Le Iene, top e flop: il (vero) Sanremo di Geolier, Golia fa riflettere in viaggio nelle Rsa

Tanti servizi interessanti nella puntata di martedì 13 febbraio dello show di Italia Uno che dedica diversi spazi agli strascichi di Sanremo 2024

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Nuova puntata de Le Iene, in onda martedì 13 febbraio su Italia1. Lo show condotto da Veronica Gentili e Max Angioni, come sempre propone al pubblico molti servizi interessanti. Anche le Iene però, non possono non tornare sull’evento mediatico italiano più atteso dell’anno, con diversi servizi dedicati all’ultimo Festival di Sanremo, da cui arriva anche l’ospite in studio, BigMama, che propone un bel monologo femminista. Scopriamo quali sono stati i momenti più interessanti e quelli meno riusciti della puntata di questa sera de Le Iene.

Il Sanremo di Geolier e il girl power di BigMama

Come detto, anche Le Iene raccontano a modo loro il Festival di Sanremo appena concluso. Niccolò De Devitiis ha scelto di raccontarlo da un punto di vista che, con il senno di poi, si è rivelato particolarmente azzeccato dal punto di vista mediatico, ovvero quello di Geolier, il giovane rapper napoletano, arrivato secondo, ma grande protagonista, nel bene e nel male, di questo festival. L’inviato della trasmissione di Italia 1 ha vissuto cinque giorni con il cantante, riportandosi a casa un racconto da uno dei punti di vista più interessanti e caldi di questo Sanremo: quello del cantante più votato, più contestato, più discusso e anche più streammato. Guardando il servizio di De Devitiis seguiamo Geolier prima e durante la prima esibizione (e prima contestazione), poi nella seconda esibizione, ( e seconda contestazione). Vediamo con il passare delle ore Geolier al numero uno e l’esplosione delle polemiche, delle accuse sulle sim regalate per gonfiare il televoto. Poi lo ritroviamo il terzo giorno, mentre aspetta i genitori. Gigi D’Alessio racconta: "Io 24 anni fa avevo solo una frase in napoletano e me la censurarono". Geolier invece riesce a portare sul palco esibizioni solo in napoletano, sia con la canzone in gara che nell’esibizione del venerdì. Esibizione, insieme ai colleghi Guè, Luchè e Gigi D’Alessio che lo porta alla vittoria nella serata cover con l’esplosione dei fischi dell’Ariston. Lui ne esce distrutto, dice il voice over del servizio, e il giorno dopo in sala stampa gli viene chiesto: "Non ti sembra di aver rubato?". Si arriva poi all’ultimo giorno di Festival, a Napoli è già un successo: tutti tifano per lui. Poi esplodono i problemi e le polemiche sul televoto in tilt. Infine i risultati: il Festival lo vince Angelina, mentre Geolier con il 60% dei voti da casa arriva secondo. Ultimo passaggio del video, il "day after", domenica mattina sul lungomare di Sanremo: cosa ti riporti a casa di questo Festival? Chiede la Iena: "tagli, fasciature,", risponde il ragazzo. "Il mio popolo mi ha votato e sono contento. Questo albergo (dove ha soggiornato a Sanremo ndr) però è stata la mia gabbia". Si chiude con la festa che lo attende al ritorno a casa.

Direttamente da Sanremo arriva anche BigMama con il suo monologo che sintetizza temi che ha portato anche sul palco dell’Ariston, in particolare nella serata delle cover. La sintesi del monologo della giovane rapper napoletana è nella frae: "Le donne spaccano e basta". "Uno dei primi complimenti che ho ricevuto è stato: sei una ragazzina, eppure hai scritto un pezzo che spacca", ha raccontato BigMama. "Ci ho messo un po’ a capire che fosse un complimento a metà. Era sempre così, mi dicevano che spaccavo nonostante fossi una donna. Perché quando una donna spacca, la sua voce non è più uno strumento, è un megafono. Il suo corpo non è più un oggetto, è un manifesto. La sua carriera non è più un gioco, diventa ‘politica’. Mi chiedo quando inizieranno a capire che le donne spaccano e basta. Per la serata più potente del mio Sanremo (quella delle cover ndr) ho scritto questa barra: Sono una donna che spacca, fa strano? Perché non c’è sensazione più brutta di sentirsi soli, e io l’ho provata per una vita intera. Essere attaccata, derisa, violentata, sporca e pure in colpa. Ero stanca. Ricorda: quando parli sei pericolosa e non puoi essere controllata e posseduta". E poi l’appello alle donne che ascoltano: "Siate scomode, ribellatevi, prendete la paura e trasformatela in qualcosa che spacca il mondo a metà".

La storia di Teresa e Bruno e il viaggio nelle Rsa

Veramente bello il servizio di Giulio Golia che torna a trovare Teresa, 91 anni, che da sola si prende cura del figlio Bruno affetto da Alzheimer. La loro struggente storia era stata già raccontata in precedenza dall’inviato delle Iene. Mamma e figlio si sentono abbandonati e soli, e vorrebbero trovare insieme una sistemazioni in una Rsa. Golia torna a trovarli a Torino per fare due conti e cercare di capire con le loro limitate entrate rappresentate dalle loro pensioni quanto potrebbero spendere per una retta in una casa di riposo. Ma la parte più bella del servizio è quella in cui la Iena si mette in viaggio in giro per il Piemonte e visita diverse Rsa per cercarne una adatta alle esigenze di Teresa e Bruno. Ed è un viaggio interessante, che sfata anche la leggenda nera che ammanta sempre il mondo delle case di riposo. In quelle visitate infatti, Golia si imbatte in anziani e anzianissimi che hanno la fortuna di vivere serenamente e ambienti accoglienti la loro ultima età: novantenni e centenari, di certo acciaccati, ma che possono assicurarsi ancora una vita dignitosa. Una possibilità che però è un privilegio, visto che non è affatto per tutti: le rette di questi istituti sono costose e solo una piccola percentuale sono in convenzione. Si va dai 1500 ai 3000 euro al mese. Tornando a Teresa e Bruno, sperando di poterli aiutare a trovare due posti in istituti convenzionati, Golia bussa alle porte del sindaco di Torino che attiva i servizi sociali. Il pubblico delle Iene potrà scoprire nelle prossime puntate come andrà a finire questa struggente storia.

Una notte sulla volante, un classico (ripetitivo)

Non ci sono veri e propri servizi flop in questa puntata de Le Iene, però possiamo sicuramente individuare, tra i tanti, un servizio che vince il premio per la poca originalità, visto mille volte: quello della notte a bordo di una volante della polizia. Il motivo di partenza è quello di capire se Milano sia effettivamente una città più violenta oggi rispetto a diversi anni fa. Esattamente ciò che si diceva diversi anni fa rispetto agli anni precedenti e via a risalire nei decenni e, probabilmente, nei secoli. Verificare se abbia delle basi reali la propaganda allarmista che oggi ha un nuovo strumento nella lente distorta dei social: un grandangolo che allarga a dismisura esperienze individuali e spesso niente affatto rilevanti in termini numerici e sociali, è l’idea che spinge l’inviato a verificare sul campo. Ne viene fuori un servizio che è un po’ un classico, ma proprio per questo per niente originale, con l’inviato che commenta con frasi che suonano persino un po’ naif come "appena arriviamo la prima impressione è quella di ritrovarci su un set cinematografico: sangue dappertutto" e la conclusione sulle due cose che gli rimangono impresse dopo questa notte in prima linea: le donne che chiedono aiuto e la figura del poliziotto e la sua grande dedizione alla missione.


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