Report, l’inchiesta fa infuriare La Russa: il presidente del Senato annuncia la querela

Prima puntata e prima polemica per il programma di Sigfrido Ranucci: il politico siciliano risponde con una “auto-intervista” alle accuse sulla sua famiglia

Pietro Guerrini

Pietro Guerrini

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Laurea in Lettere, smania di viaggi e passione per i cartoni (della pizza e della Pixar).

Report torna in onda – nella sua nuova collocazione della prima serata della domenica – ed è subito tempo di polemica. Ieri domenica 8 ottobre 2023 Sigfrido Ranucci ha condotto la puntata d’esordio della 26esima edizione del programma ideato da Milena Garbanelli e il debutto è destinato a fare discutere. Report ha ereditato lo slot su Rai 3 che fu di Che tempo che fa ed è ripartito alla grande (11,4% di share, in linea con il programma di Fabio Fazio, passato a Nove), ma i numeri non placheranno le polemiche. L’inchiesta "La Russa Dynasty" andata in onda ieri sera e che ha ricostruito le origini del ricco patrimonio della famiglia del presidente del Senato ha infatti fatto infuriare Ignazio La Russa, che ha prontamente risposto ad alcune accuse sui social. Scopriamo cos’è successo.

Report: l’inchiesta sulla famiglia La Russa

Dopo la prima inchiesta sulla situazione riguardante lo scandalo che ha investito la società della ministra Daniela Santanchè, Report ha spostato lo sguardo su un altro personaggio di spicco del governo Meloni, il presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa. Il servizio La Russa Dynasty, "All’origine del potere dei La Russa", è andato a sviscerare alcuni segreti del passato della potente famiglia siciliana dell’ex presidente di Fratelli D’Italia, tra cui i legami creati nel tempo con Cosa Nostra. Il padre di Ignazio, Antonino La Russa, segretario del Partito Fascista a Paternò, in provincia di Catania, si sarebbe infatti appoggiato a finanzieri come Michelangelo Virgillitto e Raffaele Ursini, nonché a Michele Sindona, il "banchiere di Dio" e della mafia morto poi avvelenato in carcere, dove era condannato come mandante dell’omicidio di Giorgio Ambrosoli.

Report ha anche riportato le dichiarazioni del colonnello dei carabinieri Michele Riccio sul capomafia Luigi Ilardo, secondo il quale Cosa Nostra avrebbe dato indicazioni nel 1994 di votare in Sicilia Orientale Antonino La Russa e suo figlio Vincenzo. Nel 1956 Antonino e i figli Vincenzo, Ignazio e Romano si erano trasferiti a Milano per aiutare Virgillitto, che nel frattempo aveva scalato (con l’aiuto di Sindona) la Liquigas, di cui Antonino La Russa sarebbe diventato vicepresidente.

La risposta di Ignazio La Russa sui social

La reazione di Ignazio La Russa è arrivata ancora prima della messa in onda di Report su Rai 3. Il presidente ha infatti voluto realizzare un video "preventivo" per rispondere alle accuse mosse dall’inchiesta sulla sua famiglia, chiedendo alla redazione del programma di pubblicarlo in versione integrale. Nel video La Russa difende Virgillitto, definito "un benefattore della Chiesa, falsamente accusato in relazione a un evento del lontano 1938", e soprattutto il padre Antonino (che non sarebbe stato più candidato, mentre il figlio Vincenzo era con l’Udc di Casini) e la famiglia La Russa, che non sarebbe mai stata investita da contestazioni giudiziarie e il cui passato sarebbe solo stata infangato dal programma di Sigfrido Ranucci. Report ha pubblicato su Twitter le parole del presidente del Senato (che annuncia anche la querela), aggiungendo però una frecciata: "Il presidente del Senato Ignazio La Russa ci ha inviato le sue videorisposte, chiedendoci di pubblicarle integralmente. Con il suo video, La Russa inaugura un nuovo genere della comunicazione politica: l’autointervista".


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