Le Iene, testimonianza bomba sul caso di Chiara Poggi: "Qualcuno in alto me lo ha detto". La madre di Sempio: "L'hanno notato tutti"

Nella puntata del 20 maggio 2025, il supertestimone racconta alcuni fatti inediti riguardanti il delitto di Garlasco. Poi le parole della mamma di Sempio

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Nella puntata di martedì 20 maggio 2025 de Le Iene, in onda su Italia Uno e condotta da Veronica Gentili con Max Angioni, si torna a parlare del delitto di Garlasco dopo la riapertura delle indagini a seguito della scoperta di nuovi elementi riguardanti la morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia. Ecco cosa hanno detto il presunto supertestimone de Le Iene e la madre di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e attualmente l’unico indagato a causa di un’impronta di un palmo della mano trovata su una parete.

Le Iene – Garlasco: la testimonianza inedita del supertestimone sul delitto di Chiara Poggi

‘Carlo’, questo il nome fittizio del supertestimone, svela che l’avvocato della famiglia Poggi, Tizzoni, lo avrebbe chiamato, a distanza di una settimana dal fatto, per chiedergli "una mano". Poi racconta di aver conosciuto in ospedale una donna anziana che viveva vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa e gli avrebbe detto di aver visto il giorno dell’omicidio, "alle 13",una delle due sorelle, "quella che poteva muoversi" (Paola aveva le stampelle) mentre, molto agitata, cercava di entrare nell’abitazione della nonna. La ragazza – dice – era così tanta da far fatica a inserire le chiavi nella serratura della porta. Con sé portava un borsone pesante, ma, una volta uscita dalla casa della nonna, non lo aveva più. La signora, tra l’altro, gli avrebbe riferito di aver sentito il rumore di un oggetto pesante buttato nel fosso dietro la casa e che era rimasta colpita dal fatto che la giovane si trovasse lì in quanto nessuno aveva mai visto le gemelle da quelle parti: "Era la prima volta".

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Dopo aver ottenuto queste informazioni, ‘Carlo’ avrebbe contattato Tizzoni dicendogli di avere "notizie sulle sorelle Cappa", ma l’avvocato gli avrebbe risposto che, essendoci già un’indagine aperta su Alberto Stasi, non si "poteva sovrapporre un’altra pista". E ha aggiunto: "Mi ha bloccato. Siccome è amico della famiglia Cappa, probabilmente non ha voluto sentire niente per non crearsi problemi. Non c’è stata volontà di ascoltare". Non capendo però il motivo del comportamento dell’avvocato, dato che bisognerebbe seguire ogni pista in questi casi, il supertestimone si sarebbe rivolto a una persona che gli avrebbe suggerito di tacere perché "saresti perseguito dopo. Magari ti chiamano e dicono: ‘Tu come fai a sapere queste cose?‘". "Qualcuno in alto mi ha consigliato di mantenere il silenzio" conclude il supertestimone. Subito dopo svela di aver scritto tutto ciò che gli era stato detto su questa storia tra le pagine di un taccuino come promemoria (proprio per non dimenticare di dire nulla all’avvocato della famiglia Poggi) e di essersi confrontato con due amiche anziane, alle quali avrebbe raccontato ciò che aveva scoperto, per essere certo di non perdersi niente di importante. Infine, dice che le sue fonti dell’epoca, tra le quali c’è la vicina di casa della nonna delle gemelle, ora sono morte.

La madre di Andrea Sempio: "Tante cose non tornano e l’hanno notato"

Non manca poi una testimonianza della madre di Andrea Sempio, indagato per la morte di Chiara Poggi a causa di un nuovo indizio a suo carico. La donna rivela che una ragazza – vive nella stessa via in cui abitava la Poggi – ha raccontato di aver visto litigare Chiara e la cugina litigare la domenica prima dell’omicidio. E poi spiega che Garlasco è un paesino in cui "le persone spettegolano tra loro", ma poi, quando è il momento di parlare, "non dicono nulla". E aggiunge: "Tante cose non tornano e la gente del paese le ha notate tutte. Tante persone non sono state prese in considerazione". Un cittadino, infine, sottolinea che "Qui si parla di volontà, non di errori", e l’inviato de Le Iene rafforza questo messaggio: "Nella vicenda c’è stata la volontà di non arrivare in fondo".


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