Geolier è il re del pubblico a Sanremo 2024: “Il napoletano un obbligo morale, anche ad Eurovision”

Il rapper è la stella indiscussa di queste prime giornate a Sanremo 2024, assediato dai fan e premiato dal televoto. Noi di Libero Magazine l'abbiamo intervistato nella sua pizzeria pop up sanremese

Geolier
Fonte: Fonte IPA

Geolier è la vera rivelazione del Festival di Sanremo 2024, capace di stravincere al televoto nella seconda serata ribaltando il giudizio della sala stampa che lo aveva relegato fuori dalla top 5. Paga l’aver voluto cantare in napoletano, una scelta che lo ha reso indigesto ai giornalisti più tradizionali ma non al pubblico in cui ha fatto breccia. Un ragazzo della strada e con un cuore grande che potrebbe davvero realizzare un’impresa storica quest’anno all’Ariston. Noi di Libero Magazine lo abbiamo intervistato nella suggestiva location della Pizzeria Geolier, un ristorante a tema preso d’assalto da centinaia di fan ad ogni ora del giorno.

Geolier e la vittoria nella seconda serata di Sanremo 2024, la dedica agli amici

Geolier è emozionato, ma forse neanche più di tanto visto che il successo della seconda serata lo ha accolto come una tappa intermedia in vista della finale: "I ragazzi hanno fatto mille km per supportarmi, tanti amici con cui ho festeggiato. Ma l’ho fatto più per loro, anche perché non è ancora finita", infatti sottolinea che il sentimento che lo pervade maggiormente non è la gioia ma bensì lo stupore: "Non me lo aspettavo, nessuno se lo aspettava essere primo. Per adesso va bene, siamo appena alla seconda serata, è ancora lunga poi vediamo come va".

Stasera si prepara a vestire i panni inediti del presentatore, ma ci tiene a mandare un messaggio chiaro alle persone: "A Sanremo è tutto difficile, dal presentare al cantare. Penso che finora sia andata bene e mi sento bene. Sto prendendo tutto questo come una scuola, sto imparando a 23 anni a gestire la pressione ma non parlate di peso del lavoro perché lavorare è altro. Io posso dire che a 7 anni già montavo e smontavo le viti come se fossero lego. Non era sfruttamento minorile, ora stiamo facendo mille interviste questo non è lavoro. Quello che stiamo facendo è bello, io sono cresciuto lavorando veramente. Mio papà mi ha insegnato a vivere e continua a farlo".

Tanti i messaggi che ha ricevuto dopo la trionfare serata di ieri, ma la chiamata più bella è arrivata proprio dal papà: "Ho mille messaggi, ancora non li ho letti. La chiamata più bella forse è stata quello di mio papà che ha detto: "Guagliù simm prim". E io ho risposto: "Sì, così c’è scritto". E poi ha detto: "Ah ok. Hai mangiato?". Per farti capire cosa mi hanno insegnato in famiglia"

Fondamentale per la sua scelta di andare all’Ariston è stata la possibilità di poter cantare in napoletano: "Non ho costretto io Amadeus a cambiare il regolamento. Posso dire che il mio staff mi ha raggirato, infatti mi continuavano a chiedere "ma non pensi di partecipare a Sanremo?" Io ho sempre risposto che volevo salire sul palco in napoletano e solo in quel caso sarei andato in studio per fare il pezzo. Amadeus mi voleva e mi ha dato la possibilità di farlo, a quel punto sono andato a registrare la canzone".

Un ragazzo molto diretto anche nel risponde alle presunte critiche per la scelta linguistica: "Non le ho sentite come critiche. Io parlo il napoletano dei ragazzi e parlo a loro, parlo la lingua come si dice a Napoli delle ‘saittelle’ (tombino presente sulle strade deputato a raccogliere l’acqua piovane per farla confluire nelle fogne, ndr), intesa come di strada. Il linguaggio che usano che viene dedicato ai ragazzi e alle ragazze su Whatsapp, io conosco solo quel napoletano là".

Geolier vuole portare Napoli nel mondo: "Non voglio vincere, ma portare Napoli nel mondo. Ho già due date al Maradona sold out e ce n’è una terza, io voglio solo portare Napoli ovunque. "Io sono un napoletano, dove vado vado porto la mia lingua. Napoli mi ha creato e non posso non portare questo sempre avanti", un concetto che ha ribadito nella scelta degli artisti per la serata delle cover: "Non ho ho potuto fare a meno di portare Luca, Gue e Gigi che fanno parte della mia formazione artistica. Loro sono grandi e hanno fatto parte della mia crescita in generale. Sono le strade che faccio quando vado in studio. Mi sento onorato di stare sul palco con loro".

Il rapporto strettissimo con i suoi fan e il pensiero all’Eurovision

"Io ringrazio i ragazzi che mi fermano in strada e mi dicono i loro problemi, Daniele era un ragazzo di 17 anni che ho conosciuto tardi", ha spiegato a proposito di un suo fan morto pochi giorni fa e a cui ha voluto dedicare il riusltato di ieri sera "Mi ha insegnato tante cose, prima di partire per Sanremo lo sono andato a salutare in ospedale e gli ho fatto una promessa. Spero di avverarla. I ragazzi quando parlo con loro sono felici, io gli racconto i miei aneddoti. Loro hanno le mie stesse paure. Spero di cadere e rialzarmi mille volte". Un rapporto quasi simbiotico che dimostra con una grande disponibilità non negando mai una foto o un autografo.

Nel frattempo sorride quando gli si fa notare che se dovesse vincere il napoletano arriverebbe anche in Svezia al prossimo Eurovision dove lo scorso anno ci rappresentò Marco Mengoni: "In napoletano sono pronto anche ad andare sulla Luna e se mi fanno andare, vado pure in guerra! Se va bene festeggiamo e andiamo all’Eurovision", intanto però aspetta domenica per tornare a tifare Napoli: "Spero che con il Milan sia una bella partita, la vedrò sicuramente".


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