalmente, mentre quello croato è il classico brano che può diventare un tormentone, come Cha cha cha l’hanno scorso".

Gabriele Corsi è anche uno dei volti più popolari di Nove, cosa pensi dell’approdo di Amadeus nella tua rete?

"Usando una metafora sportiva, ci sono i giocatori di calcio che si chiedono, quanti gol ho fatto? Io invece guardo più se la squadra ha vinto. Già quando è arrivato Fazio sono stato felicissimo e sono felicissimo ora che arrivi Amadeus. Se la squadra compra un giocatore di quella caratura è un bene per tutti. Io ho creduto da subito nel progetto Nove, che si sta sviluppando e diventando una realtà incredibile. Io, da parte mia, più che l’appartenenza penso sia sempre importante concentrarsi su cosa si fa. L’Eurovision, per esempio, sono felice di farlo perché è una cosa che amo, e sono privilegiato nel poter scegliere di farlo, ma mi rendo conto che ci sono invece casi in cui scegliere non si può, quindi io non giudico mai i miei colleghi, perché non si possono mai conoscere nel dettaglio le realtà e le vite degli altri".

Ma temi che Amadeus ti rubi il posto, puntando proprio alla tua fascia oraria visto che il tuo Don’t forget the lyrics occupa lo stesso orario di Affari Tuoi?

"A parte che quando fai un contratto non è che firmi e lottizzi una fascia, non è che prenoti un campo di calcetto. Poi, anche qui rispondo che la cosa più importante è sempre il progetto, cosa fai. Io mi ricordo che la prima volta che feci quella fascia preserale, la feci su Real Time con Take me out. Tutti mi dicevano sei pazzo, vai contro i pacchi e contro Striscia… Adesso si sgomita per quella stessa fascia. Ma per me non è una questione di orario, è il programma che è vincente: noi con Don’t facciamo una media del 2,8-3%, persone che ci guardano perché hanno voglia di cantare: alle 20.30? Alle 19.30? Secondo me hanno voglia di cantare comunque, può darsi che ci sarà da trovare una quadra diversa, ma la cosa non mi spaventa assolutamente".

Quindi non ti sentirai scalzato?

"No, ripeto, non ho mai pensato di occupare una fascia mia, ho sempre pensato al progetto. Poi tra l’altro con Nove stiamo facendo altre cose, oltre a Il Contadino cerca moglie che tornerà a settembre, stiamo lavorando a un’altra prima serata. A me piacerebbe tantissimo fare un varietà musicale ma ci stiamo ancora riflettendo, o magari sarà un game, un talent, ma con l’orchestra, la musica dal vivo".

Che rapporto hai con i dati auditel?

"Io sono laureato in statistica, dell’auditel leggo i numeri ma guardo anche i grafici, perché mi piace capire a chi mi rivolgo. Don’t, per esempio, intercetta un pubblico anche di giovanissimi. Anche i bambini mi seguono molto, mi scrivono, mi mandano disegni. Ecco, per esempio, parlavamo di orari, la fascia della tv dei ragazzi, quella delle 15.30, ma anche quella è bellissima, se hai un progetto giusto".

Hai detto di voler diventare il Pippo Baudo dell’Eurovision, ma di Sanremo no?

"Pippo Baudo dell’Eurovision, l’ho detto con assoluto rispetto. Per Sanremo c’è un candidato ufficiale mi pare, Carlo Conti, no? Si è sfilato? Siete più informati voi, ma io credo che Sanremo lo devi fare quando il tuo volto è diventato ormai molto famigliare per il pubblico generalista. Io ho fatto un programma generalista come Reazione a Catena e poi la mia vita professionale è andata in altre direzioni, quindi penso di essere un volto abbastanza conosciuto ma non quanto credo serva per fare Sanremo. Ma poi, perché? Ero nel toto-nomi? Allora lo faccio, non lo sapevo! Poi il problema con il toto-nomi è sempre che te lo devono chiedere, perché c’è sempre un sacco di gente che si autocandida."

Come compagno di avventura per l’Eurovision meglio Malgioglio o meglio Mara Maionchi?

E’ come chiedermi: vuoi più bene a mamma o a papà?

E tra i due, chi è il più politicamente scorretto?

Beh, per Malgioglio ho dovuto fare le scuse pubbliche, ha creato un caso politico, ci voleva il Casco Blu con Cristiano…

L’Eurovision ha un fascino trash?

Trah è una parola che non amo per l’Eurovision, accetto la parola colorato, o anche la parola kitch, perché non è cattivo gusto quello che vediamo, ma è libertà di espressione, anche nel conciarsi veramente come si vuole.


Potrebbe interessarti anche