Giovanni Allevi e la lotta alla malattia, la notizia più attesa: "Felicità allo stato puro"

Al forum di Assago dichiarazioni toccanti del pianista, che si aperto in un racconto attraverso le tappe della terribile malattia che l'ha colpito.

Virginia Destefano

Virginia Destefano

Social Media Manager & Copywriter

Una passione smisurata per le serie TV. Laurea in Cinema, Televisione e New Media, videomaking e scrittura sono il mio passatempo preferito.

Davanti a una platea di seimila studenti al Forum di Assago, Giovanni Allevi ha aperto il suo cuore per condividere la sua battaglia contro il mieloma multiplo, la malattia che ha stravolto la sua vita due anni fa. Il celebre compositore e musicista ha descritto con fervore il momento in cui ha ricevuto la diagnosi, svelando il vortice di dolore e incertezza in cui si è trovato. Tuttavia, ha anche narrato della sua resilienza e tenacia che gli hanno permesso di affrontare la vita con coraggio e determinazione, sottolineando l’importanza della speranza, dell’amore e della cultura nel suo percorso di guarigione.

La battaglia di Allevi contro la malattia

Immersi nel Forum di Assago, gli spettatori hanno assistito al racconto di Giovanni Allevi sulla sua lotta contro il mieloma multiplo. L’artista ha svelato che la cura richiedeva decine di iniezioni al ventre, trasformando ogni puntura in un atto di sfida e resistenza interiore.

"Ero Calvo, imbottito di psicofarmaci e di oppioidi che per mesi e mesi mi davano la sensazione di avere 39 di febbre. Debolissimo, senza appetito, dimagrito, pensavo 63 chili. Lì ho pensato che bastava che decidessi di lasciarmi andare e mi sarei spento. No, dico io, non ne posso più. È da un anno che faccio punture sulla pancia. Poi ci rifletto e dico: va bene. E lo dico con una certa risolutezza, non con rassegnazione. La resilienza è una parola che non mi è mai piaciuta, mi fa pensare all’accettazione passiva di una condizione negativa. Io invece ho uno spirito combattivo"

Nonostante il tremore della mano e il dolore insopportabile, Allevi ha abbracciato la necessità di dominare la sofferenza e le ansie quotidiane, trovando ispirazione nella forza dei suoi gesti e nell’esempio di coraggio che cercava di trasmettere agli altri pazienti.

La rinascita attraverso l’amore e la cultura

In mezzo alla battaglia contro la malattia, due forze potenti hanno guidato Giovanni Allevi. Il maestro ha rivelato che ha tenerlo aggrappato alla vita è stata "la volontà di non dare un grande dolore ai miei familiari e poi, la cultura». Minato nel corpo dalla malattia, che gli impediva di leggere libri, ha ascoltato tante conferenze, di storia, filosofia, letteratura classica. "Ho scoperto che la fragilità umana non era solo un fatto mio. È una costante nella storia dell’umanità. Mi sono sentito meno solo".

Attraverso le lezioni di filosofia, storia e letteratura classica, Allevi ha trovato conforto nella consapevolezza che la fragilità umana è una costante nella storia dell’umanità, rendendolo così meno solo nel suo percorso di guarigione. Poi, il ricordo del punto di svolta nella lotta alla malattia, quando un giovane dottore ha fatto irruzione nella sua stanza con una grande notizia: "Maestro, hai tredici globuli bianchi!"! Io che ho il senso dell’umorismo gli rispondo: "Dottore, non sono un po’ pochini?". Ma lui sorride e se ne va. Cosa stava succedendo? Che le cellule stavano producendo nuovo midollo osseo. In realtà i globuli bianchi erano 13 per millimetro cubo. La bilancia che prendeva verso la mia morte iniziava di nuovo a pendere verso la vita. In quel momento sono stato investito da una felicità allo stato puro. Mi è venuto addosso un camion, un grattacielo di felicità. Perché ero felice? Per risultati professionali di qualche tipo? Perché avevo venduto dei dischi? Perché erano aumentati i follower? No, perché ero semplicemente vivo".

Ora, con il suo corpo che ha iniziato a produrre nuovo midollo osseo, Allevi ha sperimentato una felicità pura, grato di essere vivo.


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