Quarto Grado, Garlasco: caos Dna e il pasticcio degli interrogatori. Brindani accusa Cassese: "Meglio del mago Silvan"

Il caso Garlasco tiene banco nella puntata di venerdì 18 luglio del programma guidato da Gianluigi Nuzzi: cosa è successo

Valentina Di Nino

Valentina Di Nino

Giornalista

Romana, laurea in Scienze Politiche, giornalista per caso. Ho scritto per quotidiani, settimanali, siti e agenzie, prevalentemente di cronaca e spettacoli.

Sono gli "esami" il filo rosso della puntata di venerdì 18 luglio 2025 di Quarto Grado. La trasmissione guidata da Gianluigi Nuzzi si apre, anche questo venerdì, con un ampio spazio dedicato al caso di Garlasco e all’indagine sulla morte della giovane Chiara Poggi.

In particolare si parte dall’esame del dna che ha rivelato la possibile presenza sulla scena del delitto di un Ignoto 3. Gli scenari sono che questo Ignoto 3 possa essere l’assassino, oppure una seconda persona presente alla morte di Chiara. La terza ipotesi è quella che si tratti di contaminazione. L’ipotesi degli inquirenti è che l’indagato, Andrea Sempio, abbia avuto un complice. Si cerca tra le sue frequentazioni dell’epoca.

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"Finalmente abbiamo l’identità genetica di almeno uno degli assassini, non si può sentire parlare di contaminazione, bisogna avere il coraggio e l’onestà intellettuale di dire che abbiamo una traccia genetica dell’assassino e non è Alberto Stasi" dice senza mezzi termini Carmelo Abate.

Quarto Grado (18 luglio), caso Garlasco: il dna, Ignoto 3 e la contaminazione

Poi va in onda un’intervista al generale Garofano che all’epoca del delitto era a capo dei Ris e ora è consulente della difesa. Il generale continua ad asserire che Ignoto 3 è da escludere e che il dna trovato nel tampone orale è da considerare dna da contaminazione. Niente di nuovo, rispetto alle sue posizioni. "E’ un profilo completo, ma è un profilo Y non dà la certezza di un’identificazione ma ci porta solo a una paternità, non è come il dna di Bossetti, è un dna minimo".

Poi si approfondisce la parte delle indagini che si sta concentrando sugli ex compagni di scuola di Andrea Sempio, da Michele, l’amico suicida anni fa, quello del "tutte le cazzate le abbiamo fatte insieme", ai compagni dell’istituto tecnico frequentato dall’indagato.

Secondo Grazia Longo: "L’ipotesi più probabile, e parlo di ipotesi, è che si tratti di dna di contaminazione. Che senso ha riaprire il dolore della famiglia del ragazzo suicida? Io poi mi domando, ma le faranno queste indagini agli amici di Stasi? Come si indaga sugli amici di Sempio bisognerebbe indagare anche un amico di Stasi".

Anche l’avvocata Taccia è dello stesso avviso: "Visto che si sta sollevando questo polverone, perchè non andare anche a indagare anche sugli amici di Stasi? A me sembra che si stia cercando a tutti i costi Ignoto 3."

E a questo punto Carmelo Abate sbotta: "Ma lo scandalo è che la garza del tampone orale non sia mai stata analizzata in 18 anni e nel frattempo una persona è finita in prigione". "Quando c’è un’indagine mi vengono consegnati centinaia di migliaia di reperti, il genetista deve fare obbligatoriamente una scelta. Non è tutto catalogabile. Dalla garza normalmente non viene fatto il dna" spiega il genetista ospite in studio.

Poi l’intervista a un compagno di liceo di Sempio: "Lo ricordo come un ragazzo tranquillo, non mi è mai sembrato nè triste, nè introverso. Secondo me è giiusto che si indaghi sui compagni di classe, se è da fare va fatto". Su Sempio dice: "L’ho visto circa un mesetto fa, è sempre sorridente ma è normale che senta la pressione addosso. Io non ho mai visto in 22 anni perdere la pazienza". Poi parla di Michele Bertani, l’amico suicida di Sempio: "L’ho conosciuto una volta, mi sembrava tranquillo".

I tre interrogatori contemporanei

Ci si concentra poi sugli orari dei verbali degli interrogatori di Sempio e dei suoi amici Biasibetti e Capra ed esce fuori l’ennesima imprecisione. Dall’intervista di Sempio si scopre che l’interrogatorio a cui venne sottoposto nel 2008 era stato interrotto. Secondo i verbali, gli orari in cui è stato interrogato Sempio e i suoi amici Biasibetti e Capra sono pressocchè gli stessi o comunque sovrapponibili, come è possibile?

Il direttore del settimanale Gente, Umberto Brindani, lo fa notare al colonnello Cassese, ovvero al carabiniere che, all’epoca, quegli interrogatori li ha condotti: "Ci immaginiamo un interrogatorio con l’interrogante concentrato sull’interrogato per cercare di capire qual è la verità, giusto? Lei ha condotto tre interrogatori, Sempio, Biasibetti e Capra, praticamente in contemporanea. Ma è un mago, è meglio di Silvan!". Cassese risponde: "Sicuramente, nel verbale se non l’abbiamo messo ho fatto una cappellata, c’è stata sicuramente un’interruzione. La sovrapposizione c’è soltanto tra Sempio, Mattia Capra e con Biasibetti". Soltanto.

Poi un altro momento di discussione è scatenato da un servizio in cui si propone un’intercettazione di Alberto Stasi che parla con un amico, dopo la morte di Chiara Poggi, e gli dice che il suo cellulare è spento e non lo usa perchè vuole tenersi i messaggi e la traccia delle chiamate a Chiara. Ci si chiede se questa conversazione non sia indizio del fatto che Stasi stava preparandosi un alibi. Tornati in studio scoppia lo scontro. il direttore Brindani sbotta: "Ma stiamo rifacendo l’indagine su Stasi? Io sono allibito!", l’avvocata Taccia risponde dicendo che dell’alibi e dello scontrino di Sempio si parla da mesi, e lui non è imputato. Si chiude così la pagina ampia e sempre caldissima sul delitto di Garlasco.

Caso Pierina Paganelli: Valeria Bartolucci si alza e se ne va: "Non sto qui a farmi insultare!"

Si passa poi a discutere del caso di Pierina Paganelli. Si parte dal rinvio a giudizio di Louis Dassilva per l’omicidio della donna. A carico dell’uomo, sottolinea Nuzzi, sono stati trovati 35 indizi. Ospite del programma, in collegamento dalla sua casa di Rimini è la moglie di Dassilvia, Valeria Bartolucci. Un collegamento che dura pochi minuti perchè la donna interrompe furiosa l’intervista.

"Avevamo messo in conto il rinvio a giudizio, a fronte di due anni di indagini a senso unico. Ci sono 35 indizi ma le uniche prove serie, la Cam 3 e il dna sono cadute. ", precisa Valeria. "Comunque se il giudice ha giudicato questi indizi sufficienti benissimo, andiamo a processo, perché a questo punto non avremo davanti solo l’accusa e le indagini a senso unico. Avremo finalmente un confronto ad armi pari e la conoscenza totale degli atti."

Poi lo scontro con Carmelo Abate che ci va giù pesante: "La mia valutazione, dopo aver letto gli atti è che a mio avviso Louis verrà condannato. E penso che l’unica cosa che avrebbe dovuto dirgli chi gli vuole veramente bene è: ‘Louis confessa perchè così non ne esci'". Poi il passaggio che fa infuriare Valeria. "Volevo aggiungere che quando si è parlato di altre persone che potrebbero essere coinvolte, questa persona potrebbe essere proprio lei Valeria, che potrebbe essere indagata per favoreggiamento come lei ben sa. E, un’ultima cosa: leggendo le carte, dalle carte il ritratto che emerge di lei è un ritratto davvero inquietante". risponde la Bertolucci: "Non risulta nessun ritratto inquietante, perchè io non sonno mai stata periziata, è ovvio che all’accusa faccia gioco mostrarmi come una persona inattendibile". Poi Abate rilancia delle parole pesanti che avrebbero detto delle colleghe di Valeria, e dà un’interpretazione pesante di alcune parole della stessa Valeria su Loris, il figlio di Pierina. A questo punto Valeria sbotta: "Io non sto qui a farmi insultare da Carmelo Abate, arrivederci e grazie". E se ne va.


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