La scomparsa di Amy Bradley, Netflix racconta la storia vera di una crociera ai Caraibi diventata incubo

La serie Netflix La Scomparsa Di Amy Bradley riaccende i riflettori su una storia vera mai risolta, inquietante e di mistero: un incubo avvenuto ai Caraibi.

Melania Fiata

Melania Fiata

Giornalista

Laureata in Lettere, divoratrice di libri e serie. Scrivo di spettacoli, film e TV.

Netflix sa come catturare l’attenzione dei suoi clienti e, proprio per questo, propone sempre titoli all’altezza delle aspettative. Da qualche giorno (dal 16 luglio 2025, per essere precisi) è disponibile La Scomparsa Di Amy Bradley, una nuova docuserie in tre episodi che racconta il mistero della scomparsa di Amy Lynn Bradley, avvenuta oltre 25 anni fa durante una crociera nei Caraibi. Nonostante testimonianze, indagini e presunti avvistamenti, il caso resta irrisolto. La serie, attraverso immagini d’archivio, interviste e nuovi approfondimenti, riporta alla luce questa inquietante vicenda. Ma cerchiamo di scoprire qualche dettaglio in più sulla storia vera.

La Scomparsa Di Amy, la storia vera dietro la docuserie Netflix

Si sa, le storie vere (purtroppo) hanno sempre un certo fascino, soprattutto se sono inquietanti e irrisolte, come il caso di Amy Lynn Bradley, a cui Netflix ha dedicato una docuserie. Il progetto si concentra proprio sulla scomparsa di Amy Lynn Bradley, una giovane americana di 23 anni scomparsa nel marzo 1998 durante una crociera ai Caraibi sulla Rhapsody of the Seas, nave della compagnia Royal Caribbean. Amy, appena laureata in educazione fisica, parte dalla Virginia con i genitori e il fratello per una crociera di sette giorni, salpando da San Juan, Porto Rico, il 21 marzo. La sera del 23 marzo, Amy partecipa a una festa in discoteca con il fratello Brad e altri passeggeri, dove viene vista ballare anche con alcuni membri della band. Brad rientra in cabina alle 3:35 del 24 marzo, seguito poco dopo da Amy. Dopo un breve scambio di parole, lei si siede su una sdraio sul balcone. Il padre la vede ancora lì alle 5:30, ma mezz’ora dopo scompare. Restano solo i suoi sandali e una polo. La famiglia chiede subito l’intervento dell’equipaggio e il blocco degli sbarchi a Curaçao, ma l’annuncio ufficiale della scomparsa viene dato troppo tardi. Le ricerche iniziali sono caotiche e superficiali, e l’FBI arriva solo il giorno successivo, quando molte prove sono ormai compromesse. Numerose testimonianze raccolte nel tempo segnalano avvistamenti di Amy, e sorgono dubbi sulla gestione delle indagini. Secondo la madre, alcune foto ufficiali di Amy spariscono misteriosamente.

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Si ipotizza anche il coinvolgimento di membri dell’equipaggio, a partire da avances indesiderate ricevute da Amy e da uomini che sembravano non conoscerla senza aver avuto contatti diretti con lei. La teoria più accreditata dalla famiglia è quella del traffico di esseri umani: Amy potrebbe essere stata rapita e venduta a una rete criminale, considerando la nota attività di tratta nella regione caraibica. Nonostante gli sforzi, gli avvistamenti e la visibilità ottenuta dai media, le indagini non hanno mai portato a risultati concreti. La Royal Caribbean afferma di aver collaborato fin dall’inizio, ma la famiglia Bradley sostiene che la compagnia fu poco trasparente. Ancora oggi, i familiari continuano a cercare la verità, convinti che Amy sia viva e sperando che qualcuno, prima o poi, parli.

Qualche curiosità sulla serie Netflix

In questo paragrafo vi sveliamo qualche curiosità, o meglio, qualche dettaglio in più sulla docuserie. Diretta da Ari Mark e Phil Lott, il primo episodio racconta la notte della sparizione, il secondo esplora le teorie emerse nel tempo, e il terzo invita il pubblico a contribuire attivamente al caso. Nonostante i genitori abbiano chiesto di bloccare gli sbarchi a Curaçao per preservare la scena, la nave permette le escursioni, compromettendo possibili indizi. Testimoni riferivano avvistamenti di una donna simile ad Amy sull’isola, e un ex ufficiale dichiarò che lei stessa chiese aiuto. Il documentario evidenzia i sospetti su Alister "Yellow" Douglas, musicista della nave, mai incriminato. Nel 2005, una foto inquietante raffigurante una donna simile ad Amy in un contesto di sfruttamento fu inviata alla famiglia, ma mai autenticata.

La serie include immagini intime di Amy, ma secondo alcuni critici punta più sull’emozione e l’intrattenimento che sulla ricerca della verità. Netflix è stato accusato di alimentare false speranze e usare stereotipi esotici e sensazionalismi. Nonostante la dichiarazione legale di morte nel 2010, l’FBI considera il caso ancora aperto, offrendo una ricompensa fino a 25.000 dollari. La famiglia ha aggiunto premi privati per un totale di 300.000 dollari per chi fornisce informazioni utili.


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