Jo Squillo parla della forza della bellezza (e lancia una bordata ad Elodie)

Dagli inizia della sua carriera e le sue canzoni più divisive, passando per il femminismo e il precorrere i tempi, fino al parere sulla giovane cantante Elodie

Riccardo Greco

Riccardo Greco

Web Editor

Si avvicina all'editoria studiando all'IED come Fashion Editor. Si specializza poi in Comunicazione digitale, Giornalismo e Nuovi media presso La Sapienza, collaborando con alcune testate ed uffici stampa.

Un’artista che ha sempre parlato di femminismo, tanto da rivedersi nella definizione di "Ar-tivista". Se negli ormai non più così vicini anni ’90 la cantante si esibiva con Sabrina Salerno al Festival di Sanremo cantando: "Siamo donne, oltre le gambe c’è di più", un inno alla bellezza femminile, da ricercare in quello che le donne hanno dentro, ora l’artista continua a tornare su tema. Oltre ad aver parlato della sua vita e della sua carriera, le è stato chiesto anche un parere su alcune sue giovani colleghe, e senza girarci troppo intorno, la cantante ha risposto senza peli sulla lingua.

La vita di Jo Squillo

Nella sua intervista al Corriere della Sera, la cantante comincia ricordando alcuni aneddoti importanti della sua vita: "Mi chiamo Giovanna Maria Coletti e sono una delle ultime milanesi doc, nella nostra casa in Città Studi parlavamo in milanese. Mia madre si è occupata di me e mia sorella gemella fino a quando non siamo cresciute, poi ha cominciato a fare la rappresentante di filati". Poi conferma di essere sempre stata una ragazza indipendente: "Non volevo avere un capo sopra di me. Per pagarmi gli studi, a 17 anni, facevo la commessa in una drogheria in viale Lunigiana. Nell’intervallo mangiavamo pane e mortadella di nascosto. Mi ha aiutata ad ascoltare gli altri". Poi la discussione si è spostata sull’inizio della sua carriera: "Ho iniziato a frequentare il centro sociale Santa Marta. Era la fine degli anni ’70 avevo le chitarre a casa, ho cominciato a scrivere canzoni, la mia prima era "Sono cattiva, se la sera mi gira prendo il coltello e ti stravolgo il cervello"". Giovanna è poi passata a ricordare la sua canzone più divisiva: "Una delle canzoni che mi ha stimolato di più è stata Violentami. Una ragazza era stata violentata in metropolitana e la gente diceva che se l’era cercata. Ho voluto ribaltare la visione: noi ragazze non dovevamo essere più né vittime, né colpevoli. Ho pensato: "ah sì? Bene sono io che ti dico di violentarmi, ho ribaltato la logica"".

Il parere deciso su Elodie

Non potevano ovviamente mancare quindi dei riferimenti al femminismo e alla cultura musicale di oggi. La cantante ha quindi risposto ad alcune domande a riguardo, chiarendo che il femminismo: "Per me significa libertà. Avevo sperimentato il maschilismo, la sera non potevo uscire perché femmina, invece io lo facevo. Sembra passato un secolo ma non è lontano il tempo in cui non si poteva rifiutare di fare sesso con il proprio marito". Poi il parere sull’industria musicale: "Favorisce il giovane perché può gestirlo. Per fortuna i ragazzi di oggi sono parecchio determinati e hanno le proprie etichette. Elodie se non fosse così bella avrebbe meno successo, ne sono certa. Devi sempre far vedere, mostrare: questo agli uomini non è richiesto. La maggior parte delle acquirenti di musica sono donne e comperano la musica degli uomini". Insomma, sembra che Jo Squillo pensi che parte del successo astronomica della cantante di punta italiana sia da imputare alla sua indiscutibile bellezza, per quanto ritiene che questo aspetto sia strettamente correlato al maschilismo insito nella nostra società, e non alla giovane artista.


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