Brick, il nuovo thriller di Netflix sospeso tra mattoni e claustrofobia

Tra suspense, ansia e senso di oppressione, il nuovo film Netflix esplora la depressione in un thriller ambientato in un palazzo murato in una notte

Roberto Ciucci

Roberto Ciucci

Giornalista

Appassionato di sport, avido consumatore di manga e film, cultore di tutto ciò che è stato girato da Quentin Tarantino e musicista nel tempo libero.

Dalla Germania arriva un nuovo prodotto molto interessante. Il 10 luglio entra nel catalogo di Netflix Brick, film thriller con elementi paranormali e di fantascienza diretto da Philip Koch, regista bavarese con alle spalle, tra le altre cose, 3 episodi della serie tv Tribes of Europa. I due protagonisti, Matthias Schweighöfer e Ruby O. Fee, sono due vecchie conoscenze di Netflix, avendo recitato il primo in Army of the Dead e la seconda nel suo spin-off prequel Army of Thieves. Completano il cast Frederick Lau (Crooks), Salber Lee Williams (Ghost Island), Axel Werner, Sira-Anna Faal, Murathan Muslu e Alexander Beyer.

Di cosa parla la trama del film Brick in arrivo su Netflix nel 2025?

L’incipit tradisce già le forti componenti di suspense e di mistero che permeano la pellicola. Tim (Schweighöfer) e Olivia (O. Fee), coppia in crisi, si svegliano una mattina nel loro appartamento. Tutto sembra normale, ma i due presto si accorgono che l’intera palazzina, nella notte, è stata circondata inspiegabilmente da un impenetrabile muro di mattoni. Ciò ha reso l’edificio una trappola da cui apparentemente non si può scappare. I due non sono soli nella soffocante ansia creata dalla barriera esterna. Con loro ci sono infatti tutti gli altri abitanti del palazzo. Con il tempo che diventa un nemico sempre più grande e la crescente claustrofobia, Tim e Olivia si troveranno costretti a collaborare con i diffidenti condomini, cercando una via di fuga e, al tempo stesso, mettendo insieme i pezzi per scoprire chi abbia costruito quel muro.

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I muri di mattoni come metafora della depressione

Per il regista Philip Koch, la sostanza nera che circonda il palazzo in cui vivono Tim e Olivia è una rappresentazione della depressione. Un male strisciante, silenzioso e che circonda e oscura tutto lungo il suo cammino. Lo stesso Tim è parte di questa metafora, essendo a sua volta molto chiuso in se stesso e portato a reprimere le proprie emozioni e ciò che pensa della relazione, in fortissimo bilico, con Olivia. Una casa, che per antonomasia dovrebbe essere uno dei luoghi di maggiore sicurezza e tranquillità, si trasforma in una prigione, stravolgendo i canoni a cui siamo normalmente abituati.


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