Un Professore 2, Alessandro Gassmann: "I Dante Balestra esistono, ma la scuola va sostenuta”

Al via la seconda stagione della fiction di Rai Uno che vede protagonista l'insegnante di filosofia interpretato da Alessandro Gassman. L'intervista a Libero Magazine

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Un Professore 2- Intervista Alessandro Gassmann
Fonte: Ufficio Stampa Rai

Da giovedì 16 novembre in prima serata su Rai Uno tornano le vicende di Dante Balestra, protagonista della fiction Un Professore. Il personaggio, docente di filosofia in un liceo, è entrato alla stessa velocità nel cuore dei suoi studenti e in quello del pubblico televisivo, che ha molto amato la prima stagione della serie. Nella seconda stagione vedremo il brillante insegnante interpretato da Alessandro Gassmann alle prese con nuove sfide, a scuola con i suoi ragazzi e a casa, dove lo vedremo alle prese con il figlio Simone Interpretato da Nicolas Maupas), il nuovo amore Anita (Claudia Pandolfi) ma anche la ex (Christiane Filangeri) che ritorna a portare nuovo scompiglio nella sua vita. A raccontarci qualcosa di più di questo amato personaggio in questa intervista è Alessandro Gassmann, il suo interprete.

Un Professore 2, intervista ad Alessandro Gassmann

Alessandro Gassmann quali sono, secondo te, gli elementi che hanno decretato il successo di Un Professore?

" Dante è un personaggio che cerca di far crescere i ragazzi appassionandoli e rendendoli partecipi, con sensibilità e intelligenza. Io penso che il ruolo della scuola sia portare i ragazzi nel mondo degli adulti, la scuola dovrebbe sempre essere un luogo di partecipazione e di incontro. Credo che Un Professore sia una serie formativa. Un elemento importante, particolarmente in questo momento così difficile, con i problemi che tutti quanti stiamo vivendo, è il fatto che questa racconta storie con un cuore positivo, utilizzando il registro della commedia per arrivare al pubblico. E penso che la commedia associata anche a storie drammatiche, sia la forma di narrazione che più si avvicina alla vita reale".

In cosa ti assomiglia Dante Balestra e in cosa invece lo senti lontanissimo da te?

"Con Dante mi accomuna la positività. Io sono un’ottimista imbattibile, proprio come lui che ha un’incredibile forza d’animo. Non ci accomuna sicuramente la pazienza, perché io sono veramente poco paziente e per insegnare invece è una dote importantissima e bisogna averne molta. Io so che in questo senso non sarei mai un bravo insegnante".

A te cosa ha insegnato Dante Balestra?

"Ad essere appunto leggermente più paziente. Io che sono ipercinetico, nevrotico, frequentando Dante ho imparato ad aspettare un attimo in più prima di agire o reagire. E poi mi ha anche spinto a riaprire i libri di filosofia, per non fare figuracce".

Il tuo rapporto con il mondo della scuola, prima da studente e poi da genitore, qual è stato?

"Da ragazzo ho avuto un rapporto pessimo con la scuola. Non ho avuto la fortuna di incontrare un professore come Dante Balestra non l’ho mai incontrato. Ho avuto sempre insegnanti molto severi e punitivi che mi spaventavano. Avevo paura dei voti, delle pagelle, delle interrogazioni e quindi tendevo quando potevo a non andare a scuola, a nascondere i voti bassi. Insomma, sono stato un pessimo studente. Come padre ho avuto invece la fortuna di avere un figlio bravo che ha sempre studiato. Ha fatto tutto da solo, si è laureato con il massimo dei voti, in questo non ha preso da me".

Ma esistono veramente insegnanti come Dante Balestra nella scuola italiana?

Esistono. Io non ho avuto la fortuna di incontrali da ragazzo, ma per Dante Balestra ho pensato a un professore di filosofia di mio figlio che ora non c’è più. Questo insegnante ha cambiato totalmente il suo percorso di studi perché lo ha reso partecipe e fatto appassionare allo studio e, da quel momento, è diventato bravo in tutte le materie. Bisogna dire che la scuola vive tante difficoltà e la qualità della scuola italiana non può essere affidata solo a singoli professori straordinari, ma ha bisogno di un aiuto concreto da parte dello stato. Questo aiuto da tanto tempo è sempre in decrescita, quindi mi auguro che la tendenza possa cambiare in futuro per dare la possibilità a tanti Dante Balestra di esprimere le loro capacità.

Dante Balestra è anche un mentore per i suoi ragazzi, tu ne hai mai incontrato uno nel tuo percorso, a scuola o negli anni successivi? "Escludendo mio padre e mia madre, le due persone che più mi hanno formato, in maniera diversa ma profonda e bellissima, un incontro importante, nella seconda parte della mia carriera, è stato quello con Gigi Proietti. Ho avuto la fortuna di dirigerlo come regista nel film "Il Premio" e per me quello è stato uno dei più bei viaggi della mia vita. Viaggiare per due mesi in auto con Gigi mi ha insegnato tanto, è stata un’esperienza incredibile".

Tuo figlio Leo, oltre alla carriera di musicista, sta per esordire anche in quella di attore, visto che interpreterà il ruolo di Franco Califano nel film Rai che ne racconterà la vita, che ne pensi?

"Sono molto stupito. Lui frequentava seminari di recitazione da due anni, quando me l’ha detto gli ho chiesto: "Sei un cantante, perché studi recitazione?", lui mi ha risposto che era una cosa che gli piaceva molto e lo arricchiva. Poi, quando mi ha detto che avrebbe fatto il protagonista di un film importante mi ha ovviamente riempito di gioia sapere che fatto il provino è risultato scelto. Sono felice per lui, spero che faccia un buon lavoro ma io sono convinto, anzi lo so, che lui ha una grandissima sensibilità, come del resto l’aveva Califano, quindi vedremo cosa ne uscirà fuori.

Sarebbe la terza generazione di Gassmann sul set

Ma non mettiamo limiti! Speriamo che si riproduca presto e arrivi la quarta (ride).

E se domani vi succedesse di condividere il set? Ti piacerebbe?

Non lo so dire. Il cinema è così: ci sono delle storie che ti vengono proposte e io accetto quelle con cui sento più attinenza in relazione al personaggio che mi si propone. Se dovesse succedere che ci propongono di lavorare insieme in un film in cui ci sia un personaggio che mi piace, e a lui altrettanto, perché no? Non si può escludere niente, nella vita e nel cinema.


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