Caso Giletti, le motivazioni di Cairo non reggono: parla il manager

La Procura ha interrogato Gianmarco Mazzi, che ha fornito una versione diversa da quella del patron di La7: le sue dichiarazioni sono sempre più deboli.

Letizia Bonardi

Letizia Bonardi

Web Content Editor

Content Editor e aspirante giornalista, appassionata di arte e libri con un amore per la scrittura scoperto quasi per caso.

Quando La7 ha annunciato la chiusura di Non è l’Arena, è stato evidente fin da subito che non si trattava di un caso come tutti gli altri. Ad essere coinvolto non era solo Massimo Giletti, conduttore del programma: immediate sono state le voci secondo cui la rete di Urbano Cairo avrebbe messo a tacere il giornalista a causa di un’inchiesta che avrebbe gettato ombra su alcuni personaggi "intoccabili". Dopo mesi di indagini, sono emerse in questi giorni alcune novità.

Caso Giletti, i pm interrogano il manager Gianmarco Mazzi

Il caso è finito sotto la lente della Procura di Firenze, impegnata nelle indagini sulle stragi di mafia degli Anni ’90: i pm Luca Tescaroli e Luca Turco hanno sentito più volte Massimo Giletti in qualità di testimone, dato che le inchieste in questione riguardavano proprio il coinvolgimento di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri negli affari dei boss Graviano. E, dunque, i procuratori vogliono capire se la chiusura di Non è l’Arena abbia un collegamento diretto con la vicenda. Nelle scorse settimane, Urbano Cairo è stato interrogato in qualità di testimone, e ha assicurato agli inquirenti che la scelta di eliminare il programma dal palinsesto di La7 non dipende da questo: secondo l’editore, la motivazione è da riscontrare esclusivamente nei dati di ascolto sempre meno soddisfacenti. I pm hanno però voluto andare ancora più a fondo, e hanno ascoltato Gianmarco Mazzi: manager di Giletti, personalità di spicco della televisione italiana e dal 2022 anche sottosegretario alla cultura in quota Fratelli d’Italia, è stato interrogato per avere maggiore chiarezza sulla vicenda. Mazzi ha fornito, però, una versione dei fatti diversa da quella di Cairo.

La versione di Urbano Cairo non regge

Secondo la testimonianza fornita da Mazzi, Urbano Cairo non avrebbe cacciato Massimo Giletti a causa dei bassi ascolti e, anzi, le trattative per il rinnovo del suo contratto erano già a buon punto. Cairo avrebbe dunque voluto proseguire la collaborazione anche per la stagione 2023/2024: la chiusura per motivi economici, dunque, sembra diventare sempre più debole. Unita al fatto che, come da lui stesso più volte dichiarato, l’editore non avrebbe mai voluto fare un torto a Silvio Berlusconi (con questa motivazione ha smentito anche le voci su un possibile acquisto di Mediaset), a cui era profondamente legato. Proprio per questo, risulta ancora meno credibile l’ipotesi di una chiusura dovuta agli ascolti, mentre appare più plausibile quella secondo cui La7 avrebbe messo a tacere Giletti per evitare di mandare in onda inchieste "pericolose".


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