Sanremo, tutti contro Zelensky all'Ariston: Amadeus spiazzato

Si allarga il fronte degli oppositori alla presenza del presidente ucraino alla finale del Festival: da Grillo a Salvini fino agli utenti TV. Direttore in crisi

Tutti contro Amadeus e Volodymyr Zelensky: si fa ogni giorno più ampio il fronte di quelli che non vogliono la "strana coppia" sul palco dell’Ariston, che si oppongono alla partecipazione del presidente ucraino al Festival di Sanremo, che ritengono inopportuno il collegamento con Kiev durante la kermesse canora.

Tutto si può dire tranne che siano posizioni istintive e reazioni a caldo. L’annuncio della presenza del capo di Stato su Rai 1 nella serata di sabato 11 febbraio era stato dato – a sorpresa, visto che neppure il direttore artistico ne era pienamente a conoscenza – lo scorso 15 gennaio da Bruno Vespa nel corso della puntata di Domenica In. Dunque, quasi due settimane fa, durante le quali pochi avevano sollevato questioni.

Adesso, invece, sono in tanti a criticare la scelta di invitare il presidente di un Paese in guerra in uno spettacolo "frivolo" come quello di Sanremo. E poco importa se si tratta dell’appuntamento più seguito della TV nazional-popolare, dove si può approfittare del grande seguito anche per informare e sensibilizzare sulla più importante crisi internazionale in corso. L’ospitata non s’ha da fare.

Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini: «Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d’accordo". E gli fanno eco il popolo dei complottisti No Vax, che invita a boicottare la kermesse anche per la presenza del leader ucraino, e Beppe Grillo, che ha titolato un post a riguardo "Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo".

Nota la posizione anti-bellicista del vignettista Vauro – "Questo invito diventa una propaganda bellica in un momento in cui c’è bisogno di parlare di diplomazia, di cessate il fuoco e di pace" -, si è recentemente formato anche un gruppo di intellettuali anti-comparsata. Da Franco Cardini a Carlo Freccero, da Joseph Halevi a Moni Ovadia, da Paolo Cappellini ad Alessandro Di Battista, arriva l’ammonimento: "Riteniamo tragicamente ridicolo e profondamente irrispettoso di un’ampia fetta dell’opinione pubblica che non si riconosce nelle politiche militari dei governi Draghi e Meloni il fatto che Zelenskji sia invitato a Sanremo". D’accordo anche l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, che annuncia una formale diffida alla Rai in cui si chiede di non consentire la partecipazione del presidente dell’Ucraina al Festival.

Chissà quanto sarà felice di tutto questo clamore Amadeus, che all’indomani dell’annuncio del conduttore di Porta a Porta aveva detto: "Ha fatto tutto Bruno Vespa"…


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