Le parole di Gramellini: un commiato che sa di addio alla Rai

Il conduttore ha salutato i telespettatori con un discorso attraverso cui ha ringraziato i dipendenti Rai e chiarito la funzione essenziale del servizio pubblico

Anche Massimo Gramellini pare destinato a salutare l’esperienza con la Rai. Almeno questa è la lettura – neppure troppo articolata, semmai lineare – delle dichiarazioni rilasciate dal giornalista al termine dell’ultima puntata della stagione di "Le Parole" in onda su Rai3 sabato 27 maggio.

L’editorialista de Il Corriere della Sera è parso salutare il pubblico con un commiato che, a differnza delle altre interruzioni estive, non ha dato appuntamento alla prossima edizione e lasciato intendere che il passo indietro di Fabio Fazio e Lucia Annunziata possa essere seguito anche da lui.

Rivoluzione Rai, palinsesti e conduttori: il totonomi

La rivoluzione in seno alla tv di Stato – non la prima, non l’ultima se le modalità di interazione tra politica e Rai sono destinate a restare tali e quali – è argomento che sta tenendo banco da giorni: via al totonomi degli epurati, di chi resta, di chi lascia, delle trasmissioni destinate a durare e di quelle che rischiano di chudere, dei conduttori più apprezzati e di quelli meno graditi.

Sono voci, indiscrezioni, abbozzi di scenari che si vanno formando col passare dei giorni. Dati per possibili partenti: Corrado Augias, Flavio Insinna e Antonella Clerici. In entrata si parla di Lorella Cuccarini, Myrta Merlino e Pino Insegno.

Il saluto di Gramellini ai telespettatori e alla Rai

Gramellini non è finora entrato in alcun dibattito pubblico: il suo nome non è nel novero del borsino del mercato televisivo, semmai se ne parla per un dettaglio che ha destato l’attenzione dei più attenti.

Appena prima dei titoli di coda dell’appuntamento di ieri, 27 maggio, il conduttore ha abbracciato i suoi telespettatori e riservato loro parole di vicinanza e gratitudine: "La mia parola, in sette anni, è cresciuta tanto ma mai come quest’anno abbiamo avvertito l’esistenza di una connessione sentimentale. Il programma è una piccola parte della vostra vita, mi basta incontravi per strada e capirlo. Non ci potrebbe essere complimento più bello".

A ruota, il grazie ai dipendenti Rai con cui ha interagito, coloro i quali rappresentano degnamente la tv di Stato: "La mia parola è un programma pubblico, che significa anche servizio pubblico. Consentitemi di dire grazie alla tanto bistrattata Rai che, oltre gli appetiti di potere dei quali è oggetto dal giorno della nascita, è un’azienda piena di lavoratori, tecnici, dirigenti straordinari, con molti dei quali ho avuto la fortuna di lavorare".

Cos’è il servizio pubblico?

Ancora, non ha risparmiato una serie di riflessioni, palesate con garbo e altrettanta incisività, rispetto al connubio in essere tra Rai e politica utilizzando le parole di un grande dirigente Rai del passato: "Mi disse che è servizio pubblico ciò che garantisce la possibilità di scegliere più programmi che raccontino la realtà in modo diverso. Lo spettatore, attraverso il canone, finanzia la propria libertà di scelta e anche quella degli altri; paga l’edicola in cui va a leggersi il giornale che vuole. La nostra trasmissione ha l’ambizione di essere uno di quei giornali".

Un sorriso a spazzare le lacrime

La chiosa finale è quella che più porta a pensare a un saluto definitivo: l’accenno di Gramellini alle lacrime e al pianto da evitare somigliano a un arrivederci su altri lidi: "Le Parole, più che a un’arena dove ci si scontra all’ultimo sangue, somiglia a un gruppo di amici che si ritrovano il sabato sera per raccontarsi la settimana, scambiarsi opinioni, farsi quattro risate e, se capita, un pianto. Prima di farne uno anche adesso salutiamoci con un sorriso. Buona estate".


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