Verissimo, Marco Maddaloni si commuove per il suocero: "Voleva che rientrassi al Gf, ho fatto la scelta giusta"

Il judoka racconta a Silvia Toffanin il momento famigliare difficile e parla della scelta di abbandonare il reality, svelando un retroscena

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Silvia Toffanin accoglie nello studio di Verissimo, domenica 10 marzo, Marco Maddaloni, che ha deciso di uscire dal Grande Fratello a pochi giorni dalla fine, quando ha saputo che il padre di sua moglie Romina stava morendo: "Sono giorni strani," racconta l’ex judoka alla conduttrice, "Perché già uscire dopo quattro mesi da un reality e tornare alla realtà è qualcosa di strano, poi in questa situazione lo è ancora di più: ho sentito la felicità di riabbracciare i miei figli dopo quattro mesi e subito dopo la tristezza di piangere un pilastro della famiglia".

Maddaloni ha scelto di abbandonare il Gf proprio per essere presente a casa in un momento difficile per sua moglie e i suoi figli, e racconta: "La mia bambina di 5 anni si addormenta con la foto del nonno e questo mi conferma che sono nel posto giusto e ho fatto la scelta giusta a uscire per stare vicino alla mia famiglia".

Anche se ammette: "La scelta di andare via dal Grande Fratello mi ha fatto soffrire perché mi sembra di aver abbandonato i miei compagni, li ho lasciati all’ultimo miglio di questo percorso. Io però sono geloso delle lacrime di mia moglie. Le voglio raccogliere tutte io e sono contento di farlo".

Quando poi Silvia Toffanin gli chiede di raccontare la notte in cui è stato chiamato al confessionale perché era arrivata una telefonata che lo avvertiva delle condizioni del padre della moglie, Maddaloni si commuove pensando a quei momenti: "Mi hanno chiamato di notte in confessionale, pensavo fosse per commentare la puntata, invece mi dovevano dare quella notizia. Mi sono spaventato, ho fatto una corsa al Cardarelli e per fortuna sono riuscito a salutarlo" e aggiunge: "Mio suocero mi ha visto e mi ha chiesto: "che ci fai qui? Devi tornare nella Casa", ma io non ci ho pensato un attimo: ho visto la sofferenza sul viso di Romina e ho capito che forse già ero mancato troppo da casa, il mio lato competitivo è morto completamente in quel momento, e c’era solo il mio lato umano."

Mentre racconta, Maddaloni si commuove, spiegando che il suocero era una persona molto importante non solo per sua moglie e i suoi figli, ma anche per lui: "Lui era la parte leggera della famiglia per me. Con mio padre si parla sempre di sport, di gare, di judo, dall’altra parte invece c’era la classica famiglia napoletana che per me era leggerezza: quando avevo bisogno di affetto, di non pensare troppo, andavo a casa loro e stavo bene".

La conduttrice accoglie in studio anche la moglie Romina, e mentre lei racconta i suoi giorni difficili il marito la guarda con l’occhio lucido che non sfugge a Silvia Toffanin. La conduttrice sottolinea la sua emozione, e Maddaloni risponde: "Lei è lei. La guardo e sono felice di dove mi trovo".

Come padre, l’ex gieffino si definisce: "Presente e severo. Io venivo dalla fame, e ho paura che loro possano crescere con la mangiatoia bassa e cerca di essere severo proprio per inculcargli la fame che non hanno, ci tengo perché qualsiasi cosa faranno voglio che la mattina si alzino e diano il massimo, solo per questo sono severo".

Una fame, la sua che l’ha portato a vincere molti allori, ma Maddaloni pensa ancora con amarezza all’unico titolo che desiderava davvero e che, a differenza del fratello, non ha mai raggiunto: "Quando mi perdo metto sempre i piedi sul tatami perché quella per me è casa. Eppure il judo è l’amore che mi ha fatto più soffrire, ho conquistato diversi titoli, ma io volevo di più. Quando quei sogni che poi sono diventati incubi ancora oggi mi attanagliano, mi rifugio in famiglia. Io sono nato per vincere le Olimpiadi: mio padre mi ha messo al mondo per quello, solo che non so se sono più judoka, ribelle e scugnizzo, ma il percorso che ho fatto, mi ha fatto diventare quello che sono e mi piaccio".


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