Le Iene ancora senza Belen: cosa è successo nella puntata dell’11 aprile

La conduttrice di nuovo ‘scomparsa’ dallo studio della trasmissione di Italia 1, mentre gli inviati hanno proposto, approfondimenti e nuove storie

Parte subito con una sorpresa per il pubblico la puntata dell’11 aprile de Le Iene. A condurre infatti non c’è Belen Rodriguez ma Max Angioni. E che fine ha fatto la bella argentina, padrona di casa dello show di Italia 1?

Il mistero è presto svelato grazie ad un’incursione delle telecamere nei camerini di Mediaset dove, accasciata in un angolo pescano proprio la conduttrice. Un po’ insofferente, un po’ arrabbiata, con indosso la mascherina, spiega in breve cosa sta succedendo, con poche, colorite espressioni che non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni: "Ho il Covid. Voglio lavorare! Voglio fare Le Iene! Mi hanno fatto due tamponi. Era rosso fuoco. Devo andare a casa rinchiusa e invece voglio lavorare. Ci vediamo la settimana prossima. Lascio il mio lavoro ai miei tre comici pazzeschi che naturalmente non saranno mai alla mia altezza però vi dovete accontentare".

Niente sparizione improvvisa, niente problemi contrattuali, niente gossip insomma. La showgirl si è semplicemente presa il virus e ora dovrà fermarsi per qualche giorno. Intanto però la trasmissione non si è certo fermata.

Gli inviati de Le Iene hanno infatti portato a casa anche questa settimana servizi e ospiti come di consueto.

Il monologo di Alex Schwarz: "Ho subito un’ingiustizia"

Tra i monologhi, il pubblico ha potuto ascoltare quello di Alex Schwarz che, alla vigilia dell’uscita della docu-serie Netflix che racconta la sua intricata vicenda sportivo-giudiziaria, ha voluto ribadire di aver subito un’ingiustizia a Rio, ma anche che questa ingiustizia non toglie nulla al suo sentirsi atleta, perché, ha spiegato: "Una madre rimane sempre una madre, come un atleta rimarrà sempre un atleta".

Gli inviati delle Iene hanno continuato a lavorare su casi già affrontati per andare più a fondo. Sono quindi tornati a raccontare la terra di nessuno intorno alla Stazione Termini dove i tassisti abusivi fanno quello che vogliono anche sotto gli occhi di chi dovrebbe vigilare.

E sono anche tornati a raccontare la storia di un anziano truffato da una donna romena che gli ha fatto credere di essere sua figlia. Da allora l’uomo le invia ingenti somme di denaro. L’inviato del programma di Italia 1 è dunque partito per la Romania per smascherare la truffatrice ma nonostante ciò non è riuscito a convincere del tutto l’uomo di essere effettivamente vittima di un enorme raggiro.

E da una storie difficili a una storia che invece ha regalato al pubblico il racconto della forza e della passione di Nicolas, in arte Feet Deejay, nato senza un braccio e con una focomelia del braccio destro che non per questo vuole rinunciare ai suoi sogni. Appassionato di musica, ama stare alla consolle dove mixa benissimo con i piedi. Grazie a Le Iene ha potuto anche incontrare il suo mito Gabry Ponte.

L’inchiesta su Erba e la risposta a chi accusa di ‘circo mediatico’ gli innocentisti

Anche questa settimana poi, non è mancato l’approfondimento sulla strage di Erba. Antonino Monteleone ha riproposto a sostegno della tesi innocentista sposata dalla trasmissione, un lungo e e dettagliato servizio, e poi degli spezzoni in studio, di una puntata di Porta a Porta di ormai diversi anni fa, in cui venivano già messe in evidenza tante incongruenze, imprecisioni e anche distorsioni nelle indagini. Appena concluso questo servizio è partito poi anche il monologo del giornalista Edoardo Montolli, che avendo seguito da vicino indagini e processo, e avendo messo in luce in molti anni di articoli sul settimanale Oggi e altrove, i tanti dubbi e le tante cose non chiare, ha evidenziato anche in quale clima mediatico sia stato portato avanti quel processo in risposta a chi accusa gli innocentisti di aver messo su un ‘circo mediatico’.

E, a proposito di processi e giustizia, le Iene hanno raccontato anche una giornata nella vita, piuttosto complicata, del Procuratore Nicola Gratteri, uomo delle istituzioni in prima linea, da decenni nella lotta contro la ‘ndrangheta, e per questo condannato a una vita blindata. Il servizio è stata l’occasione anche per far commentare da un addetto ai lavori le dichiarazioni del ministro Nordio sul ricorso alle intercettazioni da parte della magistratura. Uno strumento che il giudice antimafia ritiene importante, non solo applicato ai reati di mafia e terrorismo, ma anche a quelli relativi alla pubblica amministrazione.


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