Su Prime Video, la docu-serie di Argentero su tre atleti italiani
È questa la vita che sognavo da bambino racconta le vite di tre uomini che hanno fatto la storia dello sport italiano: Malabrocca, Bonatti e Tomba

Il 6 dicembre arriva su Prime Video È questa la vita che sognavo da bambino. Tratta dall’omonimo spettacolo teatrale, la docu-serie ha per protagonista Luca Argentero e racconta le vite straordinarie di tre atleti che hanno fatto la storia dello sport italiano: Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba.
È questa la vita che sognavo da bambino, dal teatro allo schermo
Luca Argentero esordisce con lo spettacolo È questa la vita che sognavo da bambino? nel 2018. Dopo aver partecipato alla stesura della sceneggiatura di Gianni Corsi, calca il palcoscenico con la regia di Edoardo Leo. La produzione torna poi a teatro nel 2020 e ancora nel 2022, anno in cui viene trasformata in una docu-serie sempre con protagonista Argentero. L’attore veste i panni di tre diversi personaggi, tre atleti, che hanno fatto la storia delle proprie discipline e in generale dello sport italiano. Argentero racconta questi personaggi da vari punti di vista, senza concentrarsi unicamente sui loro traguardi sportivi, ma raccontandone anche il vissuto personale, il contesto storico-culturale del loro tempo e l’impatto che hanno avuto sulla società.
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Entra nel canale WhatsAppÈ questa la vita che sognavo da bambino: sullo schermo Malabrocca, Bonatti e Tomba
Per primo l’attore porta sullo schermo il ciclista Luisin Malabrocca (1920-2006), che nel secondo dopo guerra "conquista" la maglia nera del Giro d’Italia per ben due anni consecutivi. Accortosi infatti che arrivare ultimo fa guadagnare l’affetto del pubblico quasi più che arrivare primo, nel 1947 decide di replicare l’impresa nascondendosi, allungando le pause e forando perfino le sue stesse gomme, tutto per ottenere l’ambita maglia e la colletta di simpatia del pubblico.
Argentero veste poi i panni dell’alpinista Walter Bonatti (1930-2011). Soprannominato Il re delle Alpi, tra le sue numerose spedizioni conta quella sul K2, sul Monte Bianco, sul vulcano Kilimangiaro e sulla catena del Ruwenzori. Provato dalle difficoltà e dalle tragedie che ne hanno accompagnato la carriera, si ritira dall’alpinismo estremo ad appena 35 anni, dedicandosi in seguito all’esplorazione e al giornalismo, nonché alla scrittura dei libri in cui racconta le sue imprese.
Il terzo atleta è invece lo sciatore Alberto Tomba (1966), dedito soprattutto allo slalom gigante e a quello speciale. Nel suo palmarès conta ben quattro medaglie mondiali e poi due argenti e tre ori olimpici. Proprio in occasione dei Giochi invernali di Calgary 1988, la Rai interrompe il Festival di Sanremo per trasmettere in diretta una delle prove che gli vale il primo posto. Si ritira dalle competizioni alla fine degli Anni ’90 e da allora si dedica alla promozione dello sci e dello sport in generale.