Serena Autieri, aspettando la tv in scena con la figlia: “Passione di famiglia”

Abbiamo incontrato l’attrice napoletana alla vigilia del suo debutto in teatro con il musical My Fair Lady, ecco cosa ci ha raccontato

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Intervista Serena Autieri
Fonte: Ufficio Stampa May Fair Lady

Serena Autieri è pronta a calarsi nei panni di Eliza Doolittle, la povera fioraia di Covent Garden che, quando incontra il sussiegoso professor Higgins esperto di buone maniere, gli chiede di insegnarle a diventare una ‘signora’. Quel che lui non immagina è che anche lei avrà molto da insegnare al ruvido docente, e che supererà, alla fine, ogni sua più rosea aspettativa. La trama è quella di My Fair Lady, il musical più rappresentato della storia che debutta in una nuovissima versione al Teatro Sistina di Roma il 3 novembre. Protagonista: la bionda attrice napoletana che, ormai da anni, si cimenta con grande successo nel musical. Uno spettacolo che è anche un "affare di famiglia", visto che a produrlo è il marito dell’attrice, Enrico Griselli, e in una piccola parte sul palco vedremo anche una debuttante speciale: loro figlia Giulia, 10 anni, che pare avere la stessa passione di mamma per il palcoscenico. Una passione che in questo momento assorbe completamente Serena Autieri, che in questa intervista però ci fa anche capire che qualcosa bolle in pentola anche sul fronte della televisione.

Intervista a Serena Autieri

Serena Autieri, ti stai per calare nei panni di un personaggio iconico: prima di te lo hanno interpretato artiste come Julie Andrews, Delia Scala, Audrey Hepburn, senti il peso di un eventuale paragone?

Sono tutte attrici grandissime, fonti di ispirazione per me. Le ho guardate tutte con grande ammirazione, ma poi a un certo punto ho smesso e mi sono detta che io devo fare la mia Eliza, anche perché i termini di paragone in questo caso sarebbero veramente troppo alti.

E come sarà la tua Eliza?

E’ un mix di tante donne che ho incontrato, donne che ho conosciuto nella vita reale, ma anche donne che ho interpretato in tanti anni. Un sunto di una ragazza che è cresciuta inseguendo i suoi sogni, si è fatta strada nel lavoro, è diventata mamma. Per me la protagonista di My Fair Lady rappresenta soprattutto la determinazione a realizzarsi, il non volersi accontentare, l’avere sempre voglia di mettersi in gioco e scoprire altre cose che possiamo riuscire a fare. Quello che con il regista abbiamo tolto della scrittura iniziale del personaggio, perché non ci convinceva, è la parte in cui lei è un po’ vittima piagnucolosa, all’inizio della storia. Noi l’abbiamo raccontata già in partenza come donna che, nonostante parta da una condizione di difficoltà, ha le idee chiare: vuole trasformare la sua situazione. La voglia era quella di far venir fuori un personaggio consapevole. My Fair Lady per me è soprattutto una bella storia di emancipazione e riscatto sociale.

Fioretta Mari, tua collega sulla scena, ha raccontato che tanti anni fa, quando eri una giovane aspirante attrice, venivi più volte a settimana da Napoli a Roma per studiare recitazione con lei, per poi prendere il treno e tornare indietro finita la lezione, quindi nella voglia di affermarsi di Eliza c’è anche un po’ di te stessa da ragazza?

Assolutamente sì. In questo personaggio c’è anche il ricordo della Serena che faceva avanti–indietro e cercava di realizzare i suoi sogni. Mi piaceva troppo cantare, la recitazione, cercavo di investire su me stessa, poi pensavo "vediamo come va"… ma nel frattempo che vedevo come andava, non è che restavo a casa, facevo di tutto per fare accadere ciò che desideravo. Il messaggio è: se sapete quello che volete, non aspettate che qualcuno ve lo offra ma andatevelo a prendere. Voi siete padroni della vostra vita e del vostro destino.

Tu sei una delle regine italiane dei musical, che sono sempre anche favole. In questo momento così difficile in cui siamo tutti immersi in problemi: guerre, disastri climatici, sociali ed economici, quanto è importante ancora ritagliarsi uno spazio per sognare un po’?

Molto. Io me ne sono resa conto soprattutto da mamma. Cerco di portare fuori mia figlia da quel mondo in cui ormai ci si chiude troppo, quello che sta lì, dentro a un cellulare. Io cerco di farle respirare altro, di farle vedere quante cose belle offre la vita che sta oltre quel mondo, la vita vera. Quindi, oltre al teatro che lei già adora, per esempio la porto alle mostre, provo a farle respirare l’arte in tutte le sue sfaccettature, ma anche la natura e le tante altre cose belle dell’esistenza. Poi sono contenta quando vedo che lei è tanto presa da queste esperienze che poi ne parla e coinvolge anche gli amici. Così si innesca una catena virtuosa che credo come genitori sia importante iniziare.

Giulia, tua figlia, ama il teatro, tanto che avrà una piccola parte in questo spettacolo, ha già voglia di seguire le orme di mamma?

Vero, Giulia parteciperà allo spettacolo e ama tanto il teatro, d’altronde, non ci è solo cresciuta: lei è praticamente nata in teatro. Quando ho debuttato con La Sciantosa, a Spoleto, al Festival dei Due Mondi, lei aveva cinque mesi ed era lì dietro le quinte. Dormiva sulle sue copertine in una postazione che avevamo ricavato per lei. Le piace cantare, le piace recitare, vedo proprio che è attratta da tutto questo. Non so cosa farà da grande perché voglio che scelga in modo totalmente indipendente, però è anche vero che in questo caso ha fatto tutto da sola. Piano piano ha provato a far qualcosa per proporsi al regista, chiedendo con molta gentilezza, e un po’ di timidezza. Io e il padre non l’abbiamo praticamente mai sentita cantare a casa, lo fa quando noi non ci siamo. Poi l’anno scorso ha partecipato a un concorso canoro nella sua scuola e ci siamo ritrovati davanti una ragazzina che stava sul palco, cantava con grande disinvoltura, è stata veramente una sorpresa.

Che parte farà?

Fa parte dell’ensemble quindi sarà sul palcoscenico durante l’overture, poi in una scena centrale del ballo dalla regina, e poi nel finale che è molto commovente. Lei ovviamente ha la scuola, quindi quest’anno che la tournée sarà breve, sarà in scena solo nei weekend. Qui a Roma e a Napoli.

Come ti trovi a lavorare con tuo marito, produttore di diversi spettacoli compreso My Fair Lady?

Lui fa il produttore, io amo fare l’artista e magari un domani proverò a fare anche la regista chissà, ma tutta quella parte di cui lui si occupa dei conti, dell’organizzazione, della scelta dei collaboratori, non fa proprio per me. Facciamo due lavori collegati ma diversi. Non c’è alcun tipo di sovrapposizione, di scontro… ma il contratto mio lo discutiamo eh! (ride)

Ma come c’è finito tuo marito nel tuo mondo?

Lui è molto poliedrico. Già da anni organizzava a Londra eventi con un suo zio inglese, e portava avanti questa attività parallelamente a quella di imprenditore in un altro settore, quindi nel mondo della produzione ci lavora già da molto tempo.

A casa parlate sempre di spettacolo quindi?

No, in realtà quando finiamo di lavorare riusciamo anche a staccare. Stiamo insieme, andiamo al cinema, facciamo tante cose, ci godiamo Giulia e una vita molto normale. Poi quest’anno non vediamo l’ora di andare in vacanza in montagna a Natale, anche perché quest’estate io ho avuto l’impegno di UnoMattina e non siamo riusciti a ritagliarci una vacanza, quindi ce la godremo ora. E lì di certo non parleremo mai di lavoro.

A proposito di tv, quando ti rivedremo in onda?

Non lo so, vediamo. Ci sono un po’ di cose che stiamo capendo se fare o meno: abbiamo pensato a una piccola tournée dello spettacolo anche per questo. Quest’anno faremo infatti solo poche tappe per poi girare l’Italia dall’ottobre 2024. Ora faremo Roma fino a dicembre, poi ci fermiamo e ripartiamo a marzo con Napoli e Bolzano.

Ma tu sei la stella del teatro cantato, magari ti vedremo a Sanremo?

Non lo so. Anzi lo so, non me l’hanno chiesto, quindi al momento posso dire assolutamente no.


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