Sanremo, scade l’ultimatum Rai: milioni di danni (per tutti). Dove trasloca il Festival

Si avvicina la resa dei contri tra il Comune ligure e l'azienda pubblica. Viale Mazzini si è impuntata sulle richieste del sindaco. E ora c'è il rischio concreto di un addio.

Tommaso Pietrangelo

Tommaso Pietrangelo

Giornalista

Autore, giornalista, cantautore. Laureato in Letterature Straniere, è appassionato di cinema, poesia e Shakespeare. Scrive canzoni e ama i gatti.

Carlo Conti
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È sempre più vicina la resa dei conti sul Festival di Sanremo. La Rai avrebbe dato come ultimatum al Comune della città il 1°agosto, ultima data utile per trovare un accordo sul nuovo Festival. Altrimenti, le condizioni poste dalla città ligure (e considerate irricevibili da Viale Mazzini) potrebbero spingere la kermesse verso un’altra città. Ma a perderci sarebbero entrambe le parti. Sia il Comune di Sanremo, che senza il Festival avrebbe un crollo degli introiti spaventoso. Che la Rai stessa, per un motivo legato strettamente alle probabili richieste degli inserzionisti pubblicitari. Ecco qui sotto tutti i dettagli.

Sanremo, la scadenza dell’ultimatum Rai e i possibili danni (reciproci)

Si complica oltremodo la trattativa tra la Rai e il Comune di Sanremo. Dopo il bando lanciato dalla città, a cui solo l’azienda pubblica aveva partecipato, c’è stato un dietrofront dei vertici della tv, legato a certe richieste del sindaco giudicate estreme (su tutte, quella di avere l’1% degli introiti pubblicitari del Festival). Insomma ora Viale Mazzini, che avrebbe lanciato un ultimatum con scadenza il 1°agosto, sembra pronta a fare davvero le valige.

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E come detto, l’eventuale divorzio tra la città e il Festival potrebbe costare caro a entrambe le parti. Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, rischia grosso per evidenti motivi. Senza la kermesse, i danni economici per alberghi, affittuari di case e commercianti sarebbero incalcolabili. Molto più ‘sottile’, invece, è la linea su cui si muove a questo punto la Rai. In questo caso, infatti, i problemi potrebbero sorgere se gli inserzionisti giudicheranno un eventuale trasloco come ‘ridimensionamento’ possibile negli ascolti. Portando quindi a un calo degli introiti pubblicitari. Insomma, via da Sanremo il nuovo Festival potrebbe promettere molto meno pubblico e share. Un tema che di certo starà facendo tremare i vertici.

I dissidi interni alla Rai e l’ipotesi trasloco per il Festival

Si aggiungono poi voci su possibil dissidi interni al cda Rai. In molti starebbero contestando la scelta dell’azienda di partecipare al bando per il Festival. Se infatti le condizioni del Comune, già note all’epoca, erano così irricevibili come si dice ora, sarebbe stato più logico un rifiuto. Mentre la Rai ha voluto partecipare lo stesso, forse per timore che altri finissero per soffiarle il Festival da sotto il naso.

Infine, si fa largo l’ipotesi di un trasferimento ‘comodo’ della kermesse – se davvero il divorzio si avvererà – negli studi Rai di Torino (già collaudati grazie all’Eurovision Song Contest). Al momento, è questa l’ipotesi più probabile. Anche se vedere il Festival lontano da Sanremo sarebbe per tutti, davvero, un clamoroso colpo al cuore.


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