Falsa partenza per Mia Ceran: cosa non va nel programma

È partito Nei tuoi panni, il nuovo programma pomeridiano di Rai2: cosa ci è piaciuto e cosa no. Tante emozioni ma ancora qualcosa non funziona

Nei tuoi panni
Fonte: Frame puntata Nei tuoi panni

Lunedì 17 ottobre, alle 17, è finalmente andato in onda Nei tuoi panni, il nuovo format pomeridiano di Rai2, condotto e ideato da Mia Ceran. Un appuntamento quotidiano, che ci accompagnerà per tutta la stagione televisiva, e in cui i membri di un nucleo famigliare dovranno letteralmente scambiarsi i loro ruoli, calandosi appunto nei panni gli uni degli altri.

Un esercizio di empatia quindi, ma anche un esperimento sociale con lo scopo di indagare sulle dinamiche, e gli attriti, che ogni giorno si vivono tra le mura domestiche, tra scontri generazionali, gestione della casa e regole da seguire. Un mix tra docu reality e talk show, che dobbiamo capire ancora se funzioni o meno.

I protagonisti del debutto del programma, visto da 228mila spettatori pari al 2.7% di share, sono stati i membri della famiglia Burzotta: Rosa la madre, Francesco il padre, rispettivamente 56 e 57 anni, e i loro due figli Mattia e Greta, di 17 e 15 anni. Un classico nucleo perfetto per aprire le danze di Nei tuoi panni e far comprendere subito in cosa consiste il format.

A turno, infatti, i quattro componenti si sono scambiati i ruoli, provando sulla loro pelle cosa significhi vivere le mansioni dell’altro. Ma vediamo in breve cosa non ha, e cosa ha funzionato in questa prima puntata.

Le cose che funzionano

A funzionare bene, per ora, è Mia Ceran: sicura e accogliente nella veste di padrona di casa, chiara nell’esporre i fatti, e molto diplomatica. Anche se possiamo affermare con certezza che una sola puntata è poca per dare un giudizio definitivo a Nei tuoi panni, potenzialmente il format potrebbe essere un valido strumento per comprendere meglio alcuni passaggi, talvolta difficili, che nascono trasversalmente in tutte le famiglie.

Tra le cose che potrebbero funzionare molto bene, è la presenza in studio di uno psicoterapeuta, Giancarlo Di Maggio: una figura fondamentale per individuare le dinamiche (anche sbagliate) che possono crearsi, e dare consigli utili e pratici.

Le cose che non funzionano

Passiamo ora a vedere le cose che non ci hanno per nulla convinto in questa prima puntata, ossia il taglio delle clip, il montaggio, e il "confessionale" di ogni protagonista, che tendono a creare una sorta di muro di finzione con lo spettatore. Inoltre, lo scambio dei ruoli viene relegato solo a piccolissime mansioni, che non danno assolutamente la misura di cosa significhi realmente calarsi nei panni altrui.

Anche lo studio, adibito a casa in cui Ceran accoglie le famiglie protagoniste non è realistico per nulla e, a nostro avviso, risulta molto freddo. Poi, per quanto il momento padre figlio di questa puntata sia stato emozionante, il confronto a cuore aperto sul finale, con tanto di luci soffuse, sembrava forzato.

E infine, sebbene la presenza dello psicoterapeuta sia potenzialmente valida, i suoi interventi non sono apparsi molto incisivi, così come non ci è piaciuto per nulla l’intervento dell’ospite, l’attrice e tiktoker Ludovica Di Donato, che ha tenuto un siparietto un po’ forzato su come si rifanno i letti.


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