Domenica In: Kabir Bedi in colpa per la morte del figlio, Del Santo: "Dicevo la verità e mi picchiava"

Durante la puntata del 28 aprile tanti gli ospiti del programma che hanno parlato di eventi tragici accaduti nella loro vita, ma vediamo insieme cosa è successo

Rosanna Ilaria Donato

Rosanna Ilaria Donato

Web Content Editor

Laureata in Linguaggi dei Media, mi dedico al mondo dell’intrattenimento da 10 anni. Ho lavorato come web content editor freelance per diverse testate.

Durante la puntata di Domenica In del 28 aprile, in onda su Rai1 e condotta da Mara Venier, arrivano in studio l’attore Kabir Bedi, pronto a raccontarsi tra carriera e vita privata; Lory Del Santo, che ricorda il grande amore per il cantautore Eric Clapton e il dolore per la perdita dei figli; Roberto Bolle, in studio per presentare il nuovo programma Viva la danza; mentre Leo Gassmann presenta il suo ultimo singolo Take That; e Adriano Giannini e Riccardo Scamarcio promuovono il film Sei fratelli, in uscita nelle sale italiane l’1 maggio.

Il recap della puntata del 28 aprile di Domenica In

Il primo ospite della puntata è Kabir Bedi, noto per il ruolo di Sandokan nello sceneggiatore televisivo del 1976 diretto da Sergio Sollima. A porgli le domande, oltre a Mara Venier, ci sono anche Barbara Alberti, Rossella Erra, Katia Ricciarelli e Candida Morvillo. Tra un aneddoto e l’altro, l’attore si sofferma sul periodo più buio e doloroso della sua vita, quando nel 1997 il figlio Siddharth Bedi è morto suicida a soli 25 anni. "Lui era molto gentile, un buon uomo, mai violento. Soffriva di schizofrenia depressiva e per tre anni nessuno comprese bene gli cosa stesse succedendo, nonostante varie diagnosi. Dopo un incidente in Canada era diventato violento e l’ho portato a Los Angeles per curarlo. Io volevo salvarlo ma poi ho fallito: si è tolto la vita, ed è stato il momento più doloroso della mia vita. Lui era molto intelligente ma ha perso la speranza e compiuto il gesto dopo una discussione con me. Nel libro infatti ho scritto un confronto tra un padre che vuole impedire al figlio di fare questo genere di azioni. Mi sento in colpa, perché penso che avrei potuto fare qualcosa per cambiare la sua mente. Non voglio che le persone perdano la speranza perché adesso le medicine sono molto più efficaci, mentre un tempo non controllavano alcuni effetti. Lui prendeva le medicine e si sentiva come ubriaco, per questo stava meglio senza prenderle. Sono responsabile perché dovevo controllare che ne facesse uso. A tutti quelli che vivono con una persona schizofrenica dico di non arrendersi, perché non sono soli". L’attore spiega che ha cercato di superare il dramma attraverso la meditazione: "Da allora ho deciso di cambiare la mia vita".

Kabir Bedi è sposato con Parveen Dusanji, di trent’anni più giovane di lui e madre di Siddharth: "Credo nel matrimonio. Ho sempre sperato in un legame felice e ora ce l’ho", dice sul rapporto con la sua compagna di vita. Ma l’attore ha tre ex mogli e durante la puntata racconta i motivi per cui con le altre donne non ha funzionato (anche se ha mantenuto ottimi rapporti con tutte): "Con la prima ex moglie ci siamo separati gradualmente, la seconda l’ho lasciata io, mentre la terza voleva vivere a Londra e io in India". Inoltre, l’attore racconta di un’intervista che avrebbe dovuto fare ai Beatles e non andò subito a buon fine perché "il manager mi disse che avrebbe fatto lui stesso l’intervista, ma poco prima si è sentito male, sudava, aveva problemi di fiato". A questo punto Mara Venier scoppia a ridere ("Ma aveva problemi di stomaco?", gli chiede), inconsapevole del finale della storia: "Non stava bene, tra l’altro sei mesi dopo è morto". La conduttrice frena la risata e dice: "Oh mio Dio, povero". Alla fine Bedi riuscì a fare l’intervista a tutti i membri della band: "Sono stati gentilissimi e carini, mi hanno concesso un’intervista ciascuno".

Lory Del Santo (ripetitiva) si racconta da Mara Venier

Dopo l’ospitata a Belve, Lory Del Santo entra nello studio di Domenica In per raccontarsi tra amori e carriera: "Da piccola segnavo le mie riflessioni per il futuro, perché dovevo farcela da sola. Quando nasci in una famiglia con difficoltà economiche devi solo capire cosa sta accadendo. Non sapevo come si facesse a fare i bambini. Mamma non mi credeva mai, se dicevo la verità mi picchiava, e quindi ho pensato che un modo giusto per stare serena fosse nascondere tutto. Ero felicissima, la mia vita era una scuola: impari, ascolti osservi. Io non potevo recriminare qualcosa a mia madre perché era povera, lei faceva il possibile. Devi essere felice di ciò che hai. Andare via di casa era il mio sogno segreto, volevo scoprire il mondo e mi piaceva il cinema. Mia madre mi lasciava libera solo se c’era la possibilità di guadagnare qualcosa e così mi inventai una scusa per andare a Roma, su invito di un attore, e partii per due giorni". Cita inoltre l’uomo sconosciuto che l’accompagnava davanti a scuola quando era piccola: "Non ricordo il suo nome, ma non lo direi nemmeno se me lo ricordassi, perché lui ha famiglia, ma esistono uomini buoni e meravigliosi, bisogna solo trovarli. Ci sono uomini che dicono tante cose, ma poi non mantengono le promesse. Come chi afferma di voler un bambino…", dice l’ospite. Mara Venier, capendo il soggetto a cui la showgirl si riferisce (non è poi così difficile visto che ha detto le stesse cose a Belve martedì scorso), la interrompe: "Eric Clapton!".

"È stato un amore contrastato perché c’era di mezzo il primo sogno, il primo figlio. Lo volevamo, c’era entusiasmo. Poi un giorno stavo male perché ero incinta e continuavo a peggiorare nel tempo. Era Natale, lui mi chiese: ‘Cos’hai?’. Dovevamo partire, ma non andai, mentre lui sì perché doveva fare molte cose. Poi è tornato indietro, ma a quel punto aveva cambiato idea sul bambino. È sparito per sei mesi, poi mi ha chiamato il suo agente per chiedermi quanto denaro volessi per chiudere la faccenda… Uno magari ci fa un pensierino, ma io gli ho risposto: ‘Vedi questo numero che hai chiamato? Dimenticalo’. Poi Eric mi ha scritto una lettera strappalacrime al sesto mese di gravidanza, dove parlava anche del bambino, e in seguito è venuto a trovarmi. Quando se ne andò di nuovo la lettera, quella che rileggevo ogni sera, non c’era più: rappresentava la prova che lui era il padre di Conor. Quando è nato il piccolo è cambiato di nuovo tutto: a Londra mi ha preso una casa, ha prenotato l’ospedale e mi ha detto: ‘Comunque anche la Principessa Diana ha avuto i figli qua, quindi deve andare bene per forza‘", racconta l’ospite.

Lory Del Santo parla del dolore causato dalla perdita dei suoi figli, del suicidio di Loren, affetto da anedonia, e di come è sopravvissuta a tanta sofferenza: "Sono rimasta sdraiata a terra per ore. Ad un certo punto mi sono detta che non potevo rimanere così per tutta la vita e allora mi sono alzata. Quando ti alzi una volta sei capace di farlo ancora. Non mi ha aiutata la famiglia: se le persone non ti capiscono è meglio che non parlino, altrimenti si rischia di ferire. Secondo me dovrebbero insegnare a scuola come capire le malattie. Quando non hai una cultura in questo campo è difficile da comprendere. Avevo intuito che mio figlio avesse un problema, lui era un tipo solitario ma di un’intelligenza assoluta. Nessuno mi aveva mai suggerito che potesse avere un problema serio, lui era troppo immobile. Ci sono cose che si capiscono prima e altre dopo ed è sempre utile saperne di più di cosa ci può succedere. Ma quando una cosa è irreversibile ti devi solo rassegnare. Io pensavo che i figli fossero la cosa più bella al mondo per entrambi i genitori e invece mi hanno detto ‘ciao’. Ho fatto il possibile, ma quando non ci sono sintomi non ci sono soluzioni. Se lo avessi saputo adesso, vivrei male comunque, perché in ogni caso sarebbe successo".

Facendo un bilancio della sua vita, la showgirl afferma: "Ho vissuto la mia vita e non quella degli altri, perché si cerca sempre di inseguire qualcuno e anche a me è capitato di pensare di essere in una gabbia dorata ma di stare bene, avendo tutto il necessario, però è meglio volare liberi nella foresta e vedere il mondo. Credo che Marco mi voglia bene, ma da parte sua non c’è quel bene per cui darebbe la vita per me. È passione. Io penso che sia meglio avere un amore minore piuttosto che totale, perché poi si rischia di fare errori assurdi". Nel frattempo assistiamo a un siparietto legato alle dimensioni del seno delle due donne in studio, durante il quale Lory spiega che per aumentare il suo usa i reggiseni imbottiti e Mara Venier commenta: "Io non ne ho bisogno perché non so più dove metterle". Il discorso viene portato per le lunghe – con la conduttrice che si avvicina all’ospite per capire meglio cosa intende – e ancora ci chiediamo il motivo.

Roberto Bolle a Domenica In

Roberto Bolle racconta la sua passione per la danza, gli anni di solitudine a Milano e i sacrifici fatti per raggiungere il suo obiettivo: "La danza può arrivare a tutti ed essere amata e apprezzata da chiunque. Portarla in strada con OnDance è di grande interesse perché avvicini le persone a questa arte. Qualunque forma di arte ha la forza per essere compresa da ogni persona, è un po’ come unire, creare un legame tra loro e la danza. Il mio è un percorso che parte da lontano e nel tempo si è strutturato ed è diventato sempre più ambizioso. Piano piano osi fare quel qualcosa in più. Ho avuto una notorietà che mi ha permesso di fare altre cose, fino a Sanremo 2016 che mi ha aperto le porte della televisione. E poi è arrivato OnDance. Ho capito di poter fare qualcosa di più di ballare a teatro. Non bisogna restare nella comfort zone ma osare. Da una parte vuoi metterti alla prova, dall’altra c’è il rischio della sfida. I primi anni alla Scala mi mancava l’affetto quotidiano e crescere in famiglia, perché a Milano ero da solo. Ma quello che superi con volontà e dolore poi ti serve, ti fa crescere più velocemente e nella nostra professione è importante. Ballare poi per la regina Elisabetta e il Papa è stato davvero un sogno, sono state emozioni incredibili. A me la danza ha reso la persona che sono adesso, se non avessi fatto tanti sacrifici, andando oltre i miei limiti, non sarei lo stesso uomo. Ho limitato le trasgressioni e le fughe d’amore".


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