Anche l'Antitrust all'attacco di Chiara Ferragni: la sua colpa (con il pandoro)

L'imprenditrice digitale è di nuovo sotto accusa per la campagna, di beneficenza, lanciata lo scorso Natale. Sul caso aveva già indagato Selvaggia Lucarelli

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Dopo le indagini di Agcom per la pubblicità occulta sul palco del Festival di Sanremo, Chiara Ferragni è di nuovo sotto accusa. Questa volta a condannarla è l’Antitrust – l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – e al centro delle polemiche ci sono i pandori che l’imprenditrice digitale aveva firmato in collaborazione con Balocco per lo scorso Natale.

Chiara Ferragni e Balocco, istruttoria dell’Antitrust

Secondo quanto riportato da Ansa, l’Antitrust avrebbe aperto un’istruttoria nei confronti di Balocco Industria Dolciaria (questo il nome completo del marchio), che insieme a Chiara Ferragni ha lanciato l’iniziativa del pandoro brandizzato tra novembre e dicembre 2022. L’iniziativa commerciale prendeva il nome di "Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino", ed è stata promossa in occasione delle ultime festività natalizie con lo scopo di raccogliere fondi a favore dell’ospedale piemontese. Questa iniziativa, però, è stata giudicata come "pratica commerciale scorretta", in quanto poteva indurre in errore i consumatori. Il motivo risiede nel claim ingannevole del prodotto: "Balocco presenta il pandoro Chiara Ferragni per sostenere l’ospedale Regina Margherita. Balocco e Chiara Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili, finanziando un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino", si leggeva sul sito dell’azienda. Di fronte a queste dichiarazioni, il consumatore era portato dunque a pensare di poter contribuire, con l’acquisto di un pandoro, alla raccolta fondi a sostegno dell’ospedale torinese. Ma così non è stato: in realtà, Balocco e Chiara Ferragni avevano stabilito una cifra fissa, disponendo una donazione prima del lancio del prodotto. Perciò, chiunque abbia acquistato il pandoro ha contribuito esclusivamente ad arricchire l’azienda e l’imprenditrice digitale.

L’inchiesta di Selvaggia Lucarelli

A denunciare questo fatto ci aveva già pensato Selvaggia Lucarelli a metà dicembre 2022, quando aveva sollevato qualche dubbio sull’operazione commerciale portando un’inchiesta proprio su questo argomento. Per fare chiarezza sulla questione, che la giornalista ha definito "la triste storia di un’operazione commerciale mescolata confusamente ad un’iniziativa benefica", aveva posto qualche domanda direttamente all’ospedale di Torino. Anche quest’ultimo, però, non è risultato a conoscenza del funzionamento di questa operazione: "La donazione non è ancora avvenuta perché riceveremo la cifra alla fine di questa campagna di raccolta fondi con la vendita di questo pandoro", aveva dichiarato la dottoressa Franca Fagioli, responsabile del progetto, a Domani. In realtà, soltanto successivamente è venuto a galla – sempre dall’inchiesta di Selvaggia Lucarelli – che la donazione risultava slegata dalla vendita. Ciò ha causato, dunque, un’incomprensione anche da parte dei consumatori, che sono caduti in errore a causa della scarsa chiarezza dell’operazione commerciale.


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