Maurizio Costanzo condannato per diffamazione per il caso Notaro

Secondo la difesa portata avanti dai legali di Costanzo, non c’era alcuna volontà diffamatoria. Per l’accusa il giornalista avrebbe invece offeso la reputazione del giudice

Maurizio Costanzo
Fonte: Mediaset Infinity

Maurizio Costanzo è stato condannato a risarcire 40 mila euro per delle frasi pronunciate durante il suo talk show nei confronti di Vinicio Cantarini, il gip che si occupò del caso di Gessica Notaro. La sentenza è stata emessa presso il tribunale di Ancona.

Cosa è successo

La giudice Maria Elena Cola del Tribunale di Ancona ha inflitto al giornalista un anno di reclusione, con la sospensione della pena subordinata al pagamento di 40mila euro come risarcimento danni alla parte offesa. Il presentatore aveva infatti commentato durante la trasmissione: "Complimenti a questo gip. Vogliamo dire il nome del gip che ha fatto questo, eh? Diamo il nome". Proseguendo poi con "Complimenti signori e mi rivolgo al ministro Orlando, al ministro della Giustizia, faccia un’inchiesta su questo gip, perché non ha fatto quello che gli ha detto il pm". Sono alcune delle esternazioni che Costanzo aveva fatto nel corso di una puntata del suo show, andato in onda il 20 aprile del 2017. Allora, accanto a lui, c’era Gessica Notaro, la giovane ragazza riminese che tre mesi prima era stata sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, Edson Tavares. Questi elementi della sua dichiarazione sono costati a Costanzo appunto una condanna per diffamazione. Gli era costata già una diffida, ora la nuova batosta per il conduttore. Effettivamente il nome della parte offesa, Cantarini non era stato fatto, ma il riferimento era stato chiaro. Secondo la difesa portata avanti dai legali di Costanzo, non c’era alcuna volontà diffamatoria. Il conduttore potrà però ora ricorrere in appello. Per l’accusa il giornalista avrebbe invece offeso la reputazione del giudice lasciando intendere che le conseguenze verificatesi sulla giovane vittima fossero il risultato di una grave negligenza da parte di Cantarini, rivelandosi virtualmente inadatto a svolgere efficacemente il suo compito di giudice.


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