Sanremo 2025, le pagelle: Conti 'snobba' Lucio Corsi per Topo Gigio (4), Cucciari in gran forma (9), Giorgia sa inventare (8)
Nella quarta serata dedicata alle cover tante performance meravigliose, ma anche qualche flop, come Mahmood alla conduzione e Carlo Conti: le pagelle

L’attesissima quarta serata dedicata alle cover di Sanremo 2025, condotta da Carlo Conti su Rai Uno venerdì 14 febbraio 2025, si conclude con il trionfo di Giorgia grazie al suo incredibile duetto con Annalisa. Per una sera, la gara ufficiale si è fermata per far posto ai duetti: tutti e 29 gli artisti si sono esibiti in altrettanti brani che fanno parte della musica italiana e internazionale. Ecco le pagelle della quarta serata del Festival di Sanremo, che vede tra i suoi co-conduttori Geppi Cucciari e Mahmood.
Sanremo 2025, quarta serata 14 febbraio: le pagelle
Geppi Cucciari perfetta co-conduttrice, voto 9: sapevamo che non ci avrebbe deluso e così è stato. La Cucciari non ha mancato di punzecchiare Telemeloni, i dirigenti Rai e lo stesso Carlo Conti: "Sei un grande conduttore, un artista ma soprattutto sei un padre" dice riferendosi alle parole che il conduttore aveva detto per presentare Bianca Balti. Oppure: "Quando una donna dice no è no. Quando un uomo dice no… è perché non ce la fa". Insomma, Geppi Cucciari, con grande intelligenza e professionalità, non ha snaturato se stessa nemmeno al Festival di Sanremo. Promossa a pieni voti, perché ha reso la serata dei duetti più elettrizzante con la sua satira.
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Entra nel canale WhatsAppLa standing ovation a Gianni Bella, voto 9: che momento commovente, uno tra i più belli della serata (pochi), durante cui il compositore si è pure emozionato talmente tanto per l’applauso del pubblico che aveva gli occhi lucidi. Poi il tributo di Marcella Bella sulle note de L’emozione non ha voce, brano inciso da Celentano con la musica di Gianni. Meravigliosa performance dedicata al fratello: "L’ho cantata per te", gli dice.
Giorgia e Annalisa in una gara canora, voto 8. Sembra in realtà che si scontrino, più che incontrarsi. Una gara a chi regge più la nota. Ma Giorgia davvero sa inventare, variare, unire grinta e dolcezza, nella sua interpretazione. Skyfall è un altro Everest da scalare, per loro sembra una ciclabile.
Lucio Corsi e Topo Gigio ‘volano’, voto 8. Vogliamo ‘premiare’ l’idea di portare il pupazzo più amato della televisione sul palco dell’Ariston, proponendo uno spettacolo delicato e originale (rispetto a quanto visto questa sera in diretta). È un omaggio al passato, perché, lo ricordiamo, "Topo Gigio in Tv esordì con la voce di Domenico Modugno, che fu anche il primo cantautore a vincere il Festival". E infatti il duetto è sulle note di Nel blu dipinto di blu. I due personaggi sono così diversi per dimensioni e aspetto e lontani per stile, ma durante la performance appaiono talmente vicini che anche un minimo errore nella performance non conta più.
Simone Cristicchi e Amara profonde, voto 7.5. La cura è una canzone abusata, sfibrata, disidratata da tanto l’hanno cantata tutti. Ma Amara e Cristicchi sanno ritrovarla, ne trovano la profondità, l’eco, la potenza, e il senso di dono fatto all’altro. E gli inserti vocali sono strepitosi. Cristicchi sembra avere smarrito l’autotune interno, ma che importa.
Serena Brancale (con Alessandra Amoroso) grintosa e rispettosa, voto 7. If Ain’t Got You di Alicia Keys non è esattamente la cosa più semplice da cantare. Si capisce che lei, al di là del modo superpop con cui si è imposta all’attenzione, sa che cosa fa, ha fatto tanta gavetta e "sente" l’occasione. Canta con grinta e con rispetto dell’artista.
Fedez commuove con Masini ma non convince, voto 6.5. La rivisitazione moderna del brano Bella stronza funziona grazie alla scrittura delle barre in sé: è come ritrovare il vecchio Fedez, quello degli inizi. Sono gli incastri delle voci a rendere la performance confusionaria, soprattutto quando Masini canta tenendo la nota alta e Fedez comincia la parte rap sopra la sua voce, rendendo difficile la comprensione di alcune parole. C’è da aggiungere, però, che Fedez sembrava davvero sentirla, questa rivisitazione, senza aggiungere un vero e proprio riferimento o una parola di troppo: c’era tutto il senso del brano originale.
Il connubio imperfetto tra Massimo Ranieri e i Neri per Caso, voto 5.5. A ‘salvare’ la performance sulle note di Quando di Pino Daniele è stata solo la voce di Ranieri, perché il connubio di stili e voci non erano ben amalgamati e infatti, a nostro avviso, nel complesso la performance risultava un po’ fastidiosa per via dei cori dei Neri per Caso.
Roberto Benigni fa promozione, voto 5. Sembra essere andato lì proprio per dovere di promozione, anche in maniera un po’ improvvisata (L’inno del corpo sciolto, secondo noi, non lo avrebbe voluto fare per davvero, non come gag). Da eversivo a evanescente. Era partito bene, ironizzando su tutto ciò che del Festival è stato criticato e sulla politica, dicendo grandi verità, per poi perdersi in una marchetta al suo programma, che poi sarebbe ‘l’annuncio importante’, il suo ritorno in Rai. Che peccato.
Brunori Sas e Rose Villain reinterpretano la canzone sbagliata, voto 5. Ci sono brani che non andrebbero toccati perché il rischio è di fare un grande disastro, ed è quello che è successo al cantautore che ha intonato L’anno che verrà del poeta Lucio Dalla insieme a Riccardo Sinigallia e Dimartino. Lo stesso è successo a Rose Villain (con Fiori rosa, fiori di pesco di Lucio Battisti), la più fragile come canto.
Olly e Goran Bregovic, voto 5. Il pescatore raccontava una storia importante e del tutto originale. L’hanno trasformata in una roba da circo.
Mahmood canta meglio di come conduce, voto 4. Meno male che c’è stato il suo medley a rialzare la media della sua serata, perché come presentatore ha lasciato molto a desiderare, tra gaffe e annunci sbagliati: sembrava non saper cosa dire, né dove stare. D’altronde, prima di iniziare la serata delle cover, aveva ammesso di essere agitato, e in effetto il suo disagio si è visto tutto: ad un certo punto, tra l’altro, non si è più presentato sul palco. Sarà un caso? Molto probabilmente no.
Carlo Conti snobba Lucio Corsi, voto 4. Questa sera non vogliamo soffermarci sulla conduzione, ciò che pensiamo lo abbiamo già detto e la nostra opinione non è cambiata. Preferiamo prendere in considerazione un fatto che ci ha spiazzati ed è accaduto subito dopo l’esibizione di Lucio Corsi con Topo Gigio: il conduttore e Mahmood (infatti lo abbiamo bocciato) hanno pensato unicamente ad andare a salutare e parlare con il pupazzo, come se il giovane non fosse lì presente. Il conduttore ha portato i fiori solo a ‘Gigio’: "Lucio, se permetti, li ho portati per lui", e poi non gli ha più rivolto la parola, se non perché il pupazzo ha fatto notare che era dai tempi dello Zecchino D’Oro che non partecipava a un festival: "Bravo, bravo" dice al concorrente. L’attenzione però era tutta sul personaggio. Mahmmod ha addirittura tirato dritto verso Gigio, senza nemmeno salutarlo, chiedendo pure di fare un selfie con con il pupazzo. Povero Lucio. Che tristezza, una vera mancanza di rispetto verso il concorrente, messo da parte solo perché il pupazzo tira di più. Certo che tira, finalmente una novità in un festival in cui la noia la fa da padrona, ma questo non giustifica il gesto.